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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0110

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tissimi dal suolo, anzi sembrano staccarsi dalle zampe
degli animali. Nella situla I (tav. Ili) i riccioli o
le volute sono più artificiose e si combinano talora
così da innestarsi e ricollegarsi insieme. Ciò, che poi
forma la nota peculiare di queste volute della situla I,
è 1' essere spesso appiccicate ad esse una o due fo-
gliette lanceolate (forma 9 a).

I vasi di Milo offrono esempi di simili volute, o
semplici o sormontate esse pure di fogliette. Ambedue
le forme si hanno riunite in uno specialmente di quei
vasi (fig. 57), che abbiamo richiamato anche per la
palmetta n. 5. Da esso abbiamo preso la forma 9 a
(fig. 63), mentre la forma 9b (ibid.) preferimmo to-
glierla dalla cista d' avorio chiusina (fig. 53), che ci
parve meglio corrispondere alla forma delle sitale.

Del resto le volute semplici, che spuntano dal
suolo o pendono anche dall' alto, non estranee alle ce-
ramiche rodie (') e protoattiche (-) sono frequentissime
nella serie de' vasi del genere protocorinzio scoperti ad
Egina (3).

Restano le forme n. 10-12, per la prima delle
quali abbiamo instituito il confronto fra uno de' vasi
rodii (quello dato dalla nostra fig. 54) e il coperchio
di Grandate (fig. 40) : unico fra i bronzi figurati da
noi presi in esame, al quale apparisce chiaramente
applicato il motivo consistente in semicerchi concen-
trici, di cui il maggiore è sormontato da una serie di
fogliette. Invece il motivo stesso è uno dei più fre-
quenti e caratteristici appunto nei vasi rodii ('').

Le rosette date dai n. 11 e 12 differiscono poco
fra di loro. Il tipo n. 11 ha nell'esemplare greco (fig. 63)
un punto centrale contornato da un circolo, attorno a cui
gira una serie circolare di punii. È preso dallo stesso

(') Cfr. Journal of hell. Studies, 1885, tav. 59. Alle volute
però sono ivi addossati altri ornamenti.

(2) Jahrbuch, II, p. 48, fig. 8; p. 52, figg. 12, 14; tav. 4.
Athen. Mittheil., XX, tav. III.

(3) Athen. Mittheil, XXII, p. 301, fig. 25 a; p. 307, fig. 30;
p. 317, fig. 83; p. 319, fig. 37; p. 325, fig. 40; p. 327, fig. 41 ;
p. 332, fig. 42, e tav. VII, fig. 2, 3; Vili.

(4) Cfr. Salzmann, Nécrop. de Camiros, tav. XXXII,
XXXVII, XLITI, XLIV, L, LUI. Jahrbuch des Inst, I, p. 138,
n.2973; p. 139, n. 2939, 2931; p. 140, n. 2944 (riprodotto dalla
nostra fig. 55). Pottier, Vases, tav. 12. All' Hoernes non isfaggì
l'analogia del motivo del coperchio di Grandate con quello
dei vasi rodii : Urgesch. der Kunst-,]>. 658. Il Bohlau allegò lo
stesso motivo, raffrontandolo alle cinture di Hallstatt. Cfr. Zur
Ornamentili der Villanova-Periode, p. 17, fig. 7.

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vaso di Camiro citato più volte (fig. 54), e trova
analogie molteplici in quasi tutti i vasi rodii teste
ricordati ('). L'esempio italico (fig. 64) è desunto dalla
cista di Moritzing. I bitorzoli sbalzati rispondono ai
punti.

Il tipo n. 12 è un po' diverso: un punto centrale
circondato da punti concentrici riuniti ad esso con
lineette a guisa di raggi. È preso da un vaso proto-
corinzio siracusano l'esempio greco (2) (fig. 63) ;
1' esempio italico (fig. 64) dalla situla Benvenuti, dove
ricorre non nelle zone figurate, ma intorno al collo
(cfr. fig. 1).

Ne' vasi del genere protocorinzio queste peculiari
foggie di rosette sono sempre abbondantemente pro-
fuse (:ì) ; laddove diventano una rara eccezione nelle
successive ceramiche corinzie (*).

Non dobbiamo pretermettere infine che la lamina
trapezoidale d'Olimpia più volte citata offre il motivo
medesimo disseminato negli spazi vuoti, al quale non
mancano che le lineole congiungenti i punti esterni
col punto centrale.

Le notate svariatissime analogie, non generiche,
ma peculiari e simultanee fra le situle venete e i mo-
numenti ionici dimostrano la dipendenza delle prime
dai secondi : lo influsso, onde l'arte ionica operò su
quella de'Veneti. Da che parte venne cotesto influsso?

Noi abbiamo dimostrato nelle due prime parti di
questa memoria due fatti, su cui non ci pare possa
cader dubbio : 1° che l'introduzione del tipo della
situla nel Veneto avvenne dal sud, dalla regione
bolognese, dove alla sua volta il tipo era penetrato
dall' Etruria cisappennina; 2° che la decorazione geo-
metrica della situla si svolse nel Veneto, dopoché era
stata largamente applicata e nell' Etruria e nel Bolo-
gnese, se non alle situle (che in quelle regioni si ser-
barono liscie), ad altre specie di monumenti. Dello
stile geometrico era tutta impregnata, per così dire,

(') Cfr. nota prec. Quasi tutti gli esemplari ivi citati hanno
simili rosette.

(2) Orsi, Notizie 1895, p. 156, 157, fig. 43, 44.

(s) Cfr. Ibid., p. 129, fig. 8; p. 142, fig. 21 ; p. 164, fig. 53.
Athen. Mittheilungen, XXII, p. 318, fig. 35; p. 325, fig. 40;
p. 327, fig. 41, tav. VII, fig. 2 e tav. Vili.

(4) P. es. Arch. Zeitung, 1883, tav. X. Cfr. Brunn, Griech.
Kunstgesch., p. 149, 150.

LA SITULA ITALICA PRIMITIVA
 
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