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313

LA CASA DEI VETTII

314

il bambino Ercole, tutto nudo, dipinto di fronte, avendo
il ginocchio destro ripiegato in terra, stringe energica-
mente con ambe le mani le teste dei due serpenti,
dei quali l'uno gli avvolge nelle spire la gamba sini-
stra distesa e il braccio corrispondente, mentre l'altro,
avvolgendogli il braccio destro, ha insinuata la coda
nella piegatura della gamba destra. Il bambino, dai ricci
capelli biondi, acceso d'ira, sgrana gli occhi, volgendo
lo sguardo verso dritta, cioè verso il serpente che gli
arreca più fastidio. Poco discosto, appoggiata ad un
oggetto rotondo, è una piccola clava. A dritta siede
in trono Amfitrione. Il trono ha piedi di avorio ricca-
mente lavorati e sormontati dall'aquila; ed è coperto
da cuscini nel sedile e nel dorsale. Amfitrione, coro-
nato di quercia (corona però di oro), adorno di anello con
pietra nel mignolo della sinistra e munito di eleganti
sandali, ha nuda la parte superiore del corpo, e solo
un rosso mantello, orlato di celeste, cadendogli dalla
spalla sinistra, gli copre questo braccio e le gambe. Egli,
sorpreso dal prodigio, ha già levato dal suppedaneo
e poggiato al suolo il piede sinistro, come per venire in
aiuto del piccolo Ercole, e tenendo nella sinistra, quasi
orizzontalmente, lo scettro abbandonato sulla coscia
sinistra, porta l'indice della dritta al mento in segno
di grande stupore, che si rivela pure dallo sguardo fisso
sul bambino. Dietro le spalle di Amfitrione e nascosta
in parte dalla figura di lui, sta in piedi Alcraena,
cinta la testa di diadema d' oro, adorna di orecchini
e di armille e coperta di veste azzurrognola traspa-
rente, con velo azzurro che, discendendole dall' occi-
pite le svolazza intorno al capo Ella, stendendo ambe
le braccia verso dritta, nella quale direzione fugge, si
volge indietro a riguardare atterrita il prodigio. A sini-
stra, dall' estremo lembo del quadro sporge gran parte
di una figura giovanile, dipinta quasi di spalle e con
corta tunica scura; la quale, tenendo nella sinistra
un' asta appoggiata alla spalla, eleva la dritta in atto
di terrore o di meraviglia.

Nello sfondo, a dritta il prostilo esastilo di un
tempio ionico ; e a sinistra una grande ara ardente, qua-
drangolare, con base e cornice, sulla quale, in una estre-
mità, poggia l'aquila di Giove, dalle ali spiegate; e
presso il fuoco, un festone di frondi. La fiamma è
protetta da una volticina di colore giallognolo, come
nel dipinto del Laocoonte (Sogliano, n. 581) e in un ri-
lievo ellenistico del Museo Nazionale di Napoli (Schrei-

ber, Die Ilellenislischen Reliefbilder, tav. LXX1).
Sospeso alla parete vedesi un timpano.

Parete est: punizione di Penteo (alt. m. 1,04,
1. m. 1, v. tav. X). L'azione si svolge in montagna,
rappresentata da grossi macigni che formano la scena.
Nel mezzo vedesi Penteo, nudo affatto, salvo la cla-
mide rossa, foderata di paonazzo e con orlo celeste,
la quale, affibbiata innanzi al collo, scende lungo il
dorso, lasciando perfettamente scoperta tutta la parte
anteriore. Egli è caduto per terra, sul ginocchio sinistro,
mentre ha l'altra gamba distesa, e portando la sinistra
al capo, volge lo sguardo doloroso e protende la dritta
verso la Baccante, che, afferratolo con la sinistra pei ca-
pelli e ponendo il piede destro sul ginocchio della gamba
distesa di lui, è in atto di vibrargli, con la dritta
elevata, un colpo del tirso capovolto. Essa è coronata
di edera, e indossa un chitone celeste senza maniche,
che lascia scoperta gran parte del petto, con la mam-
mella destra. Dall' opposto lato, cioè da destra, un'altra
Baccante, coronata di edera e vestita di chitone pao-
nazzo, senza maniche, con orlo celeste, piantando in
avanti il piede destro, stringe con ambe le mani il brac-
cio sinistro di Penteo, come per tirarlo a sè ; e ad age-
volare lo sforzo, rovescia alquanto indietro il corpo,
lasciando in tal modo scoperta dal chitone la gamba
destra messa innanzi. Altre tre figure muliebri si vedono
in alto, nello sfondo, sporgenti col busto dalle rupi:
quella di mezzo è una terza Baccante, coronata di edera,
con chitone giallo, senza maniche, orlato di grigio, che
lascia nuda parte del petto, con la mammella destra ;
essa tiene con ambedue le mani elevate al di sopra del
capo, un grande masso per iscagliarlo contro Penteo.
Le rimanenti due figure negli angoli superiori del
quadro sono due Avariai : quella a sinistra, con veste
gialla, che è sostenuta da una specie di tiranti incro-
ciantisi sul nudo petto, tenendo nella dritta abbassata
la frusta e nella sinistra elevata la fiaccola, si sporge in
avanti col busto e drizza lo sguardo verso la scena
sottoposta. L' altra, nell'angolo superiore destro, vestita
di chitone paonazzetto, sostenuto dai soliti tiranti in-
crociati sul petto, appoggiandosi sulla rupe col go-
mito sinistro, nella cui mano tiene la fiaccola, eleva la
dritta in atto di quassar la frusta e rivolge anch' essa
lo sguardo all' azione. Per terra, innanzi alla fi-
gura di Penteo, una lancia distesa, poggiata ad una
pietra.
 
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