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137

DI VOLTERRA

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Finalmente fra gli oggetti erratici si trasse una
fìbula a navicella piena o sanguisuga, un po' scheg-
giata in fondo alla staffa, lunga m. 0,054 (fig. 10).

Non v'era più dubbio oramai che anche il gruppo
dei sepolcri, che noi eravamo andati cercando, per
quanto fosse dentro alle mura e appartato dall'area cimi-
teriale etnisca estesa extra muros, era stato violato.
Senonchè era sempre sperabile che si ritrovasse qualche
tomba sfuggita alla rovina, com' erano ad essa sfuggite
le tombe n. 1 e 2 apparse gli anni '92 e '95 sul-
1' orlo della balza. Se proprio in vicinanza della nostra
trincea era stata ricuperata la tomba n. 1 intatta, non

di circa m. 0,40, fatta con lastre di panchina rozza-
mente tagliate. La superiore che faceva da coperchio
era grandissima, di circa 1 metro di lato, e sopravan-
zava quindi in parte sulla tomba. Il fondo era costi-
tuito da due pietre, una sopra l'altra.

Nel fondo della cassa era uno strato di cenere, su
cui poggiava un ossuario del tipo di Villano va (fig. 11),
alto m. 0,40, col diam. della bocca di m. 0,21 ; fornito
di una sola ansa orizzontale. Riproduce molto imperfet-
tamente il tipo di Villanova nella sua forma più sem-
plice di due tronchi di cono a basi eguali ; dove queste
si uniscono, il vaso si rigonfia accostandosi alla forma

Fig.

si sarebbe capito perchè qualche altra consimile non
si fosse potuta rintracciare lì da presso.

Che questo modo di argomentare non fosse infon-
dato dimostrò la scoperta di una tomba non dentro
le trincea, in cui si scavò per un buon tratto inutil-
mente, ma siili' orlo medesimo della balza, in cui si
ebbero le due prime tombe, in uno spazio intermedio
fra di esse. È merito del caporale dei lavoranti An-
tonio Bardini di avere felicemente ricuperata codesta
tomba.

Tomba n. 3.
La presenza di pietre arnmonticchiate, visibile nel
margine della balza aveva fatto credere al Bardini,
che una tomba del genere delle altre due quivi com-
parse in passato dovesse trovarsi. E infatti il Bardini
stesso, rassicurato con imbracatura e sorretto con funi
si calò dall' orlo della balza e sgomberò dai pietrami,
che vi si erano accumulati, una tomba a cassetta (fig. 9)
profonda sotto il suolo m. 2, discosta m. 1,80 dalla
tomba n. 1 e m. 3,20 dalla tomba n. 2. La cassetta
era di forma presso che cubica, con un lato interno

10. l:i

di un' olla comune ventricosa. Nella parte superiore
sono due serie di motivi geometrici a graffito con qua-
druplici linee; cioè un meandro e una serie di linee
a zig-zag chiuse fra linee orizzontali.

L'ossuario era ricoperto di una ciotola (fig. 12), im-
posta diritta sull' orifizio, alta m. 0,11, col diam. della
bocca di m. 0,25. Botta in pezzi, fu dal sig. Cherici
ricomposta per intero, salvo un pezzettino mancante nel
fondo. Anche questa è adorna intorno al ventre di un
meandro a quadruplici linee graffite, intorno alle radici
dell' ansa di doppi circoli concentrici impressi a pun-
zone, e sotto al fondo di una croce swastika. Gli apici
che si elevano sull'orifizio della tazza sono perforati;
l'ansa attortigliata a fune ha forma triangolare.

Entro all' ossuario, insieme con le ossa combuste
erano le seguenti fibule:

1) ad arco semplice con facce angolose e cor-
tissima staffa ('), lunga m. 0,09, mancante di un
frammento d'ardiglione (fig. 13);

(') Cfr. Montelius, La civilisation, p. I, s. A, tav. VI, fig. 58.
 
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