Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
879

RICERCHE ARCHEOLOGICHE CRETESI

880

della roccia, uu calcare compatto, completati qua e
là da lembi di muri a secco, formati di scaglie di
pietra di non grandi dimensioni e conservati in molti
punti per un metro di altezza, formavano una serie di
terrazze, che tutto in giro al dorso del colle salivano
sin verso la cima. Il numero di questi ripiani, o ter-
razze, ò realmente grandissimo, e che si tratti di
terrazze, sostenenti case micenee, mi venne provato
dalla grandissima quantità di ceramica micenea che
era sparsa su tutta la superficie, ancora in parte in-
colta, di quella collina. I frammenti di vasi, sia grandi
e rozzi, che piccoli di argilla più fine, lavorati al
tornio, coperti ancora di vernice e decorazione di stile
miceneo, furono da me raccolti in grandissimo numero,
alcuni dei quali anche portati a Candia, come testi-
monianza di questo insediamento primitivo.

Invogliato dalla stragrande quantità di queste in-
fallibili traccie di abitazione e dalle indicazioni dei
contadini che mi avevano mostrato in paese alcune
galopetrc o sigilli, che più sotto riproduco, con segni
della serie lineare micenea, ed una quantità di pic-
cole e rozze figurine primitive di animali, simili a
quelle rinvenute in altre località dell' isola, a Psicrò,
nell' Antro Dicteo, e nel santuario di Hermes Cranaios,
ebbi a tentare nel breve tempo che passai su quel
colle, una sommaria ricerca, sulla parte più alta di
esso, dove si diceva dai contadini fosse il deposito di
quelle figurine d'animali. Ed infatti, a poca profondità
sotto l'humus, rinvenni le traccie di una costruzione, in
grandi e ben lavorati blocchi di pietra, che appari-
vano diligentemente disposti a formare un edificio;
presso a queste traccie di muro rinvenni una quantità
veramente notevole di figurine d'animali, alcune in-
tere, per la massima parte frammentarie. Per ragioni
più forti della mia volontà, a questa constatazione fui
costretto di arrestare l'opera mia, ma tuttavia potei
venir in possesso di un certo numero di questi fram-
menti, che pure recai a Candia, e che mi persuasero
del grande interesse che avrebbe una ricerca diligente
ed accurata siili' alto di quel colle, così fortificato
dalla natura ed ampiamente dominante il mare.

Queste figurine, impastate in terracotta, non molto
depurata, rozzamente plasmate, ma coperte di uno
straterello di argilla più fina, dovevano essere in
origine ravvivate dal colore, in gran parte scomparso
pel soggiorno nel terreno o per l'esposizione all'aria

durante tanti secoli. Tuttavia un certo naturalismo
inspirò tutti quegli oggetti della primitiva plastica
cretese, sì da lasciar trasparire con qualche evidenza
l'intenzione del figlilo.

Alcune di quelle figurine, intiere o frammentarie,
erano agevolmente riconoscibili per figurine di porco,
dal grosso corpo, dalle gambe corte e grosse, dal
muso appiattito e la testa tozza, senza risalti ; più sot-
tile invece, colle gambe lunghe ed esili, la testa eretta,
erano le figurine di cervidi, caratterizzate da corna,
più o meno ramificate; ad una figura di cervo di grandi
dimensioni dovevano appartenere alcune zampe da me
rinvenute nello scavo, che rappresentavano succinte-
mente, ma in modo abbastanza distinto, l'esilità delle
membra di questo agile animale, col risalto delle gi-
nocchia e la stretta caviglia ; questi frammenti e queste
figurine avevano le più stringenti analogie di tipo e
di stile colle figurine di gazzelle e di caprioli delle
pietre insulari della serie pittografica cretese, raccolta
dall'Evans ('). Alcune figurine, di piccole dimensioni,
dal corpo piatto, dal muso puntuto, con orecchie spor-
genti lateralmente alla testa, e cogli occhi grossi, ed
assai sporgenti riproducono il montone o la pecora.

Copiosissime, prevalenti nel deposito di Kalochoriò,
erano figurine che rozzamente, ma in modo non dubbio,
rappresentano il bove o il toro, dal corpo allungato,
le gambe aperte, le corna accennate lunari e piegate
verso innanzi, simili presso a poco a quelle dal Ma-
riani ottenute a Kàto Zacro, in Creta, e raffigurate
nel lavoro più volte citato, a p. 34, fig. 17; in ta-
lune delle figurine di Kalochoriò, quando le ebbi
ripulite dalla terra ocracea che le avvolgeva, scorsi
ancora traccie di vernice rossa o nera, che in origine
doveva coprire tutta quanta la superficie. Oltre all'ac-
cennato confronto, richiamerei per queste figurine l'ana-
logia con quelle delle pietre pittografiche dell'Evans,
ad es. le fig. 37 a, p. 29 e coi tipi plastici ovvii
in tutti gli strati micenei finora esplorati (2).

(') Evans, Primitive pictographs, p. 291, fig. 24, fig. CO
fig. 67.

(«) Schliemann, Mycenes, p. 174; Perrot, Ilist. de l'Art,
VI, p. 817 sg.; Tsountas, Mvxrji>«t, p. 129, 'EcptjuiQig 'Aqx«ioX„
1888, p. 166, tav. IX, 13. Sono invece tipi di epoca più avan-
zata, però della più remota età arcaica, quelli rinvenuti a Ka-
lauria e che si accostano ai noti tipi di Olimpia. Wide e Spiel-
berg, Ausgrabungen in Kalauria (Athen. Mitth. XX, 1895,
p. 267 e sg.).
 
Annotationen