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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: Le antichità del territorio Laurentino: nella reale tenuta di Castelporziano
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0104
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le antichità del territorio laurent1no

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ambasciatore di S. M. Fedelissima, che gli aveva tro-
vati in Ostia vicino al tempio di Vulcano. Vedi Fea,
Viaggio, p. 42. Dunque, se la villa conteneva opere
d'arte, queste stanno ancora nascoste e sepolte.

Il Principe don Agostino Chigi volle tentare un
secondo scavo nella quaresima del 1802, per suggeri-
mento del Fea. Fu scoperta una sola cameretta con
ipocausto e caloriferi nel giro delle pareti, cameretta
che non guardava il mare ma la via severiana : e lo
scavo fruttò due soli pezzi di mattoni bollati. Ciò
nondimeno il Fea, p. 68, lo chiama non solo felice
ma decisivo. Egli ragiona a questo modo. Una villa
costruita da Plinio, morto poco prima dell'anno 117,
non può essere stata rifatta nel 123, data letta su
quei mattoni (') le cui rotture mi farebbero sospet-
tare di aver servito prima ad altre fabbriche. « Dunque
(egli conclude) non può esser questa la pretesa villa
di Plinio ». Come se la villa, passata ad altre mani,
non abbia dovuto essere restaurata più volte nel corso
dei tre secoli seguenti, con mattoni e tegolozze pro-
venienti da fabbriche più antiche!

Il principe Agostino continuò le sue ricerche negli
anni 1803, 1805, e 1819 con poco o niun successo,
siccome egli stesso descrive nel Diario mss. che si
conserva nella biblioteca Chigiana. Vedi Cugnoni, Nò-
tùia della vita degli studi del pr. Agostino Chigi.
Koma 1893, p. 14.

La villa che divide quella di Plinio dal Vico
Augustano (tav. XIII, fìg. 3) è stata attribuita ad Or-
tensio, ma senza alcuna prova di fatto. «Uva auprès
de Torre-Paterno, du còte de la villa de Pline, quel-
ques colonnes couchées dans l'herbe. Probablement ces
colonnes faisaient partie de la maison d'Hortensius.
Varron décrit un repas qui lui avait donne cet orateur
célèbre dans sa villa de Laurentum. Dans un pare de

(») Vedi C1L. XV, 1, un. 263 e 728.

cinq cents arpents, ferme de muiailles s'élève, dit-il,
une petite colline (sans doute artiflcielle). Ce fut sur
cette colline qu'Hortensius fit servir le diner. Pour
amuser ses hòtes il tìt appeller Orphée, et Orphée
vètu d'une longue robe arriva la lyre à la main. Prie
de jouer, il commenca par donner du cor: aussitòt
nous vimes un si grand nombre de sangliers et de
daims accourir de toutes parts que l'on aurait pu se
croire a l'amphitéàtre de Rome, lorsqu'on y donne des
chasses sans bètes africaines » (Bonstetten, p. 153).

Il passo di Plinio relativo alla facilità di trovare
acqua potabile lungo la spiaggia di Laurento, a poca
profondità, è illustrato da quanto avvenne in Ostia
l'anno 1797, quando Roberto Fagan scavava a Tor
Bovacciana- Appena scoperto il famoso puteale vati-
cano del Narciso i cavatori che pativano la sete, vol-
lero spurgare il pozzo e trovarono subito 1' acqua al
livello indicato da Plinio. Questo pozzo, coperto da
cupolino, era ancora in uso pochi anni fa.

Il vicus Augustanus fu scoperto per la prima volta
l'anno 1874 per cura del re Vittorio Emmanuele e
secondo i consigli di Pietro Rosa. Parla specialmente
di questi scavi lo Henzen nel Bull, dell'List. 1875,
p. 5. Era un delizioso e pulito villaggio, col foro, la
curia e il tempio aperti dalla banda del mare, e con
la via Severiana alle spalle, al di là della quale si
stendeva per amplissimo spazio il bosco ricco di sel-
vaggina.

Tra il vico Augustano e Laurento, termine del
nostro viaggio, s'incontrano gli avanzi di ben sei ville
come è indicato nella pianta tav. XIII, fìg. 3. Le ro-
vine del villaggio di Laurento, che formava come una
appendice alla grande villa imperiale, incominciano
nel sito detto « i Muriccioli » e si estendono per la
lunghezza di un chilometro. In mezzo agli avanzi di
caseggiati si possono ancora riconoscere quelli di due
o tre sepolcri.

R. Lanciani.
 
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