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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Mariani, Lucio: Aufidena: ricerche storiche ed archeologiche nel sannio settentrionale
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0207

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401

AUP1DENA

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caico, con vasi importati di epoca relativamente molto
bassa (').

L'altra considerazione da fare è che, all'infuori
del materiale omogeneo che costituisce la suppellettile
regolare, ordinaria delle tombe, esistono alcuni esem-
plari sporadici che in casi speciali possono farci allar-
gare alquanto i limiti da noi assegnati alla cronologia
della necropoli ; alcune forme di fìbule infatti possono
risalire anche ad un' età più remota (2) e sono il nostro
terminus post quem. Invece i vasi dell' Italia meri-
dionale possono discendere fino al III sec. ed insieme
alla corazza sannitica, al cinturone colle figure graf-
fite, sono i nostri limiti estremi, cui può discendere
il terminus ante quem della necropoli.

Quest' ultima osservazione ci conduce ad indagare
un altro problema, il quale, sebbene non sia facile a
risolversi, perchè non si può avere dinanzi agli occhi
di tutto le tombe i particolari esatti dello scavo, può
tuttavia fino ad un certo punto chiarirsi : voglio dire
se nella necropoli di Alfedena sia possibile distinguere
regioni più antiche e più recenti. Per la zona da me
esplorata, la D'T, potrei accennare ad alcuni fatti che
m'inducono a credere che una parte delle tombe spetti
ad epoca più antica delle altre, come ad esempio la
persistenza dei recinti di pietra, d'origine eneolitica,
la copia dei bronzi ornamentali e la scarsezza dei vasi
importati. Ma nella stessa zona alcune altre tombe
hanno un aspetto meno antico e quindi si può ripe-
tere ciò che ho constatato in parte anche per altre
zone, che i seppellimenti di ciascuna zona non sono
contemporanei, ma tombe di tempi diversi sono mesco-
late nello stesso terreno. Lo stesso fatto è stato con-
statato nelle necropoli di Suessula e di Alife (3) ; tut-
tavia è d' uopo qui considerare se un criterio distin-
tivo di vari periodi fra le tombe di Suessula tentato
dal von Duhn (4), trovi applicazione anche alla necro-
poli di Alfedena. Il Von Duhn distingue nella necro-
poli Suessulana tre specie di tombe analoghe alle no-
stre : 1° quelle prive all'atto di cassa di lastroni, che
secondo lui presentano caratteri di maggiore antichità;
2° quelle di lastroni; 3° quelle di tegoloni. Le due

ultime specie possono essere contemporanee fra loro,
ma in generale la forma a lastroni è piti antica. A
me pare che tale criterio possa adattarsi anche alle
tombe di Alfedena: lasciando da parte le tombe a
lastroni di calcare, che sono la maggioranza ed in cui
la varietà della suppellettile dimostra che furono in
uso per molto tempo, vediamo un po' se la suppel-
lettile delle tombe senza lastre e quella delle tombe
a tegoloni presentino caratteri differenti. In generale,
le tombe senza casse sono molto più ricche, special-
mente in ornamenti di bronzo, precisamente come a
Suessula; onde a prima vista si direbbe che que-
sto era il sistema usato dai ricchi (•); senonchè, a
parte il fatto illogico che un povero potesse procu-
rarsi i tegoloni o le lastre di calcare, mentre un ricco
si doveva contentare di seppellire nella nuda terra o
al più in una cassa di legno, vi sono dati che indu-
cono a credere le tombe senza cassa siano le più an-
tiche, quelle a tegoloni le più recenti. Ed infatti, tra
gli altri argomenti, i vasi dell'Italia meridionale si
rinvengono non di rado nelle tombe a tegoloni; mai
nelle tombe senza cassa. Quest' ultime non di rado
sono incluse nei recinti e poi, i tegoloni rappresen-
tano un progresso nell' arte ceramica ben diverso dal-
l'arte rozza dei vasi indigeni. Finalmente le fibule
di ferro di forma più recente sono quelle che soltanto
si riscontrano nelle tombe a tegoloni, mentre gli orna-
menti ad occhiale, le fibule di bronzo, i dischi e ciò
che v' ha di più caratteristico della civiltà indigena si
riscontra in modo speciale nelle tombe prive di cassa.

Così possiamo farci un' idea anche dello sviluppo
della civiltà e dei costumi di questo popolo nei vari
periodi della necropoli ; attribuirei le tombe senza cassa
al VII secolo, le tombe a lastroni al VI-V sec, ma
con persistenza anche in tempi posteriori (2) le tombe
a tegoloni al IV-III sec. a. C. (3). La povertà delle
tombe dell'ultimo periodo di fronte a quelle precedenti,
dimostra la decadenza in cui la popolazione di Alfe-

(>) Cfr. p. 276 e n. Ilio.

(2) Cfr. p. 313 o segg. P. e. fìbule a bottoni (fig. 4, p. 242 a,
n 358), a navicella ecc.

(3) V. pp. 378, 380.

(*) Bull. Ist. 1878, p. 149; 1879, p. 152.
Monumenti antichi. — Vol. X.

(') Cusl il von Duhn.

(2) Tale è il caso di alcune tombe costruite parte in tegoli
c parte in lastre, p. e. D', XIX; C, CXLIV, LXXIII; 1Y",
CCXCII; E, LXV, LXXVI; P, III, XXV; D", CCCLXXVII ecc.
e di alcune tombe a lastroni con vasi campani, in ispecie nella
zona F.

Anche lo Helbig (Ilom. Epos. p. 44) ammette la pos-
sibilità che la necropoli di Alfedena discenda fino al IV-III se-
colo a. C.

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