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IN UN MUSAICO POMPEIANO

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delle [logiai, cioè uno dei sacri ulivi piantati nell' Ac-
cademia; esso non è certo un ulivo, ma un albero
dalla larga chioma messo là per accennare a quei giar-
dini, nei cui viali ombrosi Platone soleva insegnare.

Che i due pilastri congiunti da un epistilio, sul quale
poggiano vasi senza pieduccio, a grosso ventre e co-
perchio con apice a croce, siano la rappresentanza
schematica del sacello campestre, non v'ha persona
un po' pratica dell' arte ellenistica e soprattutto della
pittura murale campana che lo ignori.

Tra i molti esempì che potrei addurre, scelgo un
paesaggio pompeiano rappresentante Paride sali' Ida (')
e conservato nel Museo Nazionale di Napoli (fig. 3).
Siede Paride in mezzo al suo gregge, presso un sacello
rappresentato al modo stesso, cioè un epistilio sorretto

(i) Helbig, Wandg., n. 1279.

da due pilastri e ornato di vasi quasi simili, e all' om-
bra di un grande albero, di cui un ramo, secondo un
concetto favorito dell'arte ellenistica, si è insinuato
sotto 1' epistilio, fra i pilastri, appunto come nel no-

stro musaico. L'idolo, che qui, come in altri dipinti
analoghi, si vede dinanzi al sacello, toglie ogni dub-
bio sul carattere sacro dell' edifizio.

Se dunque 1' edifizio rappresentato nel musaico è
un tempietto campestre, non trovo improbabile la ipo-
tesi che con esso si sia voluto indicare il celebre
Movcfsìov dell' Accademia.

Di seholae e di horologia i giardini dell' Accade-
mia non dovevano mancare ; e in questo il nostro ar-
tista non aveva che a volgersi attorno per trovare i
modelli. Fuori appena le porte Ercolanese e Stabiana
di Pompei s'incontrano sedili semicircolari, identici
affatto a quello, su cui seggono i nostri filosofi; e nel
 
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