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PRESSO BOSCOREALE

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si apriva verso la stanza annessa alla cucina, ed era in-
cernierata nei ritti di legno che ne formavano gli sti-
piti. Anzi era chiaramente visibile che un' imposta,
quella di sinistra, fosse chiusa, e l'altra fosse rimasta
spalancata nel momento del disastro. L'armatura della
scala e questo tramezzo avevano offerto per lungo
tempo saldo appoggio alle travi ed ai correnti della
soffitta. Le tracce di questa infatti erano visibili al
disopra delle impronte del tramezzo; di più per le
medesime fu rilevato che nel punto di appoggio della
scala ricorreva un rinforzo di travi accoppiate, in
modo da formare un largo architrave. Le tracce di
questo rinforzo si vedevano ancora sopra all' architrave
dell'unica finestrella a feritoia, chiusa da sbarre di
ferro, la quale occupava in alto il mezzo della parete
di fondo. Ma il semplice appoggio di quel rinforzo
di travi sopra all' architrave della finestra non sa-
rebbe stato in nessun modo proficuo senza che un
grosso corrente lo avesse attraversato sotto. A tale
scopo serviva sull' angolo della stanza un pilastro in
muratura, sopra cui, normalmente alla parete di fondo,
era l'incavo pel detto corrente.

Le pareti di questa stanza, come quelle della cu-
cina, erano semplicemente rabboccate con calce, senza
indizio d'intonaco vero e proprio; quindi si manifestava
anche maggiormente essere questa una parte di edificio
rustico dove avevamo anche il pavimento formato sol-
tanto con terra battuta. Ora di questa parte di edificio
rimane scoperto solamente 1' angolo a destra, essendo
tutto il resto sepolto sotto il confine del limitrofo pro-
prietario sig. Pulzella. Nondimeno altri punti della
stessa continuazione di fabbrica rustica si vedono sco-
perti, cioè tutto il muretto che divideva la cucina
e parte del muro che formava limite a manca, e che
era una prosecuzione di quello ove si apriva la porta
di comunicazione col bagno. In quel muro era visibile
la spalletta dell'ingresso all' unica stanza che occupava
l'angolo nord del fabbricato, e che fu scoperta nel 1876
dal sig. Pulzella, e designata col nome di stalla a
motivo degli scheletri equini e suini ivi rinvenuti.
E bene si addice quel luogo ad uso di stalla, perchè
corrisponde alle norme stabilite da Vitruvio (VI, 9)
per tali rustiche costruzioni, cioè: equilibus quae ma-
xime in villa loca calidissima fuerint, constituantur,
dum ne adfocum spectent ; cum enim iumenta pro-
xime ignem stabulantur, horrida fìunt.

Nello sgombrare dalla terra di riempimento questo
annesso alla cucina, si incontrò il cunicolo praticato
dal sig. Pulzella all'altezza di circa un metro dal pa-
vimento, cioè sopra allo strato di lapillo come si è
accennato da principio. Con quel lavoro pericolosissimo
si raggiunse soltanto la parete a destra della porti-
cella ricordata, senza che si trovassero oggetti meri-
tevoli di nota. Altro cunicolo abbiamo detto che
dipartivasi ad angolo retto da quello, e s'inoltrava
verso il grande recipiente di piombo, che occupava un
angolo della cucina in faccia all' ingresso. Anche que-
st' ultimo tramite era stato incavato nel grosso sedi-
mento di ceneri, quindi è presumibile che ogni ri-
cerca fosse riuscita infruttuosa.

Dinanzi alla porticella fu trovato uno scheletro
di cavallo, disposto normalmente alla porta, anzi colla
testa quasi fuori della medesima, come se 1' animale
avesse tentato di uscire. Certo era fuggito dalla stalla
vicina, dove il sig. Pulzella nel 1876 trovò altri due
scheletri di cavalli insieme a scheletri di due cani,
di un maiale e di un pollo (Notizie, 1877, p. 17,
18, 96). Altri animali erano fuggiti dalla medesima
stalla, ovvero stanziavano in questo locale, che per la
vicinanza della cucina doveva essere adibito come le-
gnaia. Si trovarono infatti molte ossa di polli aggrup-
pate presso il pilastro dell' angolo ; altre ossa di por-
celli erano disperse per piccolo tratto nell' angolo for-
mato dal muricciuolo colla parete del torculario, dove
era pure un truogolo di terra cotta; infine lo scheletro
di un cane giaceva a fianco di quello del cavallo.

Il pavimento era ricoperto per un' altezza consi-
derevole con uno strato di terra grassa, che ancora
conservava tracce di legno, le quali non potevano es-
sere state fatte dalle travature della soffitta, perchè
questa, come abbiamo detto, era rimasta quasi intatta
ed appoggiata alla scala ed al tramezzo ; ma piutto-
sto erano impronte di fascine o di altre legna minute.
Fu pure constatato che la conduttura di piombo, prove-
niente dal grande serbatoio della cucina, passava sotto
il muro divisorio e piegava verso la soglia della stalla ;
quindi portava l'acqua ad un abbeveratoio.

Praefurnium (Tav. XIV, L).

Un' altra porta metteva dalla cucina al praefur-
nium. Essa aprivasi sulla parete sinistra dell' en-
 
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