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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0031

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49

Lo stato di conservazione del vaso è cattivo: una
gran parte manca, insieme con un terzo e più, della
zona superiore decorativa. Alta questa m. 0,018, è
limitata sopra e sotto da una triplice serie di bitor-
zoletti (due di puntolini, una di bottoni più grossi). La
rappresentanza (tav. II, flg. 2) contiene figure alternate
di quadrupedi (cerviatti ?) e d' uccelli simili a quelli,
che adornano la situletta E precedentemente descritta,
ma più piccoli e un po' diversi in qualche particolare.
Dal petto di alcune figure, cioè di tutti gli uccelli e
di due de' quadrupedi si sviluppa il ramoscello con
tre lunghe foglie ; due o tre foglioline spuntano dalla
coda dei volatili. Dei quadrupedi conservati tre hanno
rivolta la testa innanzi, tre indietro; tutti poi poggiano
a terra il petto e stendono avanti a sè la gamba an-
teriore, mentre sulla posteriore piegata il corpo si
rialza alquanto.

La terza situletta di questa tomba n. 2626 (G) si
conserva parzialmente in frammenti. La forma era si-
mile, a quanto pare, a quella della situletta n. 2625.
Resta ancora il piede (diam. 0,105); l'orlo della bocca
è espanso orizzontalmente. L'altezza originaria del vaso
doveva essere di circa 0,25. Il maggior frammento
della situla edito dal Prosdocimi (') comprende una
porzione della zona figurata, alta 0,022, con due qua-
drupedi e un uccello, similissimi a quelli della situla
E (tav. II, fig. 2) con gli stessi ramoscelli che spuntan
dal petto. Le figure sono limitate in alto e in basso
da una triplice serie de' soliti bottoni e bottoncini.

La tomba n. 103, da cui provengono la grande si-
tula C, il coperchio D e le tre situlette E, F, G ora
descritte, era ricchissima di suppellettile.

I vasi di terracotta di questa tomba sono quasi
tutti dell'argilla, della tecnica e della decorazione pro-
prie del pieno terzo periodo. Notiamo :

N. 2597, 2603. Due ossuari a cordoni e zone
rosse e nere coi relativi coperchi (n. 2598, 2604) ; il
secondo de' quali era collocato entro alla grande
situla. Diamo riprodotto il primo col suo coperchio
(tav. V, fig. 4, 5). Il tipo, come si vede, è il mede-
simo dell'ossuario n. 1566 della tomba 72 di Villa
Benvenuti (tav. V, fig. 2, 3), salvo che quello ha il
piede più alto, imbutiforme. Del resto questi ossuari

(') Cfr. parte I, col. 176.

Monumenti antichi. — Vol. X.

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della tomba 103 trovano diretti riscontri in tutte le
tombe del pieno terzo periodo (').

N. 2606 (tav. V, fig. 17). Vaso più piccolo a zone
rosse e nere divise da solchi incavati (2).

N. 2612. Simile a zone divise da doppi solchi in-
cavati.

N. 2600. Simile col coperchio (2601) interamente
rosso, ornato di circoletti incisi (3).

N. 2596, 2599, 2602, 2605. Quattro coppe ad alto
piede con zone rosse e nere simili a quelle della
tomba 72 di Villa Benvenuti indicate sopra (4).

Dobbiamo tuttavia osservare che, allato a talune
ciotole (n. 2607, 2609, 2611) eguali per forma alle
ciotole-coperchi, comuni del terzo periodo, della solita
argilla a superficie semplicemente lucidata o dipinta
in rosso, ve n'erano altre (n. 2613-2615; 2617-2619)
di un' argilla giallognola finissima, a piede largo e
basso (5), diverse in questo dalle dette ciotole-co-
perchi, il cui piede è più alto e ristretto, e simili
piuttosto alle tazze del quarto periodo, fatte di argilla
di colore cenerognolo ; appartenenti, cioè, ad un genere
di stoviglie, intorno alle quali io ebbi occasione di
instituire indagini altre volte (6).

Ricordando io stesso le dette ciotole giallastre della
nostra tomba ('), espressi il dubbio che il loro colore,
differente da quello delle ciotole del quarto periodo,
potesse dipendere da un diverso grado di coltura, es-
sendosi esperimentato che le stoviglie di tinta cinerea
sottoposte all' azione del fuoco si schiariscono e di-
ventano appunto giallognole (8).

Senza affermare che la cosa sia certamente così, av-
vertiamo soltanto che queste tazze sono di specie di-
versa dalle consuete stoviglie del terzo periodo, e
paiono un elemento, sebbene isolato, il quale pre-
luda, per dir così, ad una nuova età.

(') Cfr. Prosdocimi, Notizie 1882, tav. V, fig. 2; Montelius,
op. cii, p. I, s. A, tav. 58, fig. 11.

(2) Cfr. per la forma Prosdocimi, Notizie cit., tav. V, fig. 4.

(3) Cfr. ibid., fig. 5.

(<) Cfr. sopra, col. 33 e tav. V, fig. ].

(5) Cfr. Prosdocimi, Notizie cit., tav. Vili, fig. 32, 33, 41.

(°) Notizie 1883, p. 384 e segg. (= Necrop. primit. e ro-
mane del Veneto, p. 63 e segg.); Notizie 1888, p. 165 e segg.
(== La collez. Baratela, p. 118 e segg.).

0) Notizie 1883, p. 385 (= Necr., p. 64).

(8) Notizie 1883, p. 384 (= Necr., p. 63).

4

STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE
 
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