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NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

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nente un vaso. L'architrave, sagomato lateralmente
a larga gola egizia, porta a rilievo il disco. È inca-
strata sopra un dado di panchina col quale fu trovata
(tav. XXV, 1).

44. Stela di panchina, alta m. 0,42, con vaso a
rilievo, senza edicola.

45. Stela di panchina, alta m. 0,60. Edicola con-
tenente un vaso collocato su tavola o tripode di cui
non sarebbe espresso il terzo piede; pare corri-
sponda al n. seguente per le dimensioni dell' inca-
stro, il materiale, il trattamento della superficie (tav.
XXV, 3).

46. Base sagomata di stela in panchina, alta m. 0,44
(tav. XXV, 4).

47. Stela di tramezzarlo, alta m. 0,44. Edicola
a guisa di nicchia, tondeggiante nella parte superiore,
contenente un vaso a corpo ovoide, con piede, anse
oblique rivolte in su, coperchio a pomo ; superiormente
disco e lunula (tav. XXII, 1 d).

48. Stela di panchina grossolana rivestita di stucco,
frammentata, alta m. 0,46, con rappresentanza di un
vaso simile; sembra che vi sia però la sola lunula,
senza il disco.

Una rappresentanza aniconica^ singolare e poco
chiara troviamo nel n. seguente:

49. Stela di tramezzarlo alquanto danneggiata,
alta m. 0,42. Riquadro contenente un oggetto rotondo
con appendici a cuspide, sormontato da disco e lunula.
L'oggetto rotondo ha anche un incavo al centro. Rap-
presenta forse un astro o disco radiato, di cui non
sarebbero stati eseguiti gli altri raggi a stella per
mancanza di spazio? Un disco alato, con le ali non
rappresentate in profilo spiegate alla foggia egizia,
ma in prospetto e quasi in moto? In tal caso non
mi spiegherei la cuspide minore che "esce dal globo
fra le due maggiori in corrispondenza del disco sor-
montato dalla lunula. La figura (tav. XXI, 1 c) potrà

forse suggerire a taluno un riscontro od una spiega-
zione che non trovo per ora (').

Altra rappresentanza auiconica singolare, ma chia-
rissima almeno per quel che riguarda le forme arti-
stiche, che sono precise, è la seguente :

50. Stela di panchina rivestita di stucco ancora
in gran parte conservato, alta m. 0,535. Edicola con-
tenente una figura biconica alquanto attendata a guisa
di mandorla, che tocca con i due apici le estremità
inferiore e superiore dell'edicola (tav. XXI, 1 d).

Che cosa sia questa figura, ci viene spiegato dalla
interessantissima rappresentanza seguente, che segna
il passaggio dalla rappresentazione aniconica alla ico-
nica, e dove ritroviamo il medesimo simbolo in forma
geometrizzata.

51. Stela di panchina alquanto danneggiata e man-
cante nella cornice superiore, alta m. 0,55 (tav. XXI,
2 b). In una edicola accennata da semplici linee in-
cise vedesi la seguente figurazione, anch'essa tutta
disegnata ad incisione. Un betilo in forma biconica
(Tanìt), disegnato come una losanga, sta ritto con
l'apice inferiore sopra un tripode o sacra mensa a tre
piedi, toccando con l'apice superiore l'architrave del-
l'edicola. Negli spazi che restano tra i lati del cono
superiore e i limiti dell'edicola, due figurine femmi-
nili espresse con lo schema abituale'per la rappresen-
tanza iconica primitiva di Tanìt e che esaminiamo
nelle stele seguenti, si librano in aria. Non v'ha dub-
bio che in queste figurine librate ai lati del betilo
siano espresse le due emanazioni o korai della Dea.
Nè può dubitarsi che l'oggetto figurato sopra la
sacra mensa sia qui materialmente un betilo, una va-
riante della pietra conica; ma d'altra parte esso ri-

sorilievo dei dintorni di Tiro pubblicato dal Renan, Mission,
p. 654 = Perrot et Chipiez, Hist. de VArt, III, pag. 133, fig. 81.
Un esemplare in bronzo con un solo collaretto a foglie pen-
denti, da Curium (Cipro), è al Museo di New-York (Perrot et
Chipiez, o. c. p., 863, fig. 630); altro da S. Vero Milis, nel-
l'agro di Tharros, al Museo di Cagliari.

(') Non mi pare inopportuno porre anche innanzi l'ipo-
tesi che si debba qui ravvisare la faccia di Tanit, la quale è
pure spesso munita di incavo centrale nelle rappresentanze be-
tilo-antropoidi, alle quali la nostra in tal caso si avvicinerebbe.
Due appendici a guisa di corna ha la testa di una figura, in-
terpretata però come sacerdote, sopra un vaso marmoreo di
Sidone nel Museo di Berlino (Pietschmann, Storia dei Fenici,
nella Collez. Oncken, Milano 1890, p. 280; ma deve ricordarsi
soprattutto il bronzo siriaco della raccolta Perétié, Perrot et
Chipiez, Uhi. de l'Art, III, p. 77, fig. 26, e la rappresentanza
della Balaat giblita nella stela di Jehawmelek, ibid., p. 68,
fig. 23.
 
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