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341

E DI DNA CLASSE DI TRIPODI DI TIPO GRECO-ORIENTALE

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Or bene questo gradevole giuoco di linee, pro-
dotto attorno ad un centro da tralci attortigliati e
combinati con palmette, si rincontra anch' esso nelle
opere dell' arte greco-orientale. Infatti, non solo V or-
nato sul rovescio del sopra citato specchio di Co-
rinto (') ha somiglianza coi descritti (cf. specialmente
il n. IV); ma anche su i vasi di Melos ritroviamo
gli stessi schemi di spirali, sia convergenti sia diver-
genti, le stesse unioni di esse con palmette di forma
pure identica (un esempio ne dà la fig. 21) (2); spirali
e palmette in combinazioni più o meno simili ricor-

Fig. 21.

rono pure in vasi di Rodi e nei sarcofagi di Clazo-
mene (3) ; e le volute a doppio C contrapposto del
n. IX, oltre al ricordarci un motivo tipico ciprioto (4)
ci si ripresentano parimenti nell'ornamentazione ro-
dia (5) e, in mezzo a un ricco sviluppo di fiorami, in
quelle d' un' anfora a f. n. del Museo Archeologico di

(') Dumont-Chaplain, Céramiques, II, tav. XXXIII; cf. sopra
p. 337, nota 5. Per l'elomento essenzialmente metallico della
spirale cf. i tripodi della specie ordinaria figurati in moneto
di Crotone, Baumeister, 1. cit., II, fig, 1021, 1123.

(2) Conze, Afelische Thongef., tav. V, 1, cf. vignetta sotto
le note; ibid., tav. I, 1 e 4; cf. Riégl, Stilfragen, p. 154 scgg.,
fig. 66, 67.

(3) Vasi di Rodi, p. e, Salzmann, Nécropola de Camirus,
tav. LI, 37 e 46 = Riegl, p. 161, fig. 70, 71; p. 167, fig. 75 e
specialmente il piatto coli' Euphorbos, Salzmann, tav. 53 = Bau-
meister, Dcnkm., p. 730, I, fig. 784: si noti anche qui il pen-
zolare dall'alto. Dei sarcofagi di Clazomene il motivo più pros-
simo appo Riegl, 1. cit., p. 171, fig. 79.

(4) Cf. p. e., Perrot-Chipiez, III, p. 706, fig. 518 = Bau-
meister, Denkm., Ili, p. 1951, fig. 2082.

(5) Cf. Jahrb. d. Inst., I, 1886, p. 141, n. 2975 e di nuovo
il piatto dell' Euphorbos nell' interno degli scudi.

Firenze (v. fig. 22), la quale non solo per questo ma
per la sua forma stessa e per lo stile si ricollega colla
ionica anfora Northampton ('). E appunto da questa

Fig. 22.

ultima, in cui abbiamo già riscontrato un tripode del
tipo a verghette (2), come parimenti da qualcuno dei

(>) N. d'inv. 1818. Riprodotta da una fotografia col per-
messo del Direttore prof. L. A. Milani. E la compagna di
quella citata sopra a p. 333, la quale però è priva degli or-
nati sotto i manichi. Sul corpo si ripete da ambedue le parti la
scena d'un guerriero in conversazione animata con un uomo in
abito di pace ; sul collo scene generiche di armamento o di
partenza, ognuna di quattro figure. Un'anfora somigliantissima,
frammentata, ù nel Museo Civico di Orvieto. Terra rossa finis-
sima, vernice splendente, molto violetto: le palmette hanno il
centro violetto, contornato da due file di puntini bianchi, e le
foglie alternativamente violetto e nero, distinto da linee graffite;
sulle vesti e in altri tratti delle figure altri puntini bianchi
o violetti qua e là (cf. sopra fig. 20). Le figure in questi vasi
sono tutte lunghe e smilze con gambe sottili. Il disegno secco,
preciso, con molte incisioni, ricorda anche la maniera di Exe-
kias e Amasis. Gsoll, Fouilles de Vulci, p. 505 non dubita che
questi vasi siano da ascrivere alla ceramica attica. Noterò soltanto
che il motivo ornamentale nell'anfora di Exekias Wiener Vor-
legebl. 1888, tav. VI, fig. 3 d, è un po'diverso da quello che
si vede nei vasi di Firenze ed Orvieto, e di uno stile più parti-
colarmente attico.

(*) Gerhard, Auserl. Vasenk, tav. CCCXVII-CCCXVIH; cf.
cap. II, p. 311, nota 3.
 
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