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125

DI VOLTERRA

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meno grossolana e più regolare; non ha anse ed è
fornito di breve collo imbutiforme. La superfìcie le-
vigata e tersa ha un colore qua rosso cupo, là nera-
stro, secondo che ha subito più o meno fortemente
l'azione del fuoco libero, a cui è stata esposta (1).
Entro al vaso erano riposte le ossa combuste (fig. 6,
n. 8).

È osservabile la presenza nella tomba arcaica vol-
terrana di un ossuario, che si discosta dalla forma di
Villanova, a cui si riconducono di solito gli ossuari
delle necropoli dell' Etruria e della regione bolognese.
Il fatto non è tuttavia infrequente ; e ossuari di forma
sferoidale, più o meno affini a questo di Volterra, si
ebbero a Vulci (2), a Bisenzio (3), a Vetulonia (4).

Del resto anche molti vasi accessori delle necro-
poli di Villanova (5) e di Bologna (6) offrono un tipo
somigliantissimo.

Grossolana oltremodo per l'impasto e pesante per
lo spessore delle pareti è la ciotola, che serviva di
coperchio all' ossuario (fig. 6, n. 6). È alta m. 0,05, col
diam. dell' orificio di 0,18 ; sbocconcellata da un angolo
e guasta da incrostazione calcare. E fornita del solito
manichette, che si stacca dall' orlo, e d'una basetta
assai bassa. Pare che fosse, secondo l'uso constatato
in altri sepolcreti, rovesciata sull' ossuario, sebbene a
coprir l'apertura di questo mal si presti la circon-
ferenza troppo ristretta del labbro della tazza.

La suppellettile della tomba era poverissima. Di
vasi fittili v' era solo una piccola tazza col collo rien-
trante e doppio manichette anulare verticale. È questa

(') I vasi di cui trattiamo, per ciò che concerne la ma-
teria e la tecnica, corrispondono alla prima classe de' vasi,
d'impasto artificiale, stabilita non ha guari dal Barnahei nol-
T importante sua trattazione. « Dei fittili scoperti nella necropoli
diNarce»: Mon. aut., IV, p. 173-175. Il colore nerastro «è do-
vuto sovente e principalmente alla mescolanza di carbone tritu-
rato, che nell'impasto artificiale fu aggiunto ». La levigatezza
della superficie dipende da « uno strato leggero di cera e
resina » dato al vaso dopo la cottura.

(2) Gsell, Fouilles, tav. suppl. A-B, fig. 3; cfr. p, 257.

(3) Pasqui, Notizie 1885, tav. Ili, fig. 5. Questo tipo d'os-
suario similissimo a quello di Volterra, salvo che è fornito di
un'ansa, ricorre in varie tombe di Bisenzio; cfr. ibid., p. 182,
185, 189, 191, 192.

(*) Falchi, Notizie 1885, tav. Vili, fig. 5 e 11 (il 2° con
tre bitorzoletti attorno al ventre); cfr. p. 105; Vetulonia e la
sua necropoli antichiss., tav. Ili, fig. 17; cfr. p. 38.

(5) Gozzadini, Di un sepolcreto etr. scop. presso Bologna,
tav. Ili, fig. 4, 5, 16; IV, 22.

(6) Di alcuni sepolcri della necrop. felsinea, p. 13, fig. 15.

d'argilla fine e leggera di colore giallognolo, la quale
non ha rapporto alcuno con quella dell'ossuario e
dello ciotole-coperchio, ed è sicuramente d'argilla figu-
lina. Anche per la struttura regolare differisce dagli
altri vasi (').

D'oggetti metallici non si ebbero che i seguenti :

1. Cuspide di lancia di ferro a foglia alquanto
larga (fig. 6, n. 5), lunga m. 0,33.

2. Punta di freccia di bronzo (fig. 6, n. 10),
lunga m. 0,045.

3. Braccialetto formato di grosso filo cilindrico
di bronzo, i cui capi ornati di scannellature si ripie-
gano l'uno sull' altro (fig. 6, n. 9) ; diam. m. 0,085.

4. Vari frammenti di bronzo, che sembrano aver
appartenuto a un'armilla di lamina (fig. 6, n. 11).

Tomba 2.

Nel principio del marzo 1895 si rimise in luce
un' altra tomba. Le circostanze, in cui fu rinve-
nuta, somigliano in tutto a quelle, che accompagna-
rono la scoperta della tomba precedente. Dopo uno
dei leggeri franamenti del terreno, che occorrono tanto
frequenti ne' margini delle Balze, un contadino s' ac-
corse d'una certa cavità aperta nell' orlo sud-est
della grotta, a settentrione ed a 5 metri di distanza
dal luogo, ove rimase a nudo il sepolcro precedente :
cavità che faceva pensare all' esistenza d'un sepolcro
consimile. Avvertito della cosa il sig. Italo Cherici,
che acquistò già, come si disse, il contenuto della
tomba trovata lì da presso e dimostrò per coteste sco-
perte un crescente interesse, egli si recò sopra luogo
il dì 2 di marzo e fece calare, mediante funi, un
lavorante giù dal margine del precipizio, affinchè
vedesse e togliesse cautamente quello che vi era nel
sito indicato. Sono a lui debitore di questi raggua-
gli, che posso fornire sui dati topografici dello sco-
primento.

V'era anzi tutto uno ziro simile a quello che
serviva di custodia alla tomba vicina, ma ridotto per
la pressione del terreno soprastante in frantumi. Que-
sto ziro racchiudeva un ossuario rovesciato e colmo

(') Cfr. per la forma un vasetto volterrano edito dal Castel-
franco, che tuttavia non credo abbia rapporto col nostro per la
qualità dell'argilla: Bull, di paletn. ital., I (1875), tav. Ili,
fig. 3.
 
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