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l'olympieion ni Siracusa

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piedi ed altre abbattute, ed è degna di ricordo la descri-
zione che di esse ci tramandò « elle sono tutte d'una
intiera pietra in lung. di 25 palmi, oltre il capitello
e base, che sono di due altre pietre intiere, tanto che
base, colonna e capitello si veggono erette con tre sole
pietre ». Sette erette ne videro il Cluver {Sicilia
antiqua, 1619, p. 179) ed il Bonnano {L'antica Si-
racusa, 1624, p. 165), la cui concorde testimonianza
di fronte a quella del Mirabella, più antico, denota
che questi prese un lieve equivoco; comunque sia,
l'abbattimento delle cinque colonne deve datare dal
seicento, perchè nel 1770 1'Honel ne vide parecchie
ed un capitello giacenti a terra, le quali dopo pochi
anni erano scomparse (').

Degli autori moderni che descrissero l'Olimpieo
oltre al Cavallari ricordo tra i recentissimi il Boeckel
nella magnifica opera Aus clem classischen Siateti
(Imbecca 1896, p. 32 e tav. 81 con veduta del tempio)
ed ultimi il Koldewey ed il Puchstein {Die griech.
Tempel in Unteritalien und Sicilien, Berlin 1899),
che fecero la levata dopo i miei scavi del 1893, ed
i cui dati, per quanto sommariamente esposti nella
loro opera magistrale (pp. 66-68, tav. Vili), vanno
considerati siccome i più esatti ed attendibili, attesa
anche la modernità delle vedute dei due illustri
autori.

IL

Lo stilobata (-).

L'avanzo più ragguardevole del tempio, visibile
anche prima dello scavo era l'angolo sud-est, che
sorregge ancora una colonna; cominciando da quel
punto lo sgombero, e mettendo a nudo tutte le parti
ancora superstiti dell'edificio, ho raggiunto i seguenti
risultati :

Dello stilobata orientale esistono avanzi per metri
lineari 10,40; in elevazione si riconobbero qui tutte e
quattro le assise dei massi ; della superiore non ri-
mangono però che i due lastroni di sostegno alla co-

(') Honel, Voyage pittoresque, voi. III. p. 192.

(*) Devo alla cortesia dei miei amici sig. Koldewey e
Puchstein il disegno della pianta del tempio clic pubblico con
lievi aggiunte.

lonna, robustati con pezzame per opera del Cavallari,
che volle assicurare la stabilità della colonna stessa ;
la larg. massima dell'assisa inferiore è di m. 3,64.

Lo stilobata meridionale in tre brani interrotti
conserva avanzi rilevanti ; il primo tratto, che, attac-
cando col precedente forma l'angolo sud-est, consta
di due assise di pezzi; la larg. massima della infe-
riore fuori angolo è di m. 2,73, e la lung. totale di
m. 7,48. Dopo una lunga interruzione riappare una
filata di sei pezzi dell'assisa infima, per una lung.
di m. 5,84. Segue altra interruzione e poi un lungo
tratto di m. 10,70; le assise di massi sono quattro
nel punto dove sorge la colonna, robustate dal lato
esterno con pezzi moderni squadrati e cementati, ad
ovviare un ulteriore cedimento della colonna assai pe-
ricolante; la larg. massima è qui di m. 3,74.

Così dello stilobate meridionale restano tre brani
distinti e non continui dello sviluppo complessivo di
m. 24,02.

Dello stilobata occidentale, interamente sconosciuto
al Cavallari, vennero in luce due soli pezzi, lunghi
insieme m. 1,84, ma di molto valore perchè in posto;
venne ancbe messo allo scoperto il fosso scavato nella
roccia superiore, nel quale erano innestate le fonda-
zioni ; con che fu possibile stabilire in qualche modo
la lung. del tempio.

Del lato settentrionale abbiamo un magnifico avanzo
dell'assisa infima, lung. in complesso m. 24,80, con
una larg. massima di m. 3,10; esso è formato da 45
massi parallellepipedi.

III.

Il sistema <li fondazione.

La terrazza rocciosa sulla quale sorge l'Olimpico
è formata da un banco di pessima roccia tufacea plio-
cenica; friabile, farinosa e biancastra nello strato su-
periore, infracidita per la continua penetrazione del-
l'acqua piovana, man mano si scende diventa più
compatta e consistente, ma non durissima; talvolta
sotto la crosta semirocciosa s'incontrano potenti banchi
di sabbie gialle vergini. Lo strato di humus che
forma il soprassuolo varia da cm. 50 a 70. In tale
stato di cose i costruttori del tempio non si preoc-
 
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