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e di una classe di tripodi di tipo greco-orientale

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La patria di questo tipo deve ricercarsi nei paesi
dell'Asia Anteriore: esso, come vide già il Curtius ('),
è il derivato e il formale perfezionamento, dovuto all'arte
greca, del tipo orientale del toro alato con testa umana
a molte corna, che, parallelamente all'altra forma di
intera figura animalesca munita di ali, fu destinato
ad usi svariati nell'arte dei popoli della Mesopotamia,
che ne sembrano gì' inventori (2). Fra tali usi vi è
appunto 1' applicazione di esso a sostegno architetto-
nico (3) colla manifesta intenzione di simboleggiarne
materialmente la saldezza e la forza. È evidente-
mente lo stesso concetto, a cui, in un' architettura
strettamente connessa con quella delle regioni sud-
dette (4), dico la persiana, si è ispirato il noto tipo
dei capitelli con due mezzi tori addossati e genuflessi,
che, sporgendo di profilo immediatamente al di sotto
dell' architrave, hanno l'aria di sorreggerlo col dorso (5).
Che questo motivo fosse piaciuto ai Greci, posti più
a contatto colle monarchie asiatiche, era già noto dai
capitelli ionici con teste di bue del tempio di Efeso,
e da quelli dorici più recenti del « portico dei tori »
in Delo (6). Ma ora il piccolo bronzo dell'Acropoli,
che anche negli altri suoi elementi costruttivi manifesta
l'ispirazione dall' architettura ionica, ci mostra il tipo
della Mesopotamia, grecamente nobilitato, adibito alla
guisa delle protomi persiane ; del che ci mancano finora
esempì dell'architettura vera, come parimenti ignota

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(') Ges<Èjjm,Abhandlungen, II, p. 131 (Plastik der Hellenen
art Quellen ecfc). A torto il Lehnerdt, Ardi. Ztg. 1885, p. 115,
nota 10, e pressoUìoscher, Lex. d. Myth., I, col. 1489, preferisce
derivarlo dal tipór^lel Centauro.

(2) Ampie considerazioni e bibliografia per ambedue i tipi
v. presso Benndorf, Ileroon von Gjolbaschi-Trysa, p. 65 segg.
Non manca anche l'« Acheloo j> con le ali, cf. ibid. p. 68 (mo-
nete della Licia), e anche Friederichs, Kl. Kunst. 1558 s5.

(3) V. Perrot-Chipiez, ffist. de l'art, II, 483, fig. 216, 217
e tav. IX appresso a p. 544: tori a faccia umana della porta
del palazzo di Sargon ; cf. l'imitazione nei propilei di Serse,
ibid. V, tav II. Altri esempi d'uso analogo ibid. II, p. 224,
fig. 83, 84 (toro di Kujungik); fig. 85, 86 (sfìnge, grifoni e
leoni). Cf. poi Puchstein, Jahrb. d. Inst., VII, 1892, p. 8.

(4) Cf. Benndorf, op. cit., p. 66 seg.

(5) Perrot-Chipiez, op. cit., V, pag. 455 segg. e 486 segg.
fig. 311-313, 318. Benndorf, op. cit., fig. 46a.

(6) Expéd. do la Marce, III, tav. VII seg. (portico di Dolo).
Durai, Baukunst der Griechen1, p. 253, fig. 175 (Efeso). Benndorf,
1. cit., fig. 464,46c. Per le influenzo reciproche dell' arte persiana
e greca cf. Furtwangler, Arch. Anzeiger, 1892, p. 113 segg.
a proposito di uno stambecco di stile greco-persiano in Berlino
(il compagno in Collect. Tyszkieivicz, tav. Ili); e inoltre i
sigg. Radet e Ouvret intorno la stela di Uorylaion, Bull. d. corr.
hell. 1894, pag. 129 segg.. tav. IV bis.

ce n' era prima d'ora la sua combinazione coll'arco,
originario anch' esso dell' Oriente. E perfezionato ne ap-
pare qui il concetto istesso, sia per la chiarezza ed ener-
gia, onde, meglio che nei capitelli persiani, è simbo-
leggiato lo sforzo del sostenere, sia per la maggiore sa-
pienza, onde, a confronto dei tori a testa umana dello
porte di Ninive e di Persepoli (1), queste protomi di
« Acheloo », anziché sopportare colla schiena, come
fan quelli, tutto il peso dell' arco, ne aiutino invece la
funzione là dove, la curva cessando di essere tangente
col piano dell' architrave, quella verrebbe a perdere
la sua efficacia, e in pari tempo servano a riempire
abilmente gli spazi, intercedenti fra le due linee. Con
ciò abbiamo un sistema architettonico mirabilmente
animato, e che ad un tempo adempiva probabilmente,
colle facce dei mostri, all'ufficio di ànoxqónaiov (2).
Del resto un tale adattamento di queste protomi,
che ci ha ricordato opere dell' architettura, ha nel
caso presente, in cui d'altro non si tratta che di un
utensile, una stretta analogia anche coll'uso tectonico
ed ornamentale di animali parimenti appaiati e rivolti
in opposta parte, quale si vede in utensili di bronzo
attribuiti alla metallurgia ionico-calcidese

Lo stato di conservazione del frammentino del-
l'Acropoli, che, a parte qualche frattura e corrosione,
è eccellente, ci permette di apprezzarne per ogni verso
il suo valore artistico.'La fusione è eseguita con tanta
precisione e con uno studio così amoroso, che i sin-
goli particolari appaiono con tutta nettezza (v. fig. 1
e tav. IX, n. 1). Mi basti rilevare la maniera ondo
sono rese le pieghettature delle vesti, che è tale da
farle distinguere l'una dall' altra, e in ispecial modo
l'abbigliamento di Dioniso, che, sebbene così compli-
cato, è chiaramente espresso in tutte le sue parti.
AH' opera diligente della fusione è poi aggiunta quella
coscienziosa del cesello : gli orli delle vesti sono ornati
con fini incisioni, di linee a zig-zag e più sopra di
linee ondulate nel giubbino dell' auletria, di file di
puntini tra una o più linee orizzontali nei mantelli
degli altri ; i peli della pelle di pantera sono indicati

(') Cf. intorno a questi la giusta osservazione di Perrot.
1. cit, II, p. 497.

(2) Una potenza ripulsiva fu attribuita tanto alla figura
del toro con o senza ali, quanto a quella del toro-uomo.
Cf. Benndorf, 1. cit. e Baumeister, Denkm., Ili, p. 2045, fig. 2253.
Cf. gli esempì citati da me a p. 284 nelle note 3 e 4.

(3) V. intorno a questi cap. Ili, p. 329 segg., 336 segg.
 
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