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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0100

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MONUMENTI PRIMITIVI

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delle spade di Baunei (tav. XVII, fig. 1). Uno sti-
letto simile si rinvenne nell'Irlanda (').

Dal ripostiglio di Sanile proviene una falce ad
occhio (fig. 85); un'altra simile, ma provvista di un
foro per meglio assicurare il manico mediante un chio-
detto, si scavò a Valenza (tav. XVI, fig. 31). Per
per quanto io so. falci di questo tipo non si sono an-
cora ritrovate in nessun'altra regione del bacino del
Mediterraneo, ma si notarono invece nel Nord in Ir-
landa e nella Gran Brettagna (2). Quivi pure è carat-
teristica dell'antica età del bronzo un'altra falce, che
si discosta dalla precedente per essere priva d'occhio,
e per avere alla base della lama due fori destinati ad
inchiodarla al manico (3) ; anche questo tipo, sino ad
ora sconosciuto nel Mediterraneo, si ritrova in Sar-
degna (tav. XVII, fig. 3), ove si rinvennero le formo
per fonderlo (fig. 97).

Questi raffronti fra isole tanto lontane potrebbero
forse credersi accidentali, se non si collegassero a mo-
numenti pure analoghi; essi quindi più che relazioni
dirette fra queste regioni, difficili ad ammettersi per
la grande distanza che intercede fra di esse e pel
carattere tutt'altro che marinaresco degli abitatori
della Sardegna, per ciò almeno che ci è concesso di
intravedere dai posteriori dati della storia, dimo-
strano relazioni comuni con una medesima corrente di
civiltà.

Nella collezione Gouin si conserva una lama di
sega proveniente dal ripostiglio di Abini (4) ; altri fram-
menti si ritrovarono con una certa frequenza nei ri-
postigli sardi. In Spagna lame identiche provengono
da strati che appartengono all'alba dei metalli (5);
nell'estremità opposta del bacino occidentale del Me-
diterraneo, cioè nel continente italiano, l'uso di tali
strumenti durava ancora nella prima età del ferro,
essendosene ritrovati alcuni frammenti nel riposti-
glio di S. Francesco a Bologna (6), i cui bronzi sem-
brano coevi a quelli di Abini e di Valenza. In

questi ultimi si ritrovarono pure pezzi di lime in
bronzo a sezione rettangolare o circolare (tav. XVI,
fig. 9 e 13), altri del tutto simili provengono dalla valle
del Rodano e dal già citato ripostiglio bolognese (').

Panno parte dei corredi domestici anche i vasi in
lamina di rame o bronzo. 11 loro uso è antichissimo
nel Mediterraneo; i vasi a campana infatti si ritro-
vano eseguiti in lamina di argento già nella seconda
città d' Hissarlik (2), e dei recipienti di diversa forma
di rame o d'altro metallo, si ritrovano in Oriente
negli strati dell' età micenea, e di quella immediata-
mente precedente. Riguardo alle forme dei vasi rin-
venuti nei ripostigli sardi, non possiamo affermare
nulla, i frammenti non permettendone la ricostruzione ;
uno di Valenza è decorato con dei disegni geometrici,
incisi (tav. XVI, fig. 15), un altro invece con spirali
rilevate (tav. XVI, fig. 21), proprio come alcuni del
ripostiglio di S. Francesco (3). Questi frammenti ap-
partengono quindi probabilmente pure essi, come quello
già citato di Bologna, all'età del ferro, ma ci lasciano
incerti sull'epoca nella quale si introdusse in Sardegna
l'uso dei vasi in lamina.

Da un nuraghe della Nutra proviene un grande
rasoio rettangolare fuso, tutto d'un pezzo col manico,
e colla lama attraversata da quattro fori (fig. 84),
che a prima vista potrebbero sembrare destinati a fis-
sare la lama ad una cintura, della quale avrebbe po-
tuto costituire uno dei ganci; a proposito di questo
oggetto quindi possono sollevarsi gli stessi dubbi che
nacquero quando strumenti simili, ma col manico in-
chiodato alla lama, si ritrovarono dall' Orsi in Sici-
lia C). Si disputò allora se fossero rasoi, o ganci da
centurone : oggi la ipotesi dell' Orsi è la più accet-
tata (5) ed anche io ritengo che l'oggetto sardo al
quale accenno, sia stato un rasoio. Oltre agli esem-
plari dell' Italia meridionale, altri simili a quello
della Nurra, col manico talora imbullettato alla
lama e più piccoli, si notarono nel Lazio (fi) e ad Al-

(') Evans, Age du Bronze, p. 276, fig. 223.

(2) Evans, op. cit., p. 213 e seg., fig. 234-237, esemplari
con foro pel chiodetto.

(3) Evans, op. cit., p. 212, fig. 232 (ripostiglio di Somerset).

(4) Matériaux, 1882-83, p. 207.

(5) Siret nella Rev. des quest. scienti/., 1893, p. 533, fig. 214.
(") Zannoni, La fonderia di Bologna, Atlante, tav. XXVIII,

fig. n, u, r, s, t.

(!) Zannoni, op. cit., tav. XXVIII, fig. g, m.

(2) Schliemann, Ilios, p. 590 e seg.

(3) Zannoni, op. cit., tav. XLIV, fig. 10, 11, 35, tav. XLVII
fig. 4.

(<) Orsi, Bull, di Paletn. itah, 1897, p. 170.

(5) Cfr. Petersen nelle Mittheil. d. K. deut. arch. Institul,
Róm. abth., 1898, p. 169.

(6) Mortillet, Mus. préhist. pi. XCV, fig. 1193.
 
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