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LA S ITU LA ITALICA PRIMITIVA

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quali raggiunsero notoriamente l'epoca prima del
ferro ('). Si noti che frai fittili ornati di borchie de' se
polcreti su ricordati sono appunto talune ciotole o coppe
o tazzine, se non esattamente eguali per la sagoma e per
1' ansa, analoghe almeno per la specie alla ciotola di
Casinalbo. E finalmente si tenga presente quest' altra
circostanza, che sembra a me singolarissima e favo-
revolissima alla tesi eh' io sostengo : uno degli esem-
plari di queste tazze imbullettate fu per l'appunto
raccolto presso la riva del Panaro : nel sepolcreto di
Savignano, posto sulla linea di confine fra la zona delle
terremare e quella delle necropoli del tipo di Villa-
nova. Tale scoperta accenna veramente alla espan-
sione occidentale delle industrie di Villanova. Il Pigo-
rini toccò, come dissi sopra, di qualche ossuario di
Casinalbo, che gli sembrava annunziare un dirozza-
mento e progredimento di forma a paragone de' fittili
comuni delle terremare (2).

Questa sorta di ornamenti fu adunque importata
e forse imitata a Casinalbo nel tempo dello sviluppo
delle industrie di Villanova nel territorio bolognese.

Ho già avvertito come i vasi caratteristici con co-
desto ornamento usciti dai sepolcreti di Bologna e di
Savignano siano tazze, come tazze sono appunto i vasi
preponderanti sia del territorio etrusco, sia dell'agro
falisco. La tazza di Savignano con l'ansa orizzontale è
del tipo delle ciotole-coperchio : alcune delle quali ap-
parvero ornate di borchie di bronzo a Vulci, a Vetulo-
nia, a Monte S. Angelo, a Falerii. La tazza del sepolcreto
Benacci (fig. 32) richiama del pari, in quanto alla sa-
goma, le tazze col manico verticale rialzato scoperte
nell'agro falisco e fregiate parimenti di borchie (cfr.
fig. 23, 28).

Si tratta adunque precisamente di que' tipi di vasi,
cui già nell' Italia centrale erano di preferenza appli-
cate le borchie metalliche.

Anche le fusaiuole dei sepolcreti bolognesi trovano
il loro riscontro nella fusaiuola di Narce.

E v' ha di più. Tra i vasi, che nel territorio etrusco
e falisco ebbero l'ornamentazione de' chiodetti, è la
scodella con doppia ansa verticale. Or bene, se nelle
necropoli bolognesi non venne fuori una tazza iden-

(») Cfr. Pigorini, Bull, di paletti. I (1875), p. 129 e 131;
XVI (1890), p. 39, 149-150. Helbig, Ann. dell'Inst. 1875,
p. 233-235. Montelius, La civilisation, p. I, s. B, col. 105.

(2) Cfr. sopra, col. 117-118.

tica così decorata, se n' ebbe una singolarissima con
un genere d' ornato molto affine alle borchie di bronzo
nel sepolcreto di Verucchio presso Rimini, che alle
necropoli bolognesi si collega strettamente.

Il vaso (fig. 35), fu pubblicato dal Brizio, che così lo
descrive (') : « tazzina di terra nera a doppio manico,

Fig. 35. — Da Brizio, op. cit. nella pres. col., nota 1.

con pareti coniche, piede a semplice basetta ed orlo
rastremato e dritto. Sopra i due manici ad orecchietta
verticale con alette sul vertice, notasi un ornamento
speciale che consiste di una fila di circoletti riempiti
di pasta biancastra con puntino di terra sul centro.
Altri due di questi circoli sormontano due specie di
tubercoletti sporgenti uno per parte dalla costa della
tazza. Tali ornamenti si ottennero imprimendo nella
terra, quando ancora era fresca, tanti anellini di con-
chiglia oppure di osso, i quali, dopo la cottura, as-
sunsero 1' aspetto come di una pasta biancastra, di uno
smalto, il quale sul fondo nero della tazza dovea viva-
mente spiccare ». « È un genere d'ornamentazione »
conchiude giustamente il Brizio « che ricorda quello
delle cosidette borchiette di bronzo con o senza spina,
già incontrate nei vasi delle necropoli arcaiche ».

All'affinità del genere dell'ornamentazione s'aggiunge
1' affinità del tipo del vaso, che è proprio uno di quelli
più caratteristici e dell' agro falisco, cui si adattarono
le borchie di bronzo. Basta confrontarlo con 1' esem-
plare di Narce sopra descritto (fig. 26), a cui è asso-
lutamente identico.

Una ciotola della stessa sagoma, ma con una sola
ansa verticale rialzata, uscita dalla necropoli di No-

(') Notizie degli scavi, 1894, p. 301, 302. Il vaso è ripro-
dotto dalla fig. 10, a p. 301.
 
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