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645

RINVENUTO IN POMPEI

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Il torace fin sotto alle mammelle è sviluppato ed
ampio, non però alla maniera del doriforo, che ha i
pettorali in alto: innestandosi poi al ventre va a
restringersi alquanto. Il ventre quindi non presenta
forme larghe, ma si restringe verso il pube, che alla
sua volta non è largo e quadrato, come nelle statue
policletee, ma finisce quasi a punta.

Corrispondente al trattamento delicato e svelto
della parte inferiore del busto è quello delle braccia
che si distaccano dal tronco eleganti e svelte. Alle
forme di adulto, che si riscontrano nel collo poderoso,
nelle forti spalle e nell' ampio petto, qui sottentrano
quelle assai più proprie del giovinetto. Mentre il
braccio sinistro pende lungo il fianco, con quattro dita

Fig. 2.

della mano leggermente ripiegate, il braccio destro è
proteso in avanti. Le mani sono assai finamente lavo-
rate sin nei più minuti particolari, come nelle unghie.

È a notare che le dita della mano destra (fig. 1),
specialmente l'indice e il medio, sono distorte e che
il pollice ha la falange superiore ripiegata alquanto
indietro. Inoltre il medio e 1' anulare presentano dalla
parte interna presso la palma un incavo. Vuol dire
dunque che la originaria posizione della mano venne
forzata per adattarla a tenere la piccola branca a vo-
lute (fig. 2), con cui fu rinvenuto il braccio distac-
cato. In origine ben altra dovette essere la posizione
delle dita.

Delle gambe la destra è fortemente piantata sulla
base, mentre la sinistra è leggermente mossa, pog-
giando il piede con la sola punta sulla base. Il tronco

riposa quindi tutto sulla gamba destra, piegandosi
alquanto sul fianco sinistro. E la posizione tesa della
gamba destra ed il leggero ripiegarsi del busto a sini-
stra determina un movimento ritmico di muscoli, che
l'artista ha mirabilmente espresso. La posa, per la
quale il corpo grava uno cricre, è assolutamente poli-
cletea.

I piedi, come le mani, sono magistralmente mo-
dellati nei più piccoli particolari. Nella pianta di
ciascun piede (fig. 3) (') sono incastri (nel piede de-
stro per quasi tutta la lunghezza della pianta; nel
sinistro, alla punta e quasi sotto il tallone), pei quali
la statua venne fissata un giorno sulla base di pietra.
Sicché la base rotonda di bronzo non è la originaria.

Ma è nel dorso (tav. XXII) che l'artista ha fatto
sfoggio di tutto il suo sapere anatomico e tecnico.
La modellatura del dorso è affatto meravigliosa ; tutti
i muscoli vi trovano la loro espressione in una forma
dove più, dove meno tonica. Con la forte curva delle
spalle si accorda la linea rientrante e mossa della
schiena, cui succede la bella curva delle natiche vigo-
rose ed asciutte. Notevole soprattutto è il movimento
dei muscoli su i fianchi, reso dall'artista con rara
maestria.

In somma noi ci troviamo dinanzi ad un corpo
vivo, modellato sul bel corpo degli efebi greci, svi-
luppato dagli esercizi ginnici. 11 tipo, che è a base
di questa insigne opera d' arte, è senza dubbio il po-
licleteo, ma fortemente modificato in omaggio alla
grazia naturale, alla snellezza ed alla eleganza del
modello vivo. L'artista, pur non sottraendosi all' im-
pero di quel canone, che Policleto già da tempo aveva
stabilito per la rappresentazione del nudo virile, volle
però individuare l'opera sua mediante un' impronta
che rispecchiasse il modo, con cui egli sentiva le
forme del suo modello vivo.

Alla perfezione della modellatura devesi aggiun-
gere il magistero veramente straordinario della fusione:
è questa così perfettamente riuscita che par di sor-
prendere, specie nel trattamento dei capelli, la pre-
senza della cera.

Senza dubbio il confronto statuario, che imme-
diatamente si presenta alla mente dell'osservatore,

(') Questo zinco ò ricavato da una fotografia del calco in
gesso.
 
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