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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Rizzo, Giulio E.: Vasi greci della Sicilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0042

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VASI GRECI DELLA SICILIA

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Un soggetto, come ognun vede, delia più grande im-
portanza.

Ma si può esser sicuri che il pittore abbia voluto
effigiare questa scena? E con quali criteri, con quali
modelli?

È noto quanto siano frequenti nella pittura vasco-
lare, dalla più antica a figure nere alla più recente,
le scene di armamento, di congedo, di partenza e di
ritorno di eroi o di guerrieri, circondati dai loro servi
e dai loro congiunti (•). Per l'intento della nostra ri-
cerca, atteniamoci alla divisione di tutte queste rap-
presentanze in due classi: 1) o a scene, tradizionali
nelle officine, con tipi e figure improntati ad uno
schematismo quasi invariabile, davansi nomi tratti
dalla mitologia, adattando queste scene schematiche
a situazioni esistenti nell'epos o nella leggenda, in
genere; — oppure: 2) si inventavano per gli eroi della
leggenda situazioni e scene probabili e verosimili, ma
delle quali era ed è impossibile il riscontro nelle fonti
letterarie ; e nel far ciò i pittori vasai attribuivano
agli eroi antichi i costumi e le abitudini del tempo
loro.

Queste due classi sono tanto simili fra loro, che
non è agevole assegnare le varie rappresentanze figu-
rate all'una piuttosto che all'altra; onde, permeglio
chiarire il concetto, aggiungerò che la principale diffe-
renza fra di esse consiste in ciò : nella seconda è
sempre necessaria l'invenzione di una scena ve-
rosimile e 1' atttribuzione di essa alla leggenda
eroica, di maniera che una scena comune acquista ca-
rattere eroico, pur essendo impossibile il riferimento
di essa alla tradizione letteraria. Invece per i vasi
della prima classe, la scena trova il suo esatto ri-
scontro nella tradizione e nelle fonti poetiche, ma la
sua rappresentanza figurata non òche l'adat-
tamento di tipi e schemi comuni, per lo più mediante
i nomi scritti accanto alle figure (2).

Esempi tipici dei vasi della seconda classe sono
l'anfora di Euthymides con l'armamento di Ettore in

presenza di Priamo e di Ecuba (') e l'altra con la
partenza di Aiace e Teucro (2), che è una scena co-
mune di congedo, a cui s'è voluto dare un signifi-
cato speciale, mercè i nomi scritti accanto alle figure,
nomi che, per giunta, sono sbagliati, essendosi scam-
biato Teucro con Telamone.

Il fine di questa ricerca non ci consente di enu-
merare e discutere gli altri vasi con scene di par-
tenza e di congedo di altri eroi greci, bastando ri-
mandare al citato lavoro del Luckenbach. Ma per
intendere il modo seguito, probabilmente, dal pittore
del nostro cratere, non sarà inutile osservare come la
sola aggiunta dei nomi abbia potuto dare ad alcune
troppo semplici e schematiche rappresentanze vasco-
lari un significato, che sarebbe per noi importantis-
simo, se il pittore si fosse attenuto ad un modello
della grande arte, o avesse, anche a suo modo, ripro-
dotto realisticamente una situazione dell'epos o della
tragedia. Così come sono, malgrado i nomi scritti ac-
canto ai personaggi, queste rappresentanze ad assai
poco, o a niente addirittura possono servire, per le
relazioni tra l'imagine e il canto.

Si sa che una delle forme delle scene di congedo
nella pittura vascolare è quella in cui al partente
viene offerta una libazione, forse con significato sacro
o semplicemente d'augurio. Questo congedo accompa-
gnato dalla (frrovótj ha, più che le altre scene ana-
loghe, schemi stabiliti ed invariabili; e solo l'aggiunta
dei nomi può darci il significato di alcune di esse;
significato che rimane però soltanto nell' intenzione
dell'artista.

Così Epigene pensò di adattare alla partenza di
Achille alcuni di questi tipi convenzionali e stabi-
liti ; così un ignoto pittore pensò di avvalersene,
per rappresentare il congedo di Neottolemo da Lieo-
mede

(') Per l'esame di queste rappresentanze vascolari, cfr. Lu-
ckenbach, Das Verhàltniss der griech. Vasenòilder zu den Ge-
dichten d. episch. Kyklos, p. 541 sgg.

(2) Ho voluto precisare e chiarire meglio le idee espresse
dal Luckenbach, op. cit, p. 512. Cfr. anche Baumeister, Denk-
màler, I, p. 682 sgg.

(') Gerhard. AuseH. Vasenbild., 188; Furtwangler u. Rei-
chhold, Griech. Vasenmalerei, tav. XIV.

(2) Overbeck, Galerie, XIII, 7; Baumeister, Denkm., I,
fig. 743.

(3) Ann. delVInU.. 1850, tav. d'agg. H.

(4) Ann. deWInst. 1863, tav. d'agg. I. Non intendo qual
partito si possa trarre da questa insignificante rappresentanza
figurata per gli Zxìqwi di Sofocle, come ha voluto fare l'En-
gchnann, Arcliàol. Stud. zu den Tragikern, p. 33 sgg. Cfr. quanto
io scrissi, recensendo questo libro, in Rivista di Filologia,
XXX [1902], p. 148 sgg.
 
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