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DI MONTEFORTINO PRESSO ARCEVIA

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con la faccia volta ad ovest ed era ancora adorno
degli oggetti d' oro, con cui era stato sepolto.

Portava tuttavia intorno al collo un torque d'oro,
della medesima forma e dello stesso lavoro di quello
rinvenuto nel grande sepolcro Giampieri, tranne che
è formato di un solo pezzo, anziché di due snodati e
riuniti, e termina, a ciascuna estremità, in un gan-
cetto da introdursi nel corrispondente occhiello, onde
stringerlo ed annodarlo alla gola (tav. V, n. 1).

A ciascun foro auricolare aderiva un orecchino di
forma elegantissima. Consiste di un disco d' oro, cir-
condato da piccola treccia ed ornato nel centro da
rosetta, dalla cui periferia pendono due trecce, finienti
ciascuna in tre sferette ed in una ghiandella allungata.
Esse trecce fiancheggiano una goccia a forma di pira-
mide rovesciata ed a base triangolare, la quale, me-
diante un anellino, è sospesa al disco. Circonda la base
della piramide tutt' intorno, un piccolo fregio a fe-
stone, da cui si sviluppa una foglia di acanto, la
quale adorna ogni faccia della piramide stessa; il ver-
tice di questa è finalmente sormontato da un calice
di fiore racchiudente una sferetta. L'orecchino doveva
pendere dal lobo auricolare mediante un gancetto che,
all'atto della scoperta, ancora aderiva al disco supe-
riore, e che in seguito andò perduto (tav. V, nn. 8, 8«,
8b, Se).

Infilata ancora in ciascun braccio era un' armilla
d'oro, della medesima forma di quella rinvenuta nella
tomba Giampieri, cioè lavorata a spire e terminante,
a ciascuna estremità, in una testa di serpe (tav. V,
n. 3).

Presso la mano sin. poi si raccolse un anello d'oro
massiccio, con grande castone triangolare, sul quale è
incisa una figura di Minerva con elmo in capo, 1' asta
presso la spalla sin. e la destra sull' orlo dello scudo
posato ai piedi (tav. V, nn. 2 e 2a). Eravi inoltre uno
scarabeo sulla cui faccia piana è incisa una chimera
lavorata nello stile detto globulare (tav. V, nn. 7,
la e Ib).

Il cadavere era stato chiuso in cassa di legno,
perchè in prossimità della testa furono raccolti tre
chiodi di ferro, lunghi m. 0,12, con larga capocchia
circolare e piatta (tav. V, n. 9).

Moltissimi altri oggetti giacevano disposti lungo le
pareti della fossa, così alla testa, come ai piedi dello
scheletro.

Dalla parte della testa posavano tre grandi anfore,
alte m. 0,70 a doppio manico e finienti in punta (una
riprodotta nella tav. V, n. 17). Presso la bocca di
ciascuna delle anfore laterali era collocato un utensile
di bronzo ; presso la prima una casseruola del diam. di
m. 0,22 e col manico lungo m. 0,19 (tav. V, n. 4) ;
presso la seconda un vasetto di mescere con manico ad
orecchia, fìniente in bella testa di satiro barbato (tav.V,
nn. 20 e 20«). Ai piedi dell'anfora di mezzo era
un grande e ben conservato vaso di bronzo, di forma
ovale cilindrica, con orlo ornato di un bellissimo fregio
di ovoli e sormontato da due manici mobili semicirco-
lari, finienti ognuno, a ciascuna estremità, in testa di
cigno (tav. V, nn. 14 e Ha).

A breve distanza dal gruppo delle anfore erano :
un colatoio di bronzo con manico a gancetto (tav. V,
n. 5) ; un altro vasetto di bronzo, sormontato da ma-
nicherò ad orecchia (tav. V, n. 15) e numerosi va-
setti fìttili, piattini, skyphoi, tazze, nappi di colore
quali nero e quali cinereo, interi per maggior parte, i
cui tipi principali sono riprodotti ai nn. 12, 21, 22,
23, 24, 26, 28 della tav. V.

Anche dalla parte dei piedi posavano parecchi og-
getti: una strigile di ferro rotta in più pezzi, epperciò non
disegnata ; uno specchio di bronzo col manico fìniente
in testa di serpe (tav. V, nn. 16 e 16«) e con figura
femminile alata incisa sul disco, simile a quella dello
specchio della tomba Giampieri ; un agoraio fatto di
due tubetti di osso, ornato di quattro cordoni (tav. V,
n. 19) ed in frammenti, perciò non riprodotto; quel-
l'utensile a doppia parete esilissima di bronzo, già
occorso in molte tombe di questo sepolcreto e che
ritengo sia un piattello per candela. Ma notevoli in
questa tomba femminile sono tre dadi di osso, con una
ventina di bottoni variegati di pasta vitrea, che usa-
vansi per segnare i punti nel giuoco dei dadi (tav. V,
nn. 10, 10« e 106, ed 11).

Siccome specchio, strigile, agoraio e dadi si rac-
colsero riuniti, così è molto probabile che fossero ori-
ginariamente collocati in una cassettina di legno, la
quale col tempo si consunse.

Poco discosti dal gruppo degli oggetti ora indicati
erano :

Una grande caldaia di bronzo, alta m. 0,22, diam.
m. 0,27, con manico di ferro staccato e rotto in due
pezzi (tav. V, n. 18).
 
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