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quattro cordoni nella parte superiore, ha lo stesso
particolare delle punte coniche fittili attorno al ven-
tre ('). Si crede dallo Zannoni di provenienza atestina.

Eitornando alle borchie di bronzo, gli ossuari ate-
stini del tipo, più o meno modificato, di Villanova,
cui furono applicate, sono alquanto scarsi. E si ca-
pisce perchè. Quegli ossuari erano prossimi a scompa-
rire coli'affermarsi vieppiù deciso d'un nuovo tipo d'os-
suario, il tipo della situla. Già in ognuna delle tombe,
cui appartengono i vasi del tipo di Villanova sopra in-
dicati, appariva anche la situla fittile, la quale finì ben
presto col restar sola soppiantando il vaso più antico.

E la situla fittile venne a ricevere, durante tutto
il secondo periodo della civiltà atestina, le borchie di
bronzo. L'ornamentazione a borchie di questo vaso pos-
siamo studiarla in una serie copiosissima di esemplari,
in tutto il suo sviluppo, dalle forme più semplici alle
più complesse. Al quale proposito giova ad ogni modo
mandare innanzi un' osservazione identica a quella che
facemmo nello studio degli ornati geometrici della
situla di bronzo. È una decorazione, che non passa
per uno stadio di lento perfezionamento ; ma ci appare
ad un tratto formata e svolta in una serie bella e ricca
di motivi, che noi abbiamo dato riprodotti sulla tav. Il,
(fig. 1-3, 18-21).

Comune a tutti i vasi a situla è la fila orizzontale
continua, che orna il margine della spalla (tìg. 1) ;
più rara la fila interrotta (tìg. 2); frequenti gli an-
goletti, che a intervalli più o meno brevi si spiccano
ordinariamente di sotto da codesta fila (3 a, 3 b). Ma
già fin dall' età più arcaica la decorazione ci appare
più complessa, occupando la spalla e la zona superiore
del corpo conico. Esempio insigne di questo sollecito
svolgimento decorativo è la situla n. 39 (tìg. 37), ap-
partenente alla tomba n. 5 di villa Benvenuti, una delle
più antiche del secondo periodo, come quella che ad un
solo ossuario a situla ne unisce tre della primitiva forma
di Villanova, due de' quali graffiti. Or bene : già in-
contriamo qui un sistema organico di ornati geome-
trici : nella spalla il meandro, dalla spalla in giù il
motivo a zig-zag.

Meandri di diverse sagome a tìla di borchie sem-
plici (tav. II, tìg. 22, 23 a, 23 b, 24) ci offrono disposti

(') Zannoni, Gli scavi della Certosa, tav. CXXXV, fig. 8;
cfr. ]>. 396, nota 2. Spetta al sepolcro etrusco n. 7.

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sulla spalla altri esemplari (n. 130 [fig. 38], 138 della
tomba n. 10 di Villa Benvenuti; n. 4439 della tomba
n. 156 del fondo Boldue). Un esemplare del fondo Na-
zari (tìg. 52), ha invece in una zona sotto alle spalle
una serie di linee spirali (tav. II, fig. 30 b). Fin qui
i disegni si limitano ad una sola porzione del vaso.

Ma in quattro esemplari 1' artista ha voluto rico-
prire tutta la superfìcie della situla con una serie
molteplice e svariata di motivi.

Sono i vasi seguenti :

1° n. 378, tomba n. 21 (fig. 44) di villa Benvenuti;

2° n. 520, tomba n. 26 (fig. 45) della stessa località;

3U n. 1778, tomba n. 79 del fondo Lachini-Pelà ;

4° esemplare del fondo Nazari (•).

I più belli per la buona conservazione e per la
bella e armoniosa copia de' motivi sono i due vasi di
villa Benvenuti. Essi rappresentano veramente F apo-
geo dell' arte decorativa atestina de' vasi fittili. La
intera superficie de' vasi, eccetto il collo, è dissemi-
nata d'ornati, che nei abbiamo a suo tempo descritti.
Ogni motivo è ottenuto con una doppia fila di borchie.
Alle linee orizzontali, agli angoletti doppi, che sono
come embrioni di meandri, s' aggiungono i meandri veri
e propri di vario tipo, uno de' quali occupa un posto
distinto nel campo di ambedue i vasi (tav. II, fig. 25,
26) e ivi si sviluppa ampiamente.

In uno de' due vasi Benvenuti (il n. 520) occorre
anche una specie di meandro a linee oblique (tav. II,
lìg. 27). Questo meandro obliquo, ancora più complicato
e artificioso, si distende poi con maggior larghezza sul
vaso n.1778 del sepolcreto Lachini-Pelà (tav. II, fig. 28),
proveniente da una tomba vetustissima (n. 79), ove
è ancora l'ossuario del tipo di Villanova.

Dinanzi a questo lusso di ornati noi ci dobbiamo
naturalmente domandare come i vasai atestini li ab-
biano ideati, onde li abbiano attinti, qual fine si siano
proposti di conseguire.

L'adattamento di questa ornamentazione alle si-
tuie fittili è dovuta agli artefici veneti. Imperocché,
se la riproduzione in terracotta della situla di bronzo
è un fatto riscontrato, oltrecchè nel Veneto, nella re-
gione felsinea, nessun esempio abbiam veduto d'un
vaso situliforme del Bolognese, che sia stato fregiato
con le borchie di bronzo. Osservammo invece che quel

(!) Sopra, col 156, 157.

STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE
 
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