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la situla italica primitiva

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che tutta quanta la civiltà della prima età del ferro,
con le sue nuove industrie tecniche e coi suoi nuovi
elementi artistici, ha seguito la medesima via, adat-
tandosi e fondendosi a grado a grado con la civiltà
del bronzo quivi anteriormente diffusa. Pensare ad una
provenienza diversa dell'ornamentazione di questo se-
condo gruppo sarebbe andare in traccia d'una strana
eccezione. La quale eccezione è, allo stato presente delle
scoperte e degli studi, assolutamente inammissibile.

D'onde mai, se non dall'Etruria, avrebbe potuto
venire nella regione bolognese cotesto uso di configgere
le borchie ne'fittili? Dato pure e non concesso che
non fosse stato inventato per la prima volta nel-
1' Etruria, come noi crediamo probabile, ma introdotto
quivi d' oltremare da qualche ignoto centro di civiltà
e che di là potesse penetrare in altre regioni italiane
per vie diverse da quella del Tirreno, quali potrebbero
essere state le altre vie dell' importazione di questa
maniera di decorazione nel Bolognese? Nessun vaso
borchiato è uscito dalle necropoli picene, che potesse
far pensare alla provenienza dall'Adriatico; e, se ri-
saliamo oltre il Po, nel settentrione della penisola e
più in su ancora al di là delle Alpi, noi ritroveremo gli
esempì della decorazione, di cui si tratta, in alcune
necropoli che appartengono ad un periodo non ante-
riore al secondo stadio delle necropoli arcaiche bolo-
gnesi, e in cui, per consentimento presso che univer-
sale degli archeologi, è manifesto l'influsso della
civiltà del sud.

Che quella decorazione facesse il cammino inverso
e d'oltr'Alpe discendesse in Italia, come in via d'ipo-
tesi pensava 1'Helbig ('), ci sembra non potersi cre-
dere per la ragione testé allegata : la quale è la me-
desima del resto, che c' indusse ad escludere la pro-
venienza nordica della situla di bronzo e della cista
a cordoni

Il centro di produzione primo dei vasi borchiati
fu 1' Etruria ; nè altri centri possono essere sorti al-
trove per virtù propria, spontaneamente, indipendente-
mente dal primo. La statistica messa innanzi da noi,
i dati topografici e archeologici raccolti, le considerazioni
tecniche allegate sulla origine e lo sviluppo di questo
modo di fregiare i vasi d'argilla, il raffronto tipologico

(') Helbig, Das hom. Epos*, p. 37fi, 377.
(*) Parte I, col. 225.

instituito fra i vasi stessi, concorrono a dimostrare che
dall' Etruria venne cotesto uso delle borchie alle in-
dustrie ceramiche della regione bolognese. Senonchè
rimase tal sorta di decorazione sempre assai circoscritta
e rara in quella regione. Soltanto al di là del Po, nel
Veneto, e segnatamente nel territorio atestino essa si
estese e ritrovò ivi la sede del suo pieno e definitivo
e mirabile svolgimento.

b) Gruppo cispadano orientale.
Este.

La grande importanza, che hanno i vasi fittili bor-
chiati della necropoli atestina per il numero esuberante,
che ne fu quivi raccolto e per la molteplicità de' motivi
che si sono ottenuti, il valore singolarissimo poi che
fra cotesti vasi hanno quelli a forma di situla c' in-
dussero già, come dicemmo, a introdurre nella nostra
monografia una trattazione generale del tema, di cui
le prime due parti, riguardanti il materiale del gruppo
etrusco-falisco dell' Italia centrale ed umbro-etrusco
della regione emiliana, servirono come di base a questa
terza principalissima, riserbata al gruppo veneto. Il
quale gruppo si potrebbe a buon dritto chiamare ate-
stino per la prevalenza assoluta dei vasi così decorati
usciti da Este a rispetto di quelli raccolti altrove. Si
può dire anzi che del gruppo veneto i vasi borchiati
non atestini siano esemplari sparsi, erratici, isolati.
Soltanto nel gruppo alpino ne ricompare una serie nu-
merosa, proveniente dalla necropoli di S. Lucia.

I vasi atestini, di cui prendiamo a trattare, sono
sempre in buona parte inediti ; ma neppure i pochis-
simi pubblicati si possono dire ben noti, essendone
state ricavate col disegno riproduzioni poco fedeli, ta-
lora infedelissime e infelicissime. Nel registrare ora
per la prima volta in ordine topografico tutti gli esem-
plari di simili vasi, che ho sottoposto scrupolosamente
uno per uno ad accurata autopsia, offro riprodotti con
figure desunte da nuove fotografie alcuni dei più rag-
guardevoli; oltredichè aggiungo nelle tav. II, i tipi
tutti dei motivi ornamentali, che mi fu dato rac-
cogliere e ai quali mi richiamerò nella mia descrizione.
La tavola fu pazientemente e maestrevolmente dise-
gnata dal sig. Ezio Bianchi, sotto la mia direzione,
con 1' aiuto delle fotografie dei vasi, e di vari schizzi
e ricordi presi da me sugli originali.
 
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