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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Marchetti, Domenico: Relazione a S. E. il Ministro, intorno allo scavo sulla riva sinistra del Tevere, per il recupero di altri frammenti delle lapidi relative ai ludi secolari
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0346

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013

RELAZIONE A S. E. IL MINISTRO

614

ciò ; di guisa che nella demolizione prontamente e
con facilità disgregavasi, per la poca coesione e cat-
tiva qualità dei componenti il manufatto.

Venni perciò nella persuasione che questo muro
fosse stato costruito nei bassi tempi, in modo piut-
tosto sollecito e tumultuario; e forse sotto la impe-
riosa necessità o di arginare con tutta fretta la ripa,
a fine di porre la contrada a riparo dagli effetti di
una piena imminente ; ovvero a scopo strategico, per
difendersi cioè da un qualche nemico invadente il pros-
simo ponte s. Angelo.

Comunque sia, ambedue queste congetture mi paiono
ugualmente verosimili; perchè fondate sull'esame dei
dati di fatto fornitici dalla scoperta, e perchè trovano
riscontro nella storia della città. Nel primo caso la
costruzione di questo muro può risalire fino all'ot-
tavo secolo, cioè all'anno 778, sotto il pontificato di
Adriano I ; nel quale anno una terribile inondazione
allagò la città, rovinando il Ponte Trionfale e la Porta
Flaminia. Nel secondo caso l'innalzamento del muro
a scopo di difesa sarebbe stato in relazione con alcuno
de' fatti d'armi avvenuti agli approcci del Ponte s. An-
gelo nei vari assedi ai quali fu soggetta nel medio
evo la Città Leonina, sì per parte dei romani che
degli stranieri.

La probabilità che questo muro continui oltre i
confini finora esplorati, e resti quindi la speranza che
nella zona verso il Ponte s. Angelo, altri frammenti
delle preziose lapidi si possano recuperare, non mi
sembra giustificata. Osservai infatti, allorché nel pas-
sato settembre ritrovaronsi i primi frammenti delle la-
pidi nello sterro del collettore, che questo stesso muro
fu già incontrato, e spuntato dal piccone degli operai
alle due estremità della intera porzione presumibil-
mente superstite. Un solo tratto però se ne rinvenne
conservato e continuo, cioè la estremità inferiore inte-
stata al risalto dell'antico muro, che vedesi indicato
nella pianta colla lettera 0. Della estremità superiore
si rinvennero soltanto piccoli tratti o frammenti, tal-
mente confusi colle fondazioni delle case moderne, che
non se ne potè per allora fare un esatto rilievo. Talché
si venne nella opinione che, non già questo unico
muro come poi si riconobbe, ma tutti i muri di fon-
dazione delle moderne case contenessero quei preziosi
frammenti. Altrettanto si verificò nel secondo scavo.
Si ritrovò da prima un tratto di muro lungo metri 9,00;
Monumenti antichi. — Voi. L

poi il muro veniva tagliato da una fondazione mo-
derna larga metri 1,20; quindi seguitò a tornare in
luce il muro per un secondo tratto di metri 1,83; dopo
il quale scomparve, essendo stato tagliato da un altro
muro di fondazione moderna, largo metri 1,30 fino al
limite dello scavo. Al di là di questo punto, i pochi
tratti di muro rimasti, eransi già incontrati nello scavo
del passato settembre.

Da queste osservazioni e rilievi fatti, chiaro mi
risultò, che non v'era più luogo a sperare di trovare
altre parti del muro contenente i frammenti, il quale
per tutta la sua estensione ancora superstite era stato
rintracciato ; cioè ne erano state demolite le estremità
nel primo scavo, e nel secondo ne fu demolita la parte
centrale che col primo scavo non eravamo giunti a
mettere a nudo, perchè dinanzi ad essa deviava l'an-
damento del collettore.

Dirò di più, che dai fatti constatati può dedursi
con manifesta evidenza, come, anche nella ipotesi che
questo muro si fosse spinto in origine fino ai fianchi del
ponte Elio, non perciò vi sarebbe stato motivo a spe-
rare di ritrovarne con altre esplorazioni altri avanzi.
Perocché siccome nelle recenti indagini ebbe costan-
temente a verificarsi, al di là delle case Primoli e
Bosi, si è ritrovato il detto muro squarciato e pres-
soché interamente manomesso e distrutto dalle frequenti
fondazioni dei muri delle moderne fabbriche, che più
ben costruiti e profondi, apparivano procedendo verso
il ponte suddetto.

E così si spiega come sia avvenuto che lo abbiamo
trovato soltanto conservato sotto l'area delle case Bosi
e Primoli ; per la ragione cioè che queste case, poco
alte e di minore importanza, avevano richiesto fon-
dazioni relativamente meno profonde delle altre fab-
briche costruite già sulla via di Civitavecchia, compre-
sovi il palazzo Altoviti, che era l'edificio moderno
più prossimo al ponte.

Ma non solamente per i felici risultati delle sco-
perte epigrafiche, sì ben anche per quelle topografiche,
acquistò valore ed importanza il recente scavo.

Sul lato minore, a valle del cavo aperto, si rinvenne
infatti, alla profondità di metri 3,50 dal suolo mo-
derno, un primo muro di opera quadrata in pietra
tufo, di struttura pseudoisodoma, simile a quella
dello costruzioni eseguite dai romani nei migliori tempi
della republica (tav. I , II, P).

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