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187

L'area, ove il Bardini andò in cerca de' sassi, è
discosta m. 40 dalla prima trincea scavata nella pri-
mavera, ove si ebbe un gruppo di tombe a pozzo (n. 4-8),

ed è a sud-ovest del poggio. Dissi già come si sten-
desse quivi il monastero di s. Marco, abbandonato in
seguito all' allargarsi della balza e quindi interamente
distrutto. Dove furono fatti questi ultimi sterri, si tro-
varono avanzi di fondazioni, che dettero una quantità
considerevole di pietre. Sotto alle pietre a profondità
varie, e ordinariamente assai minori di quelle del gruppo
delle tombe sopra descritte — il che si spiega colle
modificazioni, che dovette subire il livello originario del
poggio per la costruzione del convento di s. Marco —,
si rimisero in luce le tombe, che designerò progres-
sivamente nell' ordine, in cui furono rinvenute e coi rag-
guagli topografici raccolti e cortesemente comunica-
timi dal sig. Cherici.

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Tomba n. XIV.
La fossa era profonda sotto il suolo soltanto m. 0,95,
lunga m. 2,20, incavata nella panchina m. 0,10, larga

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m. 0,35 ; la orientazione di questa e delle altre fosse
era da nord-est a sud-ovest. Il cadavere vi era stato
adagiato con la testa a nord-est.

Lo scheletro della tomba XIV era quasi intero, ma
fu frantumato nello scavo.

Intorno alla disposizione degli oggetti do con ogni
riserva le indicazioni alquanto vaghe, che il sig. Cherici
potè procurarsi dal Bardini.

Intorno alla testa:

1-2. Borchie di ferro, del diam. di m. 0,045 l'ima
(fig. 38), l'altra di m. 0,055, ambedue infitte in un
grosso pernio o chiodo, lungo nella prima m. 0,05,
nell' altra più frammentato. Dovevano servire di falere,
e probabilmente per cavalli.

LA NECROPOLI PRIMITIVA
 
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