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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

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Ricci, Serafino: Il pretorio di Gortyna: secondo un disegno a penna e manoscritti inediti del secolo XVI.
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https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0174

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327

IL PRETORIO DI GORTYNA

328

« with some fragments of columns, ornamented pede-
« stals, and squared blocks lying upon it; besides these
» are seven pedestals, wich formed part of a colon-
« nade that surrounded it; and snpported columns and
« statues; these are stili in situ on the west side, but
« only just appear above the surface of the soil from

- its recent accumulation around them. In Pocockès
« Urne there xvere eighi of these pedestals visible, with
« their columns standing-. Two of these columns, in-
« scribed, are now lying near ; and one of them contains
« the inscription No. 1 in Falkener's Antiquities of
« Candia, from Yenetian Manuscripts, of wich he has
« (jiven ten that exisled in the Urne of the Vene-
ti Hans ('). The other remaining inscription ist almost
« illegible; but the first words of it evidently show that

- it is one of those given by Belli. — This must have
« been a fine building, but yet insignificant in com-
« parison wihth many of those wich ornamented the
« cities of Lycia and Panfilia at the same time ».

Se noi confrontiamo ora la descrizione dello Spratt
con le precedenti, notiamo sùbito un perfetto accordo
nelle linee generali tra la descrizione del Pretorio e
i disegni dei mss. veneziani.

Le due colonne, che nel disegno si veggono sul
dinanzi dell'entrata, sarebbero il principio d*un portico
circondante l'edifìcio del Pretorio. Siccome perfino i mss.
del tempo parlano della colonna verso oriente caduta,
dobbiamo credere che l'autore del disegno, per ragioni
di simmetria, abbia rappresentata ritta anche questa
colonna. Quanto poi ad ammettere che il portico s'avan-
zasse nella stessa direzione delle statue, e le colonne
s'alternassero ai piedestalli con le statue, formando una
via trionfale di accesso forse coperta, quale suppone il
Palkener, sul modello delle avenues di Licia e di Panfi-
lia, non credo che noi abbiamo finora mezzi sufficienti per
deciderlo, come vorrebbe il Palkener (cfr. pag. 280-81);
il disegno, che par fedele nel complesso architettonico,
non ne dà traccia alcuna, nè credo verosimile vi fosse,
come contrario all' effetto delle statue stesse che sa-
rebbero state rinchiuse, e in prospettiva quasi coperte

(]) Il Palkener però, non conoscendo i mss. Barozzi del
Correr e della Marciana, cita le iscrizioni secondo la lezione del
Boekh; ma quelli contengono una ltzione alquanto diversa e in
parte più, in parte meno scorretta dell'altra del Biickh; cfr. note
a pag. 329 e segg.

dalle colonne e dal portico. Noi non siamo autorizzati
a supplire a capriccio ciò che non c'è, e dobbiamo
limitarci a riconoscere nel nostro disegno le linee prin-
cipali di ciò che si presentava dell'edifìcio sulla fine
del sec. XVI; molto resta perciò insoluto. Notisi, p. es.,
il particolare delle colonne iscritte, una delle quali,
ancóra al tempo dello Spratt, cioè almeno prima del
1865, avrebbe portato l'iscrizione citata dal Falkener
a n. 1, cioè l'epigrafe onoraria a Petronio Balbo (').

Un'altra epigrafe scolpita sopra un pilastro di mar-
mo a forma di mezza colonna fu scoperta anche dal prof.
Halbherr ma non se ne fa cenno nel nostro disegno.
Non è esclusa l'ipotesi che di sèguito agli otto pede-
stalli con le statue, quali vediamo nel disegno, altri ve
ne fossero anche senza statue, o d'altra forma, poiché
al tempo dei Veneziani lo stato di conservazione di
tutto il monumento dev'esser stato migliore di quello .
veduto poi dal Pococke, dal Tournefort e dallo Spratt.
Infatti dalle narrazioni rileviamo che al tempo dei
Veneziani almeno dieci, al tempo del Pococke otto e
sette soli a quello dello Spratt erano i piedestalli di
colonne o di statue che sono citati nelle varie descri-
zioni. In ogni modo, ammettendo continuazione di serie
nelle statue, nelle colonne e nelle stele onorarie, lungo
i lati della via d'accesso, questo sarebbe un argomento
per credere che fra i primi otto titoli onorari del disegno
non fosse compreso quello a Petronio Balbo, eh' era
scolpito su mezza colonna ; mentre invece la base iscritta,
che lo Halbherr cita come ancóra esistente al tempo
della sua spedizione in Gortyna (3), sarebbe stata una
delle più vicine al corpo dell'edifìcio, e perciò appunto
meno esposta alle trafugazioni ed ai vari accidenti di
distruzione.

Quanto all'ordine in cui erano le altre basi con
le statue, nuli'altro possiamo dire, poiché l'unico elenco
che sia in relazione col disegno, quello citato dal Ba-
rozzi, ci mostra undici iscrizioni, appartenenti a mo-
numenti onorari, senza darci un mezzo di identifica-
zione e offrendoci anzi un numero che non s'accorda
con quello del disegno (').

(!) Falkener, op. ultima cit., p. 278 (1), cfr. C. I. G., II,
n. 2593. — Il Tournefort, che riferisce questa iscrizione (op. cit.,
pag. 75), non aggiunge nulla in proposito.

(2) Op. cit., n. 156.

(3) Halbherr, op. cit., n. 157.

(*) Per la serie delle epigrafi del ms. Baruzzi del Correr,
vedi più innanzi a pag. 331 e segg.
 
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