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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Salinas, Antonino: Nuove metope arcaiche selinuntine: Relazione a S. E. il Ministro della pubblica istruzione prof. P. Villari
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0542

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959 nuove metope a

semicircolare, le tre metope scolpite, che descriverò
qui appresso, distinguendole con le lettere ABC.

Metopa A. — Altezza 84 cm., larghezza 69 erri.;
cfr. tav. I.

Figura muliebre (Europa), vestita di lungo chitone
e di una sopravveste a forma di mantellina con orlo
a pizzi, sedente su di un toro gradiente a dritta ;
con la sinistra si afferra al corno, e la destra è po-
sata sul dorso del toro. La folta capigliatura della
donna è legata alla nuca in un grosso nodo, e pende
poi sulla spalla destra in duo trecce. Sotto del toro,
due delfini guizzano a destra. La metopa è coronata
da una fascia con palmette graffite, larga circa 5 cm.,
e da un ovolo della stessa larghezza. Uu'altra fascia
di circa 8 cm. di altezza fa da base ; e dai lati
la metopa è chiusa da un listello tagliato in basso
per dar posto al ginocchio del toro, che non entrava
nel campo, listello anche usato per iscolpirvi sopra
l'estremità sinistra della testa dell'animale.

Metopa B. — Altezza 84 cm., larghezza 04 cm. ;
cfr. tav. II.

Sfinge alata, con lunga capigliatura, accoccolata
a dritta, sotto di una fascia e di un ovolo, come nella
metopa precedente, sebbene di misure alquanto diverse
(larghezza della fascia 6 cm. circa; dell'ovolo 5 cm.
circa).

Metopa C. — Altezza 84 cm., larghezza 70 cm.;
cfr. tav. III.

Il rilievo di questa metopa fu spianato di propo-
sito, perchè il masso potesse più regolarmente adat-
tarsi in una nuova costruzione. Tuttavia dalle tracce
rimaste nella metopa stessa e dalle schegge rinvenute
lì presso e ora riattaccate al pezzo principale, è venuta
fuori la rappresentazione che vi era scolpita : Ercole
che doma il toro. Della figura di Ercole, nuda, e
quasi inginocchiata, resta il contorno esterno coi piedi ;
e del toro, un bel pezzo della parte posteriore. Una
striscia rilevata, nel campo, a sinistra di Ercole, po-
trebbe essere un avanzo dell'arco che suol essere ap-
peso in alto in simili composizioni. Il lavoro a zig-zag,
che si vede lì presso, è dovuto al ferro col quale fu
rotta la scultura, ferro della larghezza di 8 centimetri
e mezzo.

Un pregio notevolissimo conferiscono a queste scul-
ture gli avanzi dei colori ond'erano adorne; avanzi molto
deboli, e che non potranno tutti accertarsi, finché la

aiche selinuntine 960

terra non sia interamente asciutta, correndosi adesso
il rischio di portar via insieme alla terra umida la
sostanza colorante già applicata direttamente sulla
pietra. Tuttavia della metopa rappresentante Europa sul
toro è certo che il fondo fosse dipinto in rosso, e rosso
parimenti l'interno delle orecchie del toro; scura la
pupilla dell'animale, che ha altresì molti avanzi di az-
zurro nei solchi dei peli della coda. Le palmette graffite,
e già senza il menomo dubbio dipinte, non mostrano
ancora tracce di colore ; si vede, bensì, rosso e azzurro
nell'ovolo sottostante.

Nella metopa B resta un punto azzurro nella doppia
linea che fa di contomo alle palmette ; e in quella con
l'Ercole si nota un punto rosso nell'interno del piede
destro dell'Eroe ; ma da questo fatto solo non è da infe-
rire che il nudo fosse dipinto ; è da ammettere piut-
tosto che se il fondo fu dipinto in rosso, come nel-
l'altra metopa, rimanendo in quel posto poco spazio al
pennello che doveva dipingere il campo, si imbrattasse
l'interno del piede vicino.

Tutte e tre queste metope sono del tufo bianco di
Mentì, materiale adoperato dai Selinuntini nelle opere
scultorie, e segnatamente nelle metope arcaiche.

Le dimensioni di questi pezzi mostrano come appar-
tenessero ad unico editìzio ; risponde a capello l'altezza,
mentre varia la larghezza, dipendendo questa dalla de-
stinazione della metopa, più o meno vicina all'angolo.
S'intende che nelle misure da me date ho dovuto fare
una certa media, per compensare qualche millimetro
di differenza, secondo accade in simili pezzi di tufo.
Lo spessore è di circa 30 cm. in tutte e tre. Pertanto
queste metope non appartenevano ad alcuno dei Tempi
conosciuti di Selinunte ; e però è da sperare che cavan-
dosi nella parte interna dell'acropoli, non molto lungi
dal posto in cui si trovarono quelle sculture, abbia a
rinvenirsi l'edilìzio dal quale furono tolte, quando per
la necessità della difesa i selinuntini non guardarono
più a conservazione di opere d'arte. E forse dal posto
medesimo in cui si lavora presentemente verrà fuori
qualche altra scultura, poiché due frammenti ivi rin-
venuti pare che accennino ad una quarta metopa.

La scoperta di queste metope arricchisce la storia
della plastica greca e specialmente le origini di questa,
in modo singolarissimo. Le metope arcaiche di Selinunte
possedute dal Museo palermitano vanno celebrate come
i primi grandi monumenti della scultura greca ; quelle
 
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