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141

il « testamento d' epikteta »

142

(IV, 1; Vili, 18-19) eleusinio (II, 7 ; III, 4), rfrf/j-
»«o (II, 31 ; IV, 25). Un quarto, hyakinthio, è citato
in un'altra iscrizione di Thera (C. I. G. II, add. 2465/).
La scelta dell'eleusinio e del delfinio potrebbe aver
relazione, specie quanto al secondo mese, come si è
già notato, col culto delle Muse e degli eroi, come
noi per certe feste religiose sceglieremmo un mese
piuttosto che altri; ma potrebbe essere determinata
solo da ragioni di stagione. — Degli altri mesi nulla
si sa, nulla di certo nemmeno quanto alla successione
dei quattro citati. Ogni anno, nel mese delfinio, per
tre giorni (il 19°, il 20° e il 21°) si celebravano i
sacrifici alle Muse e agli eroi (II, 30-31 — III, 2). —
La riunione è indetta dirò xov Ttqdxov TtXsififiaxog
(IV, 19-20), dalla prima tornata della nódodog, della
rendita. — Il vófiog del xoivóv è stabilito nel mese
diosthyo, probabilmente perchè entri in attività il
primo del delfinio futuro (IV, 1). — Il GvXloyog è
riunito dall'éitio'o'ocpog il secondo giorno di ciascun
anno (VI, 24): l'elezione AelYepissofos avviene nel
diosthyo (Vili, 18-19), cioè nello stesso mese in cui
fu decretato il vófiog. — Nel mese eleusinio si fanno i
versamenti in denaro a favore del xoivóv. Verosimil-
mente quindi l'eleusinio era anteriore al delfinio, in cui
si compivano le funzioni coi fondi ricevuti. Così in
un'iscrizione analoga alla nostra, nel già citato Testa-
mento di Cos (Paton-Hicks, op. cit., n. 36 A., 1. 14 e
segg.), si fanno i pagamenti nel mese Qtvócdffiog per
avere i fondi necessari al sacrificio annuale, che aveva
luogo il sedici del mese seguente, il Iltiaytixvvog
(col. B, 21). Il diosthyo era anteriore all'eleusinio in
quanto che in quello si era costituito il xoivóv e ap-
provato lo statuto. Parlandosi a VI, 24 del secondo
giorno di ciascun anno, se ne potrebbe inferire che
il primo mese dell'anno non fosse il diosthyo, ma in
ogni modo non può essere che uno dei primi, e pro-
babilmente sta avanti gli altri, nella serie diostlryo,
eleusinio, delfinio. Non si può arguire a qual posto
stesse l'kyakinthio.

20. nXtuiiuuog — (rcX^omna, 7tXrjOfia, nXrififia).
Cfr. per la forma dorica Ttordqiov (IV, 22). È il
giro, la tornata intera, cioè quanto dura un anno ; l'eroe,
YfviavTÓg in quanto ritornano periodicamente, quindi
anche X(untata nel nostro senso di rendita dell'anno ;
perciò bene traducono ilBòckh = e#^n'mo redilupecu-
niae, e il Dareste = dès le premier payemeat effettuò.

21-22. xuì sTci%sÌGÌ)ca rcdvxag ecc. . . .xdv xs Mov-
tìùv .. cfr. 1. 25 :.. . sv ry [io ver e irò. — La nostra iscri-
zione è certo, unitamente al Testamento di Diome-
don di Cos, una delle più diffuse e preziose quanto
ai particolari di tempo, di luogo e di modo nelle ce-
lebrazioni per il culto degli eroi. — Questo si cele-
bra con gran pompa nel Museo. In altre iscrizioni, se-
condo l'importanza delle persone e del momento, va-
riano i particolari : p. es., in un'iscrizione proveniente
da Odemisch {Croniques d'Orieiit. 1885, pag. 160),
un tale lascia una certa somma perchè sia sepellito
il figlio ne\Y rjQÓjov di famiglia, ma invece di porre
Ydvóqidvxa del defunto eroizzato nell' rjodòov, egli or-
dina dvc<axalhtvai tcqo xov i)qo)ov xrjg -Ovoag ixec-
Tt'Qio'J-i-v. Nel Testamento di quella Ago citata, di
Jerapytna, si riuniscono gli dvayxcaoi {necessariì) a
celebrare la commemorazione, invece che nel Museo,
èrcì x'ò dvóoidvii 'Ayovg (oi) Oi'vtXrj \_Xv-Dóxsg^ (C. I. G.
II, 2562) ; cfr. Philol. Sappi. II, 622 e segg., iscrizione
di Calaureia .. . &veiv . . . pouióv iff^o^anò'vovg tcuqù
xàv eìxóva xov àvóoòg a\_vxag 2w<pdveog. La costru-
zione del Museo e l'obbligo del celebrare in quello
annualmente tre feste commemorative rendono il fatto
contenuto nella nostra epigrafe pari per importanza a
quello ricordato in altre epigrafi per re e imperatori.
Il re Antioco di Commagene, p. es., s'era costruito un
fiQwov e aveva costituito un sacerdozio per la celebra-
zione annuale di feste che commemoravano il suo gen-
tilizio e la sua incoronazione (v. Puchstein, Sitzungs-
ber. d. preuss. A/cad. ci. Wiss. 1883,1, 50-51 (Ila)
e segg.). — Per le particolarità dei sacrifici e gli usi
rituali, v. Deneken, De theoxeniis. Berlino, 1881.—
Wassner, De heroum apied Graecos culla. Kiel,
1883. — Back, De Graecorum caeremoniis. Berlino,
1883.

32-33. oìvov §£vixòv, ìxavòv, óóxi/iov, song \ tqwv
mvóvxaiv. — Il Benndorf (Das Ileroon von Gjol-
baschi-Trysa, p. 45) trova òóxi^iov spostato e quindi
parentetico, e va bene. Quanto all'espressione £ag xqiwv
mvóvxmv, esclusa l'opinione dei primi traduttori che si
tratti di vino bastante per tre (interpretazione insosteni-
bile, quantunque grammaticalmente più esatta, perchè i
soci sono in numero di molti), mvóvrav deve avere un
soggetto (aviùw) e un oggetto (crateri, o calici o altro).
Ora, l'opinione del Benndorf che si tratti di crateri (op. e
1. cit., twg xqiwv.....von den drei ùblichen Krateren
 
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