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359

AUFIDENA

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meno che in alto, ove la lamina termina in linea retta
tra una spalla e l'altra e sul davanti del collo ha due
bolloncini rilevati. Cos'i ogni piastra risulta come l'im-
magine in bassorilievo di tre falere cucite sopra un
fondo. Le due piastre erano tenute collegate sul corpo
per mezzo di due spalline, formate di due lamine
rettangolari (a. m. 0,05), orlate e attaccate con le-
gaccioli agli anelli o attacaglie dei dischi superiori;
e per mezzo di due altre piastrine simili ma più alte
(0,08) attaccate da anelli e legaccioli tra la parte ar-
cuata del pettorale e quella corrispondente del dor-
sale (')•

Questa foggia di corazza che conserva nel suo
disegno il ricordo della corazza composta di phalerae,
deve essere un derivato della forma a pezzi stac-
cati (2) e perciò considerarsi, come più moderna di
quella. Un altro esemplare di questo genere di co-
razze è nel Museo di Karlsruhe, proveniente dall'Apu-
lia ed attribuito al III sec. a. C. (3). Per queste
due specie di corazze possono citarsi a riscontro anche
non poche rappresentanze figurate (4) e specialmente
le pitture murali di Paestum (5) le pitture vascolari
campane (°) e alcune statuette di bronzo (7).

(') Il motivo della riduzione di dischi staccati a piastra
ornata di dischi a rilievo, con pezzi di congiungimento trian-
golari, è proprio dell'arte che ci rispecchia la civiltà illirica,
p. e. piastra decorativa di Glasinac, Mitth. aus B. u. H. 1396,
p. 13, flg. 27 e ancor più la piastra di fibula, di Sanskimost,
Mitth. 1899, p. 103, fig. 154. Nella stessa arte che ha diffuso
per l'Adriatico la fibula a spirali o volute, si riscontra la ri-
duzione di queste a piastre con circoli concentrici, p. e. Ljubic
Museo di Zagabria, 1889, tav. XV e XVIII, 50, 51.

(2) Nel museo di Napoli esistono parecchi esempì di co-
razze sannitiche, provenienti da Ruvo, n. 18 (2668) e 19 (2890)
n. 5696, n. 5735 (con testa di Pallade) ; cfr. Fiorelli, Catalogo,
Armi antiche, p. 3. Corazza formata da tre dischi sul petto
era quella di una tomba di Herdonia, cfr. Angelucci, Ricerche
preistoriche e storiche nella Capitanata, p. 11. V. anche Pe-
tersen, Ròm. Mitth. 1897, p. 112, fig. 6, e p. 123. Altre corazze
corte di lamina sono citate dal Patroni, Bull. Paleln. Rai.,
V, 1899, p. 197 (Cuma) forse simili alle nostre.

(3) Lindenschmidt, Altertùmer, 1, III, tav. I, III, tav. 1;
cfr. Schumacher, Bronzen in Karlsruhe, tav. XIII, 14, p. 138,
n. 713 e 714.

(4) Cfr. Petersen, 1. c. Daremberg-Saglio, Dictionn. des
Antiq. Or. et Rom. I, p. 674.

(5) Nicolas. Mem. sui monum. di Pesto, Napoli, 1812, tav. XII,
citato dall'Helbig, Ann. Ist. 1865, p. 286, nota.

(°) Patroni, Ceramica dell" Ralia meridionale, p. 88 e 91,
cfr. p. 128; Reinach, Repertoire de vases peints, I, p. 315;
II, p. 359, n. 100; Walters, Vases of the British Museum,
IV, tav. IX, F, 242, F, 197; cfr. p. 20.

(7) Reinach, Repertoire de Sculpture, II, p. 188, n. 4, 5.

Se si vuol fare una congettura sulla ragione per
cui si è trovato questo esempio sporadico di armatura
si può dire che esso o appartenne a qualche guerriero
d'altra regione sannitica, morto in Alfedena, o vi ca-
pitò come bottino di guerra, non essendo esso rap-
presentato in nessun altra delle 1400 tombe esplorate.

Parimenti sporadici sono due esempi di bracciali
in lamina enea orlata ('). Sebbene non abituali nel-
V armatura greca e romana, pure talvolta erano usati
i bracciali (%«?) (2) ed i gladiatori sanniti che traevano
nome da questo popolo, quantunque portassero una
armatura fantastica, non erano privi della manica (:ì).

a b c d

Fig. 79. — Varii tipi di lancie: a, n. 84; b, n. 265; c, n. 87;
d, n. 417.

Le armi offensive constano principalmente di lance,
di spade, pugnali, scuri e mazze, e sono tutte costan-
temente in ferro.

Le lancie (fig. 79), tutte a cannone, sono di due
forme e di dimensioni principali o a lunga e larga
foglia di lauro (4), o a piccola foglia con collo stretto
ed allungato, fig. 79 b (5). Vi sono esemplari della
prima foggia, che arrivano a m. 0,40-0,60 di lunghezza.

l'J 918 e altro senza numero. Un altro esemplare, senza
numero, nel Museo Preistorico di Roma.

(2) Demmin, Kriegswa/fen, p. 195, n. 25.

(3) Livio, IX, 40; Juven. VI, 257 ; Bull.Nap. N. S.I, tav. VII.

(4) P. e. n. 2611, lunga m. 0,48, largii, mass. m. 0,07.84,
fig. 79 a.

(5) P. e. n. 2708, lunga m. 0.41, lungh. del cannone m. 0,23,
largh. massima della foglia m. 0,035; a. e. 160 194 ecc , n. 2762,
2764. Tale forma si avvicina a quella del pilum romano. Cfr.
le due forme di lance: Cross, La Tene, tav. V, n. 1, 3, 8, 11.
 
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