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NEMUS AR1C1XUM

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anche alcune figurine di caprioli e un cane ('), orecchie
(figg. 69, 70), astragali (fig. 68) e corna di animali
(tìg. 67) in bronzo.

Sono specialmente notevoli dei tridenti (figg. 38, 44
[ e 71), di cui si sono trovati numerosi esemplari (-').

Fig. 29.

L'Helbig li spiegò prima come fiocine, che servissero per
la pesca nel lago (3) : più tardi, per analogia di alcune
antefisse ceretane che hanno impiantato in cima un
simile tridente, ritenne che nello stesso modo doves-

te Helbig in Bull. deWInst. 1885, p. 230; Iiossbach, Das
Dianaheiligtum, p. 163.

(2) Bull. deWInst. 1885, pp. 231-232; Notizie degli scavi
1887, p. 1955 1888, p. 393.

(3) Bull. deWInst. 1885, pp. 231-232.

sero essere fissati alle antefisse anche i tridenti tro-
vati a Nemi, e per spiegare il loro uso ricordò un
passo di Libanio, secondo il quale tridenti dorati
erano infissi negli acroteri d'un palazzo d'Erode At-
tico, per tenerne lontani gli uccelli (')• E questa spie-
gazione è confermata dal fatto che le punte sono ar-
rotondate in modo che non si comprenderebbe come
potessero servire per la pesca: se fiocine dovrebbero
essere votive: ma anche questa interpretazione non
spiegherebbe come esse non presentino traccia di alcun
mezzo per essere fissate ad un manico.

La tecnica di questi oggetti, di quelli almeno che
presentano qualche cosa di caratteristico, induce a
riportarli agli ultimi tre secoli della repubblica e
all'età imperiale. Fa eccezione un piccolo gruppo, ora
nel Museo Nazionale che, sebbene nessuno, nelle rela-
zioni e nelle notizie, ne abbia fatto mai parola, pro-
viene certamente, mi fu affermato dal Pasqui, dagli
scavi presso il tempio di Diana Aricina (figg. 71
a 94) (2).

(') Helbig in Miltheilungen, II (1887), p. 119. Dei passi
di Libanio (V, 5, 6; VI, 5, 1), parla il Petersen, nel suo studio
appunto su questo argomento: Vogelabwehr in Miltheilungen
des Kaiserlich deutschen Archàologischen lnstituts. Athenische
Abtheilung. XIV (1889). pp. 238-239.

(2) Sono tutti oggetti di uso personale. Tra essi alcune
fibule (figg. 81, 82, 83, 84, 85, 87, 88, 89): ve ne sono a navi-
cella, a sanguisuga, antichissime; la più recente è la fibula
della Certosa (fig. 87) che il Montelius assegna al VI o al
V secolo a. Cr. (La civilisation primitive en Italie - Evolu-
tion de la fibule en ItalieY). Una rotella di bronzo, che pare
una capocchia d'ago crinale (tìg. 86) somiglia molto alle rotelle di
bronzo, e alle capocchie d'ago crinale in corno di cervo che si
sono trovate nelle terremare di cui numerosi esemplari sono a Roma
nel Museo preistorico. Vi sono poi degli anelli, a cui si unisce
un bastoncello trasversale terminato con due capocchie ("figg. 72,
73, 74). Sono troppo piccoli per poter essere tirelle da carro, e
devono appartenere a cinture, ed essere stati usati come quelli
rappresentati dal Montelius: La civilisation primitive en Italie,
serie B, pi. 82, fig. 15 (in cui gli anelli, invece che uno come
nel caso nostro, sono due) trovati in sepolture preetrusche. Vi
sono anclie altri anelli di bronzo, con una piccola testa di oca
(figg. 76, 77, 78, 79, 80) di cui non comprendo l'uso: forse anche
essi appartennero a cinture e furono usati come l'anello del
cinturone rappresentato dal Montelius, serie B, pi. 74, fig, 2,
in cui però si ha un semplice anello, senza la testa di oca nè
alcun'altra cosa che la sostituisca. Mi attengo all'opera del
Montelius, sebbene la cronologia da lui fissata sia stata almeno
in parte scossa dalle osservazioni del Karo (nel Bull, di Pa-
letnologia italiana, 1898, pp. 144-161: Cenni sulla cronologia
preclassica nell'Italia centrale) poiché è la sola opera di ca-
rattere generale ; nel mio caso del resto ha poca importanza la
determinazione cronologica esatta.
 
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