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AUFIDENA

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un esemplare (') con graffiti. Ve ne sono senza collo,
a larga bocca (2) e ve ne sono di quelli che hanno il
corpo schiacciato quasi lenticolare con bocca, senza
collo ed alti manichi (3), forma che pare influenzata
da alcuni vasi dell' Italia meridionale, di regioni però
vicine all'Adriatico (4). Alcune anfore a corpo oviforme

Soltanto alcuni esemplari sono singolari varietà del
tipo: uno è provvisto di quattro manichi orizzontali ('),
motivo prediletto dai figuli del paese, che abbiamo
già incontrato nelle olle e nelle ciotole.

Tali coppe sembrano talvolta piuttosto delle vere
ciotole o piattelli, imposti ad un sostegno, come p. e.

Fig. 36a. — Orciuolo n. 1793. Fig. 36b. — Boccale a. 463.

hanno una bocca stretta, con largo labbro spianato a
guisa di scodelletta, sull'orlo del quale sono due coppie
di buchi per legarvi forse un coperchio o tappo (5)
(tav. XI, 1).

Le oenochoe, come ho già detto, presentano delle
forme un po' più eleganti e ben tornite; il loro im-
pasto grigio o nero le rassomiglia al bucchero greve
e la maggior parte sono del tipo comune in Etruria,
a larga bocca trifogliata (fi), si trovano collocate nel
ripostiglio e talvolta nella tomba stessa. Oltre a queste
oenochoe ci sono dei boccali a bocca tonda o a becco ;
ma più rari (").

Tra i vasi potori si possono annoverare alcuni calici
o coppe con piede. Ve ne sono semplici di forma, mu-
niti di due manichi, a guisa di kantharos (tav. XI, 11) ;
la forma è evidentemente imitata alla buona da vasi
greci, forse protocorinzì, come dimostra l'ampio ba-
cino e l'orlo evasato, distinto e sottile (8).

(') 451. Sono di tipo semplicissimo: a triangoli in serie
con linee oblique graffite per riempitura.

(2) 1590.

(3) 2104.

(4) Cfr. Patroni, Ceramica dell'Italia meridionale, fig. 5
e 10; Bull, di Paletn. Rai. 1898, p. 2, fig. 1.

(5) 565, fig. 34 a, 1053, 1991.

(6) P. e. 1615, fig. 35 a, 637, fig. 35 b.

(!) 811, fig. 35 c, 463, fig. 36 a, b, 685c, 324, fig. 36 d;
prochus, fig. 36 c.
(») P. e. 1073.

Fig. 36r. — Prochus n. 874. Fig. SGd. — Boccaletto n. 324.

nel n. 465, a due manichi con piede a tronco di cono ;
o meglio ancora nel n. 1158, ansato e sostenuto da
tre alti piedi e decorato di due bozze vicino all'orlo
esternamente. In un altro esemplare, senza numero, il
sostegno è formato da tre piedi espansi a guisa di
una foglia di edera o zampa di palmipede (tav. XI, 6).

In generale la ceramica locale della necropoli di
Alfedena si collega con tutto il gruppo delle ceramiche
dell' Italia meridionale e del Lazio e mostra parecchi
caratteri che ricordano forme dell'età neolitica.

Di gran lunga inferiore è il numero dei vasi di
fabbrica straniera; essi nel museo rappresentano una
minima parte degli esemplari conservati, e se si pensa
che questi vasi, essendo di argilla figulina e ben cotti,
hanno una maggiore resistenza dei vasi indigeni, si
noterà subito la grande scarsezza di vasi d'importa-
zione. Mancano assolutamente i vasi greci che pure si
rinvengono in necropoli affini alla nostra, p. e. a Sues-
sula ; tal fatto si può spiegare sopratutto per ragioni
topografiche : la città era lontana dalle fattorie greche
e il viaggio sui monti pericoloso per i fìttili ; ma oltre
a ciò la causa deve risiedere nella povertà della po-
polazione, che si appalesa anche per altri rispetti.

(') Un esemplare è privo di numero; cfr. Pinza, Bull.
Gomm. arch. Com. tav. VII, n. 16.
 
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