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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0076

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139

LA SITULA ITALICA PRIMITIVA

140

fianchi un cerbiatto, il primo della fila e più vicino
al cacciatore » (')• Questa figura verrebbe a dare alla
zona zoomortìca un significato d'episodio di caccia.

Simile tendenza di porre gli animali in rapporto
con l'uomo e ravvivarne la rappresentazione imprimen-
dole il carattere d'episodi agresti vedemmo nella si-
tula A Benvenuti (fig. 3 : bove, uomo e cane = pastori-
zia) e assai meglio riescita in quella della Certosa (bovi
e uomo con aratro = agricoltura ; uomini con animali
appesi ad un bastone, uomo che insegue un lepre
= caccia). Del resto l'interpolazione di isolate figure
umane con le serie delle figure animali di carat-
tere meramente decorativo, anche senza pretendere
ad una particolare significazione, è propria delle si-
tuie di Este C ed L (tav. I, IV).

Non mancano nella situla Arnoaldi, così nella terza
zona zoomorfica, come nelle due superiori istoriate, i
motivi vegetali. Taluni degli animali tengono in bocca
ramoscelli, quali abbiamo veduto negli esemplari ate-
stini. Nelle prime due zone rami lunghi, e rosoni o
stelle riempiono gli spazi vuoti (2).

Le due situte istoriate di Bologna entrano solo par-
zialmente nel tema, che stiamo trattando. Un giudi-
zio pieno e definitivo intorno al carattere artistico de'
due monumenti dovrebbe tener dietro allo studio
complesso delle rappresentanze scenografiche, escluse,
ripetiamo, da questa nostra monografìa. Ma non pos-
siamo astenerci, dopo aver toccato degli elementi zoo-
morfìci, che le due situle hanno comuni con le ate-
stine, di fare qualche considerazione intorno ai rapporti,
che intercedono fra queste e quelle e intorno al posto,
che i due vasi bolognesi occupano nello svolgimento
dell' arte figurativa delle situle. Quei due vasi, seb-
bene usciti da sepolcri etruschi, furono dal Brizio ri-
guardati come opere degli Umbri (3), i quali « al

(') Cfr. Brizio, op. cit., p. 278.

(2) Per questi motivi v. pure Brizio, op. cit., p. 300, nota 1.

(3) Brizio, op. cit., p. 279 e sgg. Sebbene lo Zannoni abbia
egli pure riguardato la situla della Certosa come prodotto del-
l'arte umbra, l'opinione sua (Gli scavi della Certosa, p. 142)
non può esser confusa con quella del Brizio, in quanto egli
riferiva alla pura età umbra la situla, e congetturava che cu-
stodita come eredità da una famiglia, fosse stata conservata fino
al tempo della dominazione etrusca. Questa opinione affatto sub-
iettiva si appoggia su un presupposto inammissibile: 1° perchè
nelle condizioni delle industrie della pura età umbra, come
giustamente riconobbe il Brizio, un tal monumento, non poteva

contatto ('), anche involontario della splendida civiltà
etrusca » avrebbero « sentito un nuovo e più possente
alito di vita artistica », cosicché 1' arte loro sarebbe
passata per un processo nuovo, tentando arditamente
la rappresentazione figurativa, ad essa per 1' innanzi
quasi interamente ignota.

Mi duole di non poter consentire nel giudizio del
mio caro e illustre Maestro. Ammettiamo pure riso-
luta la questione etnografica concernente le due grandi
necropoli bolognesi ; che, topograficamente appar-
tate l'ima dall'altra, differentissime fra loro, sia per
il predominio in questa e in quella di due diversi
riti di seppellimento, sia per la natura de' corredi
funebri, sembrano tali al Brizio e a gran parte
degli archeologi moderni (2) da doversi ascrivere a
due popoli diversi, l'umbro e l'etrusco. Ammettiamo
risoluta tale questione in un modo, che, se appare
come il più naturale e ragionevole quando si consi-
derino i sepolcreti bolognesi, è ancora ben'lungi dal
soddisfare, se si tengano presenti anche quelli del-
l'Etruria propria, dove una simile distinzione etnogra-
fica, massime dopo le più recenti scoperte, mi sembra
insostenibile (3).

Le situle della Certosa e del predio Arnoaldi sono,
non v' ha dubbio, differentissime per più rispetti da
ciò che hanno dato le tombe etrusche del territorio
felsineo. Diversa è la tecnica, onde sono composti i
due vasi, come quella delle loro rappresentanze, dal
vasellame di bronzo più comune nell' età della Cer-
tosa (4). Disformità di soggetti, di forme e di stile
intercedono fra le rappresentanze delle due situle e

crearsi; 2° perchè sarebbe affatto arbitrario porre da parte
quei criteri topografici, che sono la nostra più sicura guida
per la determinazione dell'età dei monumenti; e, poiché la
situla uscì da una tomba etrusca dell'età della Certosa, niente
ci dà facoltà di distoglierla dall'ambiente, in cui è apparsa, e
rimandarla ad un tempo diverso e più remoto di quello, al
quale i dati topografici accennano nella maniera più evidente.
(•) Op. cit,, p. 293.

(2) Cfr. Brizio, Nuona situla, negli Atti e Mem. cit., p. 281.
Fra gli archeologi, che ultimi accettarono tale distinzione, è da
ricordare specialmente il Montelius, che la pone come incon-
testata nella dottissima esposizione del materiale bolognese,
La civilis., I, B, col. 357-373.

(3) Cfr. la mia Necropoli primit. di Volterra nei J/onum.
ant. Vili (1898), col. 117, 118.

(4) Brizio, Nuova situla negli Atti e 'memorie cit., p. 279-
281 e La provenienza degli Etruschi negli Atti e Mem., s. Ili,
v. Ili, p. 207, 208.
 
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