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ESPLORAZIONE ARCHEOLOGICA
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tondo di marmo azzurrognolo (fig. 29) munito di iscri-
zioni edite già dal Myres, loc. cit., non senza mende, ora
trasportato al Museo della Canea. Ha forma di tam-
buro leggermente rastremato verso l'alto e posato
sopra un plinto spezzato all' intorno ; il passaggio da
questo al corpo cilindrico è preparato mediante un
toro ed un trocbilo, ed il collarino è circondato da un
doppio cordone rilevato e termina con un piccolo rigon-
fiamento e una leggerissima gola. La superficie oriz-
zontale (v. fig. 30) è suddivisa in due fasce circolari
concentriche, gradatamente differenti in altezza, e di-
sposte attorno a un disco centrale ancor più elevato,
perforato nel mezzo da un buco tondo (larg. 0,075), il
quale traversa verticalmente tutto il blocco. Attorno al
buco sono quattro incavi a punta e due altri rettangolari
contrapposti nel senso del diametro in guisa da for-
mare nell' insieme quasi una stella. In questi doveva
essere incastrato un dvàDrjfia, che sarà stato di
bronzo e molto stretto in basso, la cui forma tuttavia
non ci è dato indovinare: la perforazione del pie-
distallo farebbe pensare ad una tazza di fontana.
Le dimensioni sono le seguenti: altezza totale 0,45,
del solo tamburo 0,32 ; diam. superiore 0,45 ; diam. del
solo disco centrale 0,20, altezza 0,015; larg. della
fascia interna 0,06, dell'esterna 0,055.
Nella superficie orizzontale è incisa l'iscrizione
SVrt óa/xiogytòv 'Ovdrfavógog Ilaquévovrog
OlmvixXrjg Aaxvóa
^Oqvag Ilif)-(a
Tadxacvvdóag 2cóffco
QaXfg Msvsódf.m
Eni AìyvXu> laqixevovTog
KaXXCxqitog snoirjGe
la quale come si vede, porta soltanto i nomi dei magi-
strati, i quali curarono la dedica del dono alla divinità,
che non è nominata, ed inoltre la firma dell'artista Kal-
likritos, di cui do qui il fac-simile alla metà del vero :
Anche nella superficie cilindrica è incisa un' iscri- zione (v. fig. 29) che per intero suona così
Eni dccjxioqyàìv d nóXig
insGxevaifav
ini 2o)XQdrsoc ^cqcctoxvÓsoc
BovXityóqag 'Oqovcc 'AvàqoiTog Aq^tioivog
QeóòcoQog Maffeo ArÓQoxXijg 2w(s(tì
Questa seconda iscrizione si riferisce, come si vede,
ad un restauro del monumento, ed anch' essa non porta
più che i nomi dei magistrati che lo fecero eseguire.
I caratteri mostrano all'evidenza, secondo il giudizio
comunicatomi dal prof. De Sanctis, che questa iscri-
zione è di non poco posteriore alla prima. Mentre
quella può riferirsi alla prima metà del III od alla
fine del IV sec. a. C, quest'altra si riferisce alla
ESPLORAZIONE ARCHEOLOGICA
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tondo di marmo azzurrognolo (fig. 29) munito di iscri-
zioni edite già dal Myres, loc. cit., non senza mende, ora
trasportato al Museo della Canea. Ha forma di tam-
buro leggermente rastremato verso l'alto e posato
sopra un plinto spezzato all' intorno ; il passaggio da
questo al corpo cilindrico è preparato mediante un
toro ed un trocbilo, ed il collarino è circondato da un
doppio cordone rilevato e termina con un piccolo rigon-
fiamento e una leggerissima gola. La superficie oriz-
zontale (v. fig. 30) è suddivisa in due fasce circolari
concentriche, gradatamente differenti in altezza, e di-
sposte attorno a un disco centrale ancor più elevato,
perforato nel mezzo da un buco tondo (larg. 0,075), il
quale traversa verticalmente tutto il blocco. Attorno al
buco sono quattro incavi a punta e due altri rettangolari
contrapposti nel senso del diametro in guisa da for-
mare nell' insieme quasi una stella. In questi doveva
essere incastrato un dvàDrjfia, che sarà stato di
bronzo e molto stretto in basso, la cui forma tuttavia
non ci è dato indovinare: la perforazione del pie-
distallo farebbe pensare ad una tazza di fontana.
Le dimensioni sono le seguenti: altezza totale 0,45,
del solo tamburo 0,32 ; diam. superiore 0,45 ; diam. del
solo disco centrale 0,20, altezza 0,015; larg. della
fascia interna 0,06, dell'esterna 0,055.
Nella superficie orizzontale è incisa l'iscrizione
SVrt óa/xiogytòv 'Ovdrfavógog Ilaquévovrog
OlmvixXrjg Aaxvóa
^Oqvag Ilif)-(a
Tadxacvvdóag 2cóffco
QaXfg Msvsódf.m
Eni AìyvXu> laqixevovTog
KaXXCxqitog snoirjGe
la quale come si vede, porta soltanto i nomi dei magi-
strati, i quali curarono la dedica del dono alla divinità,
che non è nominata, ed inoltre la firma dell'artista Kal-
likritos, di cui do qui il fac-simile alla metà del vero :
Anche nella superficie cilindrica è incisa un' iscri- zione (v. fig. 29) che per intero suona così
Eni dccjxioqyàìv d nóXig
insGxevaifav
ini 2o)XQdrsoc ^cqcctoxvÓsoc
BovXityóqag 'Oqovcc 'AvàqoiTog Aq^tioivog
QeóòcoQog Maffeo ArÓQoxXijg 2w(s(tì
Questa seconda iscrizione si riferisce, come si vede,
ad un restauro del monumento, ed anch' essa non porta
più che i nomi dei magistrati che lo fecero eseguire.
I caratteri mostrano all'evidenza, secondo il giudizio
comunicatomi dal prof. De Sanctis, che questa iscri-
zione è di non poco posteriore alla prima. Mentre
quella può riferirsi alla prima metà del III od alla
fine del IV sec. a. C, quest'altra si riferisce alla