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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0240

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Resti antichi presso il Kriu-metopon.

L'estremo limite occidentale della esplorazione fu
il promontorio detto Kqiov /le'rw/rov. Nel sito detto
TqoxcxXov tra il promontorio e Selino-Castelli, vicino
al fiumicello idìj Kovv%ovqag esistono le rovine di

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dall'intemperie e dalle onde del mare. Le colonne di
cipollino stando più vicine al secondo edifìcio è pro-
babile che abbiano appartenuto a questo; le altre
possono spettare al primo. È evidente che in ambedue
i casi si tratta di costruzioni dell'età romana tarda;
se fossero templi od edifìci di altre generazioni non è

ESPLORAZIONE ARCHEOLOGICA

Fig. 162. — Limnaki presso il Kriu-metopon.

una casa di epoca romana e forse anche più tarda, fatta
di sassi, mattoni e calce. Sopra la collina prossima è
una casa moderna, nelle cui fondazioni, al dire del
proprietario, furono trovate tre tombe rettangolari,
contenenti dei vasi, uno dei quali, un'anforetta rozza
di argilla giallastra, ci venne consegnata.

Nel fianco occidentale dell'anzidetto promontorio
si apre tra le rupi un'insenatura, che forma un pic-
colo porto naturale di schema quasi rettangolare, gre-
camente detto Aifivaxi (fig. 162). Ivi, poco discosto
dalla sponda nord, trovammo le tracce di un edifìcio,
che appariva da poco rovistato ; i particolari della
pianta non si distinguevano più. Vicinissimi e ad ovest
di esso apparivano i resti di un altro edificio rettan-
golare (lungh. m. 11,35; largh. m. 4,40). Sulla spiaggia,
o a poca distanza dalla medesima, giacevano due fram-
menti di colonne di breccia africana senza scanalature
di cui l'uno lungo m. 2,15, l'altro m. 0,85, col dia-
metro di m. 0,42 ; inoltre tre frammenti di colonne
di cipollino non scanalate e molto corrose, del diam.
di m. 0,50 circa, ed infine due capitelli di marmo bianco,
corinzi, (diam. approssimativo m. 0,65), tutti corrosi

più possibile dire. Porse questo è Yvyoquov accen-
nato dallo Stadiasmo (!).

Termino questa mia relazione colla pubblicazione
di tre sculture recentemente trasportate nel Museo
della Canea e segnalatemi dal prof. Halbherr. Le
prime due provengono dalla provincia di Selino, ma
da località incerte, la terza dall' isola di Gavdos
(Kavóog) che sta a sud e a poca distanza dalla re-
gione, di cui ho riferito.

1. L'una (fig. 163) è un frammento di bassorilievo
in marmo, di mediocre fattura, alto m. 0,19, largo
m. 0,205, grosso m. 0,035. La superficie è non poco
danneggiata e vi resta la metà di una figura muliebre,
che stava seduta senza dubbio sul dorso di un ani-
male, che la trasporta via e che da quanto ne rimane
sembra un caprone. Con tutta probabilità noi abbiamo
qui una rappresentanza dell'Afrodite imTqayìa, ispi-
rata alla Pandemos di Scopa. Le sue somiglianze colle

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