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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

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Milani, Luigi Adriano: Il piombo scritto di Magliano
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https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0033

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il piombo scritto di magliano

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2.

Lezione del testo.

Per agevolare la lettura del piombo di Magliano
e raffermare la paleografia del testo, feci eseguire il
facsimile che nella nostra tavola accompagna l'elio-
tipia dell'originale.

Nella revisione del facsimile ebbi l'opportunità di
rilevare qualche piccola variante di lezione non av-
vertita dal Mommsen e da me nel 1888. Di tali va-
rianti e di quelle constatate dal principe degli epigra-
fisti, darò le necessarie spiegazioni e giustificazioni
nelle note che fanno seguito alla lezione stessa.

Nella convenzionale trascrizione dell'epigrafe in
caratteri latini, ho di proposito voluto conservare i
capoversi delle due facce, affinchè apparisca a colpo
d'occhio, non meno che nell'originale, il significato
probabile e quasi certo del contesto (v. § 3 e § 4).

Il Deecke nella prima edizione (Rhein. Mus. 1884,
p. 141 sg.), aveva diviso il testo delle due facce A, B
in otto parti o versetti. Nella seconda edizione (Etr.
Forsch. VI, 1884, p. 6 sg.) diede tutto di sèguito, prima
il testo della faccia A, indi quello della faccia B, distac-
cando solamente le ultime parole facenti capoverso cia-
scuna da sè. Nella terza edizione finalmente (Buchswei-
ler Programm, 1885) diede a p. 6 sg. il testo delle due
facciate tutto di sèguito, dividendo con linee verticali
le ultime parole della faccia B capoversate ; e a p. 33-34
offrì di nuovo otto capoversi, corrispondenti alla sua
interpretazione.

Per le osservazioni relative alla grafia del testo,
in parte esposte di sopra nel mio rapporto, io credo
che si debba mantenere ben distinto ciò che è scritto
nella prima pagina, da ciò che è scritto nella seconda.

importante ed eccezionale cimelio, dichiarano di cederlo al
lì. Museo Etrusco di Firenze per sole mille lire.

« Cedendo per il detto prezzo alle collezioni dello Stato il
nostro piombo — scrive il sig. Busatti — rinunciamo, è vero, ad
un lucro maggiore, ma lo facciamo ben volentieri per un certo
sentimento di condisctndenza, prima verso di Lei, egregio Si-
gnore, che tanto si è occupato per tale cessione, e poi per il
desiderio di saper custodito in uno dei grandi Musei, l'impor-
tante documento etrusco ; nella speranza che cosi torni a van-
taggio della scienza, ed in particolare per gli antichi studi ita-
lici. Mi preme anche di dichiarare, a nome pure di mio fratello,
che non abbiamo abbassate le nostre pretese di prezzo in causa
dei sospetti lanciati all'estero sull'autenticità dell'oggetto. Quando
su di esso si avesse il menomo dubbio, preferiamo troncare ogni
trattativa ».

Monumenti antichi. — Voi. II.

Prescindendo da qualsiasi interpretazione, mi pare
incontestabile nella pagina A la divisione del testo
in tre capoversi o periodi principali, essendo i due
primi divisi dalla interpunzione disgiuntiva e insieme
congiuntiva, costituita da tre punti in senso verti-
cale • ('). Il terzo periodo, lasciato senza interpun-
zione finale, anziché ricevere il suo complemento con la
parola scritta in caratteri minuti sul bordo dell'altra
faccia, avanti la ripresa del quarto capoverso, come
credette il Deecke (v. sopra p. 43), finisce senza più
con la voce ar (cfr. § 5).

Quanto alla faccia B, è pure evidente che con la
parola calme comincia un periodo spirale, il quale con-
tinua fino a rnusle mla% senza interruzione e senza
interpunzioni di sorta. Dopo la x finale di miai, c'è
una grossa bolla della colatura del piombo, la quale
sembra aver impedito la prosecuzione in linea spirale;
e sotto la voce mlax, attaccata all'ultima gamba della m,
vi è una linea di richiamo, la quale conduce l'occhio
del lettore sopra la parola ila%e al seguito dell'iscri-
zione spirale. Come si debba leggere l'ultima parte del-
l'iscrizione non è facile risolvere, e per acquistare una
convinzione conviene badare alla paleografia propria
del piombo e a questa faccia in ispecie.

Ho già avvertito nel rapporto con cui difesi l'au-
tenticità del piombo che la faccia A è scritta con una
diligenza ed accuratezza tutta particolare, ed ho ac-
cennato alle ragioni della differenza di scrittura fra
le due facce (v. sopra p. 39). Aggiungo qui che,
quantunque i caratteri della faccia A sieno in ge-
nerale un poco più piccoli e più profondamente incisi
dei caratteri della faccia B, l'alfabeto si mantiene
sempre il medesimo. Per assicurarmene ho estratto
tutte le forme alfabetiche della faccia A e le ho messe
in diretto confronto, lettera per lettera, con le forme
della faccia B. L'identità dell'alfabeto delle due facce
apparve in tal modo evidentissima, e mi sono pure
confermato nell'avviso espresso nel rapporto che la
mano della faccia A è proprio la medesima della
faccia B.

L'alfabeto corrisponde in generale a quello che
il Corssen, Ueber dio Sprciche der Etrmker, I, p. 25,

(!) Intorno all'interpunzione etrusca v. Lattes, nei Rendi-
conti del R. Istit. Lombardo, voi. XXIV (1891) p. 933 sgg.

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