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109 STUDIATA SPE<

avanzi di stoviglie imbullettati e dipinti a zone rosse
e nere (').

Una guaina di pugnale simile a quella di Castel-
lin venne in luce nel sepolcreto di Lozzo nel Ca-
dore (2) e fu da me descritta, non pubblicata con
riproduzione. « La guaina, molto ossidata e malconcia
nella parte di prospetto, appare ornata di figure di
animali come quella di Castellin, di cui due (qua-
drupedi) restano visibili tuttora, uno sotto 1' altro,
volti a sinistra. Il lato opposto della guaina era poi

LMENTE IN ESTE HO

che appartenga al territorio bellunese, una volta che
il pugnale di Castellin ci ha offerto esempio della pro-
pagazione dell' ornamentazioae zoomorfica delle situle
in quella regione.

La lamina (fig. 35) edita dal Porrei- prima (') poi
dal Montelius (2) reca due figure di quella specie mista e
mostruosa, che abbiamo già visto apparire nelle situle
di Este. La prima, una Sfinge alata stante rammenta
piuttosto le Stingi della situla I (tav. Ili) che quella
della situla A (tig. 4), sebbene sia come questa diretta

Fig. 35. — Da Montelius, o]>. cit. nella col. 110 nota 2.

rivestito da una lamina di ferro, ora rovinatissima,
analoga a quella che rivestiva una faccia della guaina
di Castellin ».

Dall' analisi particolarmente instituita da me dei
corredi del sepolcreto di Lozzo, fra i quali compa-
iono numerosi oggetti gallici, ho già dedotto 1' età
tardiva di quel sepolcreto (3).

Di un' altra lamina, che si dice uscita dalle « ne-
cropoli di Belluno » e che apparteneva alla colle-
zione di Amilcare Ancona in Milano, la provenienza
non può aversi come certa. Neppure la congettura
sull' uso della lamina, che cioè servisse di rivestimento
a una spalliera di sedia sepolcrale, simile a quelle
chiusine, mi sembra affatto soddisfacente. A me pare
più verosimile piuttosto che la lamina spettasse ad
una cintura, sia pure di forma un po' insueta.

Ad ogni modo non dubito che tale lamina sia
uscita dall' Italia Superiore e non credo improbabile

da destra a sinistra, anziché da sinistra a destra. Ma
il disegno secco e stecchito delle gambe, V attorci-
mento particolare della coda, che prima si rialza, poi
si ripiega all' infuori, e una certa impronta strana-
mente grottesca ravvicinano questa Sfìnge a quelle della
situla I (tav. Ili), che rappresenta, come dicemmo, il de-
generamento dello stile zoomorfico delle situle di Este.
Di fronte alla Sfinge è una Chimera vera e propria: un
leone, dalla cui groppa spunta la testa e il collo di
una capra, mentre nella coda, sollevata come quella
della Sfinge, è da ravvisare il terzo elemento costitu-
tivo del mostro, il serpente, sebbene non sia stato
dall'artista chiaramente effigiato per tale.

Se la riproduzione edita di questa rara lamina,
che ignoro ove presentemente si trovi, è esatta, lo

(1) Not. cit., p. 40-41 (= Necrop. p. 21, 22).

(2) Notizie 1883, p. 68 (= Necrop., p. 34).
(») Ibid., p. 59-71 (= Necr. cit., p. 25-71).

(!) X Jahrgang der Spezialzeischrift fur pràhistoriscke
Archàoloqie unii verwandte Gebiele, Antiqua (1892), tav XIV,
p. 23.

(2) Montelius, La civilisation, p. I, s. B , tav. 49, fig. 15.
Fa menzione fuggevole di questa lamina 1' Hoernes, Urgeschi-
chte, p. 655, nota 4.
 
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