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STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

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dente; e al collo manca altresì la piccola fascia, che
è segnata in quella.

Caratteristico è il motivo ornamentale espresso nello
spazio libero sopra alla schiena del leone. È un mo-
tivo in tutto simile a quello, che appare sul dorso
della Stinge nell'altra metà della situla, salvo che è
disposto orizzontalmente invece che verticalmente, e
la palmetta che si apre sopra alle volute è assai più vi-
cina ai modelli dell'arte greco-orientale, di cui a suo
tempo terremo parola.

La Sfinge, che succede al leone, col caratteristico
pileo sormontato da un apice assomiglia assai all'altra
anche ne' particolari ; ma il petto e le gambe ante-
riori sono perdute. I riccioli e i fogliami sparsi negli
spazi vuoti sono disposti in modo assai disordinato e
confuso.

Il volatile si conserva intero con la coda, alla quale
doveva somigliare quella ora mancante dell' uccello
consimile. È una coda trattata in modo convenzionale,
come nelle figure delle situlette E-G e della situla
maggiore H del predio Capodaglio. Specialmente le
figure degli uccelli di quest' ultima offrono diretta
analogia colla nostra; anche là tre o quattro penne
somiglianti a foglie, talvolta della forma precisa di
palmette con le volute laterali formano il finimento
delle code. Le gambe anteriori dell'uccello, di cui qui
si tratta, sono assai guaste e poco riconoscibili per ca-
gione dell'ossido; ma dalle tracce visibili d'una di co-
deste gambe appar manifesto che la struttura di esse
rispondeva meglio alla natura dell'animale. Il collo
più grosso e meno allungato si erge più diritto sul
corpo dell'animale, accanto e sotto del quale veggonsi,
sebbene non molto definite, le solite volute e i fogliami,
che hanno tanta parte nella decorazione di questo sin-
golarissimo vaso.

L'altra situla appartenente alle due tombe del predio
Boldù-Dolfìn(L) porta il n. 3025 (')• È alta m. 0,295;
diam. inferiore 0,186, della bocca 0,27 (fig. 25). Consta
di due lamine trapezoidali inchiodate verticalmente. Il
fondo è fatto di una terza lamina coli'orlo ribadito sul
corpo della situla stessa. La bocca, ora staccata e conser-
vata a parte, ha il labbro arrotolato intorno a un'anima

di stagno (?). Con la bocca resta porzione del vaso,
che espandendosi si congiungeva ad angolo col mar-
gine superiore del corpo conico, ora in parte scheg-
giato. Pare adunque mancasse il collarino verticale
proprio della situla precedente e che l'orifizio si con-

Fig. 25. — Da fotografìa.

giungesse alla base del tronco di cono rovescio con la
semplice spalla, come nella situla C del fondo Ca-
podaglio (fig. 15).

Il tipo della situla differisce dalla precedente
anche per un altro rispetto. Le pareti non salgono a
perfetto tronco di cono rovescio, ma si espandono sen-
sibilmente verso la sommità, onde il vaso assume la
forma, che ha spesso il calalhos greco ('). Tale forma
presenta uno de' vasi espressi nella situla della Cer-
tosa : quello, che nella seconda zona è sostenuto per
il manico girevole dalle mani di due uomini (2). Due
vasi simili con le pareti rientranti figurano appesi al
telaio nella prima zona della situla Benvenuti (3). Ma
di situle conservate di questa precisa sagoma io non
conosco altri esemplari.

Per un'altezza di m. 0,18 la parete della situla
è liscia. La zona decorativa, alta m. 0,11, occupa la
rimanente parte del vaso. Due grossi cordoni forte-
mente rilevati incorniciano sopra e sotto la rappre-
sentanza.

(') Cfr. per la bibliografia parte I, col. 177. Sono da aggiun-
gere alle pubblicazioni ivi recate: Montelius, op. cit., p. I, s. B,
tav. 55, fig. 3; Bertrand e Keinach, op. cit., p. 195, fig. 65.

(1) Cfr. parte I, col. 193.

(2) Ibid, col. 197, 198, fig. 3.
(») Ibid., col. 199, 200, fig. 4.
 
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