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PANTALICA

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a brevi distanze con altri messi per testa, in modo
da formare quasi delle chiavi di legamento ; della
porta restavano in piedi fino al 1889 ancor due pie-
dritti, ed oggi solo pochi pezzi di muratura con calce,
certo di età tardissima.

Il concetto generale di questo sbarramento, ma
sopratutto la struttura del muro, coi suoi massi ben
squadrati, posti per testa e per fianco, a me sembra
parlino chiaramente dell' età ; 1' opera dev' essere di
concetto greco e sorta in tempi storici ; essa ha il suo
giusto termine di riscontro nelle fortificazioni assai
più grandiose dell'Eurialo siracusano, le quali gene-
ralmente vengono attribuite al grande Dionigi, e poi
in quelle di Eloro (inedite) ; ora, se fosse vero che l'an-
tica Herbessus va posta in Pantalica, non sarebbe ca-
priccioso ricordare la campagna che Dionigi appunto
mosse contro tale città (Diodoro, XIV, 7), sull'esito
della quale nulla ci consta ; forse Dionigi occupò per
breve tempo Herbessus-Pantalica, e, come adoperò por
altre città sicule, p. e. Adranum, la munì ; oppure
furono i Siculi che si valsero di operai greci della
vicina Siracusa per eseguire tali opere. Il monumento
spetterebbe dunque al 400 circa.

Ma una lacuna di parecchi secoli, non meno di
quattro, intercede fra quest' epoca e quella segnata
dalle necropoli del III periodo: perocché, secondo a
me consta, e secondo i risultati delle ricerche da me
dirette in quel sito, nessun oggetto greco arcaico fu
rinvenuto a Pantalica, e nessuna traccia havvi colà
di quel quarto periodo siculo (sec. VII-V), che è or-
mai un fatto certo acquisito alla scienza archeolo-
gica (') ; di vasi corinzi, od attici a fig. n. o r. nessun
frammento io ho rinvenuto a Pantalica, ma parecchi,
ed in più punti, dei vasi cosi detti etrusco-campani.
Sulla base di tali dati dovrebbesi credere, che la po-
polazione di Pantalica a datare in circa dal sec. IX
a. C. sia stata completamente espulsa, o ridotta a
così piccola cosa, che le sue reliquie o memorie ci
sfuggono completamente; essa si sarebbe riaffermata
nuovamente intorno al IV secolo. Ma anche per tutto
questo lungo periodo che attraverso i tempi elleni-
stici e romani arriva ai bizantini scarseggiano sif-

(') Orsi, La necropoli di Licodia Eubea ed i vasi geo-
metrici del quarto periodo siculo, nel Bull. Istit. Archeol.
Germanico in Roma, 1898, pag. 305-366.

fattamente i ricordi archeologici, che assai lieve par-
tito se ne può trarre per la storia (').

Sembrami sincrono o di poco più recente delle for-
tificazioni di Filiporto 1' avanzo di un piccolo edificio
esistente lungo il viottolo, che dall'unica casa di
Pantalica conduce, per lo scosceso fianco meridionale
del monte, ad una antica cisterna campaniforme e ce-
mentata, che raccoglie ancora le acque piovane ed è
considerata come preziosa conserva dai rarissimi abi-
tanti del monte; presso di essa una seconda eguale
è asciutta. Dell' edificio rettangolare, estremamente
malandato, non restano che due muri di pezzi ben
squadrati, il maggiore dei quali misura m. 1,48
X 0,70 X 0,48. Tale rudere potrebbe anche credersi
bizantino, perchè là intorno son numerose le abitazioni
di età bizantina scavate nel macigno; ma io ho acqui-
state parecchie lucerne greche rinvenute in quel sito,
del tipo sferico con becco d' anitra, le quali soglionsi
assegnare al secolo 1V-III. Comunque sia, sono co-
desti gli unici fittili di età greca tarda da me rico-
nosciuti in Pantalica (2).

(') Tutte le fonti antiche (raccolte apud Smith, Dict. of
greek ad roman Geography, I, p. 845), le quali ne parlano a
cominciare circa dal 401 a. C. fino all'epoca romana, come di
una città sicula, ora tributaria, ora indipendente da Siracusa,
convengono nel collocarla nei monti fra Leontinoi e Siracusa.
Altra volta io ho accettato senza riserve la identificazione Her-
bessus = Tantalica, e fui seguito dall'Evans (Freeman, History
of Sierdy, voi. IV, p. 15) e dal Beloch (Griech. Geschichte,
voi. II, p. 152). Oggi, condotte a termine le esplorazioni ar-
cheologiche di Pantalica, resto esitante, essendovi a Pantalica
una lacuna fra 1' VIII ed il III sec. a. C, poiché vi manca qua-
lunque traccia della ceramica e dello forme sepolcrali caratte-
ristiche al IV per. siculo ; nò bastando a colmarla le fortifica-
zioni di Filiporto. Il Pais {Osservazioni sulla storia ed amm.
della Sicilia durante il dominio romano, p. 48-49) ha collo-
cato Herbessus a Buscemi ; ma senza buona ragione, perchè la
supposta necropoli colà esistente si riduce ad una ventina di
fosse di tarda età. Io stesso resto perplesso non trovando nei
monti fra Siracusa e Leontinoi il sito per una città sicula della
decadenza; fino a nuove scoporte credo che la questione topo-
grafica di Herbessus si deve tener sospesa, mantenendo solo in
via provvisoria la identificazione Herbessus = Pantalica. Se il
passo molto corrotto di Vibio Sequestre (s. v.) merita tutto il
peso che gli dà il Pais, Herbessus potrebbe anche cercarsi nella
misteriosa città esistente al Monte Pellegrino o Casale alle fonti
del Tellaro (Helorus) e dell'Anapo.

(2) Altrove {Bull. Paletn. Ital, XV, p. 166, nota) io ho ac-
cennato alla scoperta in Pantalica di circa 500 monete d'oro
siracusane del sec. V fine (Head, /Ustoria nummorum, pag. 153),
parecchi esemplari dello quali sono nel Museo di Siracusa.
Oggi devo rettificare tale notizia, essendo stato il tesoretto rin-
venuto non a Pantalica, ma sui monti a nord-est di Sortine.
 
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