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37 STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

di Este ; un vaso a cordoni e zone rosse e nere, e due
altri frammentati dello stesso genere, che ricordano gli
estensi del terzo periodo.

Questa zona archeologica dell'agro veronese del resto
veniva a trovarsi all'estremo limite occidentale del
Veneto e confinava colla Lombardia, dove si raccolse
il materiale, che nella nostra classificazione della situla
ascrivemmo al gruppo transpadano occidentale o ligure-
celtico (»).

Anche in cotesto gruppo, gli elementi decorativi
geometrici appaiono applicati alle situle sia da soli,
come nella più piccola di Trezzo (2) (sei file di bitor-
zoli), sia fusi con lo stile figurativo, come nella mag-
giore di Trezzo (3) e in quella di Sesto Calende (4).
Ma, lasciando stare per ora siffatto gruppo e ritornando
al gruppo transpadano orientale o veneto, dobbiamo da
Este piegare ad oriente, per ritrovare a poca distanza
un'ultima situla, la quale occupa un posto impor-
tante allato a quelle sin qui analizzate, sebbene sia
disgraziatamente in assai cattivo stato di conservazione.

A' piedi della collina d'Asolo, in un arcaico sepol-
creto, della cui suppellettile anche di recente si eb-
bero scarsi, ma caratteristici avanzi, fu scoperta nei
primi decenni del nostro secolo una situla (5), che io
presi in accurato esame, allorché l'anno 1882 visitai
la provincia di Treviso, rintracciandovi reliquie della
civiltà paleoveneta.

La situla, scoperta ne' primi decenni di questo se-
colo, era posseduta dalla famiglia Scomazzetto, e, dopo
la morte dell' egregio sig. Pacifico Scomazzetto ispet-
tore degli scavi, passò al Municipio d'Asolo. Rimangono
di essa solo alcuni frammenti, che furono adattati ad
uno scheletro di cartone (fig. 8). Questo non è tale
però da doversi riguardare come modello della forma
originaria della situla, che doveva essere molto più
alta. Resta una buona porzione del collo con l'orifi-
zio e tutto intero il piede con una particella del corpo
della situla, saliente a tronco di cono rovescio. Del
corpo medesimo restano poi due notevoli pezzi, che
spettavano alla parte centrale e che rimangono come

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isolati e sconnessi dalle altre parti. Delle parti antiche
della situla offriamo una riproduzione ricavata da un
disegno fornitoci cortesemente dal sig. ing. Giovanni

Biadene (fig. 7 a).

La conservazione del collo e del piede ci dimostra
il modo come la situla era sagomata in alto e in

Fig. 3. — Da disegno

basso. Il collo è alto m. 0,034 e la bocca ha l'orlo
espanso in fuori, anziché accartocciato intorno ad una
anima metallica: il quale particolare riscontrammo
anche nella situla a ornati geometrici n. 396 di Villa
Benvenuti (fig. 3 a) (').

La modinatura della parte inferiore della situla a
guisa di toro e il piede imbutiforme si hanno nella si-
tula figurata estense del fondo Capodaglio n. 2625
Del resto di un simile piede aggiunto alla situla ve-
demmo un antichissimo esempio nella situla di Cor-
neto-Tarquinia (3), a proposito della quale ricordammo
anche un esemplare della necropoli di S. Lucia (4).

La situla sopra citata del fondo Capodaglio e
quella di S. Lucia si raffrontano a quella di Asolo
anche per la forma della bocca avente il labbro espanso
anziché arrotolato.

(') Parte ì, col. 180-183.

(2) Parte I, col. 181. Montelius, op. cit, p. I, s.B, tav. 4 ,
fig. 20.

fig.

(3) Parte I, col. 180. Montelius, ibid., fig. 19.

(4) Parte I, col. 183. Montelius, op. cit., p. I, s. B,
1.

tav. 62,

(5) Parte I, col. 179.

(ij V. sopra, col. 10, dove citammo altri esempi di simile
conformazione del labbro delle situle.

(2Ì Parte I, col. 176. , .

(3) Parte I, col. 168. Pubblicai ivi di nuovo la detta sitala,

C01- w'ibil'nota i. Cfr. anche sopra, col. 10, nota 4.
 
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