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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Rizzo, Giulio E.: Vasi greci della Sicilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0040

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63

VASI GRECI DELLA SICILIA

04

PARTE IL

CRATERE DI CAMARINA

SCENA DI CONGEDO : ANFIAEAO ED ALCMEONE ?

Nello stesso lavoro dell'Orsi, superiormente citato,
fu dato un breve cenno, accompagnato da un piccolo
zinco di insieme, di un altro cratere proveniente dalla
necropoli di Camarina, giudicato « per la rarità della
scena, non meno che per la bellezza dello stile, de-
gnissimo di una pubblicazione in extenso » (')•

Un esame accurato ed una minuziosa e spregiu-
dicata ricerca sulla rappresentanza figurata hanno
diminuito, a' miei occhi almeno, l'importanza del vaso.
Ma poiché il mio dotto amico aveva dato notizia di
esso insieme con l'altro da me illustrato, ed aveva
espresso l'ugual desiderio che venisse ampiamente de-
scritto e commentato; e — principalmente — poiché
l'esegesi di questa rappresentanza figurata dà luogo
ad una interessante questione, m'è sembrato conve-
niente di far conoscere meglio quest'altro cratere di
Camarilla, pubblicandone un accurato disegno (Tav. IV),
dovuto allo stesso prof. Polizzi, che disegnò il vaso con
Teseo ed Arianna.

La sagoma di questo oxybaphon o cratere a cam-
pana è data dalla fig. 19. Esso è alto m. 0,450, ed ha,
alla bocca, un diametro di m. 0,440 ; è rotto in più
pezzi esattamente ricongiunti, senza alcuna parte vuota.
Nulla di singolare presentano la forma, la tecnica, e
lo stile ; ed il vaso trova il suo posto in una classe
assai numerosa, della quale il Winter (2) diede un elenco,
comprendente venticinque fra questi crateri fino a quel

(») Orsi, Camarina, in Monum. antichi, IX, p. 238 sg.,
fig. 29.

(2) Die jung. attisch. Vasen u. s. w., p. 69 sgg.

tempo pubblicati: numero che potrebbe agevolmente
estendersi e che diventerebbe assai più grande, catalo-
gando i moltissimi esemplari inediti delle varie col-
lezioni.

La solita ghirlanda di doppie foglie di lauro cir-
conda l'orlo del vaso ; e le figure poggiano — disposte
tutte in un piano solo — sopra un fregio di meandri
alternati con croci oblique.

Questa classe di vasi, che sono in gran parte più
recenti dei grandi crateri a calice con composizioni
pittoriche, non offre, come è noto, un grande interesse
per lo stile, generalmente trascurato e senza alcuna
impronta personale o speciale a singole officine. Ed
infatti il disegno del nostro cratere, pur non essendo
volgare, non ha nulla di quella severa nobiltà, propria
dei grandi vasi del periodo precedente. La stessa dispo-
sizione dei pochi personaggi in un piano solo non dà
luogo ad alcuno aggruppamento pittorico; le figure
sono troppo allungate e gli arti soverchiamente esili ;
la linea del nudo e del panneggio è alquanto incerta
e frettolosa.

Per la cronologia di questa classe di vasi, io credo
che non sia dato affermare altro di più preciso che
essi appartengono alla seconda metà del quinto secolo ;
e quanto agli indizi cronologici esterni offertici dalla
necropoli di Camarina, rimando a quel che sopra ne
ho detto (p. 50 sg.).

*

Sulla faccia principale del vaso vediamo un guer-
riero armato di corazza e di lunga asta su cui egli
si appoggia col braccio sinistro, dal quale scende la
 
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