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01

VASI GRECI DELLA SICILIA

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Ma tanto nel vaso di Ruvo che nel nostro, Marsia
no« suona le tibie, ma la cetra : e questa strana ver-
done della leggenda è affatto ignorata dalle fonti let-
terarie. Che essa però dovesse esistere, ce lo conferma
11 cratere di Camarina, non essendo chiara una terza
rappresentanza, non del tutto simile, di un cratere di
Berlino, in cui pare che Apollo provochi alla gara Mar-
sia, che tiene la lira, in presenza di Zeus (')• Dare una
spiegazione sicura di questo rarissimo soggetto non e,
fin°ra, possibile; poiché nulla noi sappiamo delle
strane invenzioni dei ditirambografi, per rendere più
"Pregevole la figura del povero Sileno. Non potrebbe,

*chi«e, la più p0p0iare delle quali avversava, quasi con ferocia,
musica auletica. Cfr. il famoso frammento del ditirambo
Mar*yas di Melanippide maior, in Athen. XIV, 616*

(') Purtwtógler, Beschrrib., n. 2950 ; Arch. Zeitung, 1884,
tav- 4. Cfr. Roscher, Lexikon, II, 2, 2454.

forse, la rappresentanza del nostro vaso e di quello
di Ruvo — in cui Marsia sembra costretto a suonare

10 strumento sacro ad Apollo — riferirsi ad una di
codeste ricercate, tendenziose invenzioni del ditirambo?
Solo in questo genere di poesia io so concepire un
Marsia citaredo. Si noti che sul collo dell'anfora Jatta,

11 pittore aggiunge la rappresentanza vulgata della
gara tra Apollo e Marsia, con evidente intenzione di
contrapporla all'altra da lui effigiata.

Vibrano, adunque, nelle leggende scelte dall'ignoto
ceramografo del cratere di Camarina, la fede religiosa
e il patriottismo del popolo ateniese del quinto secolo,
ravvivati dalla poesia, di cui ci arriva appena un'eco
incerta e lontana; si che dubbio rimane se di questo
vaso debbasi più apprezzare l'importanza artistica o la
rarità e quasi singolarità dei soggetti figurati.
 
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