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d' una città greca

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ondulati da lì in poi. A confermare le affermazioni
degli scavatori, negli strati più bassi si presentò in
mezzo allo sabbie vergini una macchia a contorno
deciso, rispondente ad un cavo o galleria aperta nel
fianco del colle, e poi ostruita da successivi franamenti

(cfr. nella pianta l'area segnata col contorno-----) ;

aveva una largh. di m. 2,00 per una altezza non ac-
certata, e fu seguita per m. 3,00 di prof., per modo che
aggiungendo la parte esterna franata o levata dallo
scavo, si dove calcolare una profondità totale di m. 7,00
almeno. Su tutto il piano di questa galleria si trovarono
sparsi cocci di vario genere, tra cui alcuni ad ottima
vernice nera, a pareti sottilissime (pieno sec. V). Tutto
quosto materiale fu raccolto nel terreno di riempimento
dell'anzidetto cavo, mentre i saggi fatti nelle arene com-
patte vergini nulla diedero.

Da queste e da altre osservazioni fatte, per quanto
riesca diffìcile stabilire esattamente la composiziono
del deposito delle terrecotte e degli anathemata, questo
panni tuttavia sufficientemente provato :

A) Che tutto il margine sud di detta collina
ha subito da secoli una modificazione per scivolamenti
e frane, in seguito alle quali l'estensione della ter-
razza fu considerevolmente diminuita, scomparendo
anche le tracce del santuario, che su quel ciglio doveva
esistere ; santuario la cui esistenza è indirettamente pro-
vata dal complesso degli anathemata, direttamente dalla
terracotta architettonica, che più avanti si descrive.

B) Che intorno a questo santuario vi erano, sopra
un' area ristretta, parecchi depositi di anathemata di
rifiuto, consistenti in terrecotte ieratiche, piccolo va-
sellame e piccoli bronzi. Che tali anathemata venissero
deposti dentro ingrottamenti artificiali nel fianco della
collina, forse poi riempiti intenzionalmente di sabbia
per nasconderli, è estremamente probabile.

C) Sull' indolo della divinità e del santuario non
meno che sulle sue forme architettoniche non si pos-
sono emettere che delle ipotesi. Era certo un santuario
primitivo ; e perciò sorride l'idea che fosse in legno, con
che si accorderebbe la sua totale scomparsa. Essendo
esso fuori della città, e soprastante ad una delle ne-
cropoli apparisce probabile la ipotesi che fosse sacro ad
una delle divinità funebri (Demeter-Core, Persefone).

D) Esso deve essere stato distrutto nella seconda
metà del V secolo, perchè tutto il materiale raccolto
risponde appunto a tale determinazione cronologica.

III. Gli Anathemata.

A) Le terrecotte 'plastiche.

Alla illustrazione di questo copioso materiale devo
premettere, che le figurine rinvenute, fra intere e rotte,
ammontavano a parecchie centinaja, senza calcolare i
minori frammenti. Io ebbi la buona ventura di poter
mettere le mani sulla massa principale, la quale venne
assicurata al Museo di Siracusa, all'infuori di pochi
doppioni di cattiva conservazione, da me rifiutati, che
passarono ad un negoziante di antichità della stessa
città. A Granmichele mi si era fatto credere, che una
buona quantità di terrecotte fosse stata venduta ai
Musei di Palermo e Napoli ; ma notizie attinte alla
direzione di quei due Istituti smentirono tale asser-
zione; nò sembra che nel 1894 terrecotte di Granmichele
sieno apparse sui mercati antiquari di Palermo e Na-
poli; sicché, all' infuori di pochi pezzi dispersi, ho motivo
di credere che il meglio sia pervenuto al Museo di
Siracusa, e che tutto il materiale sia stato da me esa-
minato. Con codeste terrecotte rinvenute nel 1894-95
pare s'abbiano a mettere in intima relazione altre
rinvenute molti anni prima, ed io penso nella mede-
sima località; sono gli esemplari del Museo dei Be-
nedettini in Catania, che io cito più oltre, ed altri
busti con grandi teste acquistati in Granmichele dagli
antiquari Fallica di Catania e venduti all' estero ;
sembra dunque che una parte del deposito sia stata
sfruttata assai tempo prima delle ultime scoperte.

Le terrecotte sono in complesso di buona conser-
vazione, quando non rotte, perchè tutte furono deposte
nelle sabbie finissime ed asciutte della collina; solo
una parte è rivestita di una forte e dura pellicola di
idrati di calce, depositatavi dall' acqua di filtrazione ;
poche hanno la superficie alterata. 1/ impasto cretoso,
onde sono plasmate, rappresenta varie miscele corri-
spondenti non tanto ad officine diverse, quanto ai di-
versi periodi dell' arte, cui i vari gruppi di terrecotte
spettano ; nò mi dilungherò in una analisi di codesti
impasti, che alla superficie presentano un colore presso
che eguale, bigio smorto sporco, con vari toni, di rado
debolmente aurato, mai rosso o roseo ; il che sembra
provare l'unicità dell' officina, od almeno la provenienza
da varie officine dello stesso centro, alimentate da crete
 
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