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239

NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

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58. Simile, con rappresentanza simile e della me-
desima altezza, ma senza tracce di stucco.

59. Simile, senza simboli astrali, alta m. 0,54.

60. Simile, alta m. 0,50. Figurazione simile, in
edicola a cornici rientranti, recante nel fregio il disco.

61. Frammento di stela analoga, alto m. 0,39.

La religione dei defunti, che è sempre più con-
servatrice, offre ancora presso i Fenici occidentali
tracce vivissime della primitiva religione della stirpe,
che fu evidentemente la preellenica aniconica domi-
nante nell'Asia anteriore e nell'Egeo. Le figurazioni
che, ancora in un'epoca relativamente tarda, s'ispirano
ai concetti di quella religione, sono immuni o quasi
dall'influenza egizia, meno la serie in cui il betilo as-
sume una delle forme del canopo ('). Invece la reli-
gione o la superstizione relativa alla vita e che si
manifesta nella scelta degli amuleti da portare indosso
è completamente egittizzante.

Ma come alla religione aniconica asiana ed egea
successe la religione iconica, che dava forme umane di
donna-madre alla divinità prima adorata sotto forma be-
tilica, così anche presso i Fenici si trovano le tracce
di questa antichissima concezione religiosa orientale.
Più vivaci nella religione dei vivi, non mancano in
quella dei defunti, che non sono finiti, ma tornati nel
grembo della grande madre, patrona della vita e della
morte, la quale non è fine di ogni cosa o cessazione
di ogni vita, ma vita oltremondana.

A questi concetti si rannodano alcune delle nostre
stele in cui Tanìt non assume più l'aspetto betilico
o semibetilico (betilo-antropoide), ma si presenta nella
immagine completamente antropomorfa della dea nuda
che si preme le poppe.

62. Stela di panchina, alta m. 0,46, rastremata e
incavata nella faccia anteriore a guisa di nicchia ; in
essa è figurata, a rilievo piuttosto alto, una dea nuda,
stante, con le cosce alquanto allargate, prementesi lo
mammelle con le due mani (tav. XXII, 2d).

63. Piccola stela di tramezzano, alta m. 0,28,
con figura simile in edicola.

(') Il vaso, che formalmente sembra spesso parificato al
betilo, potrebbe anche rappresentare l'offerta permanente alla
tomba o alla divinità mortuaria, la cui presenza è sottintesa.

Ma, come abbiamo visto per le terrecotte, alla
medesima concezione si riconduce il tipo della dea
nuda in cui non v'è più l'espressione drastica delle
idee di fecondazione o di parto e di nutrizione, bensì
le braccia sono semplicemente abbassate lungo i fianchi.
Questo tipo ò rappresentato nelle seguenti stele, di
esecuzione molto rozza.

64. Stela di panchina, alta m. 0,45. Edicola che
ha la particolarità di presentare due pilastri da cia-
scun lato, contenente una figura umana con distin-
zioni sommarie di tronco, testa ed arti intagliati come
nel legno : solo un piccolo taglio indica il sesso fem-
minile. Nell'architrave, sul capo della figura, disco e
lunula (tav. XXII, 2 c).

65. Stela di panchina, alta m. 0,48, incavata a
nicchia o edicola, contenente una figura simile, con
accenno delle poppe oltremodo rozzo (tav. XXII, 2 b).

66. Piccola stela simile, alta m. 0,26, con figura
simile. Cornice con urei.

67. Stela di panchina, alta m. 0,37, fastigiata, con-
tenente in edicola su base una figura simile (o di un
fanciullo?) con la sin. ripiegata sul petto e la dr.
abbassata. Nel timpano disco e lunula (tav. XXII, \b).

68. Stela di panchina, alta m. 0,40, con una figura
(analoga?) poco chiara disegnata a tratti incisi. Su-
periormente è inciso il disco.

AH' idea di una divinità della natura di forme
umane, ma esprimente in modo drastico il concetto
genetico, di una divinità cosmogonica, ma intimamente
legata alla terra, chtonia, subentrò nell'oriente asiano
ed egeo un terzo stadio della coscienza religiosa. La
sede della divinità si trasferisce nel cielo stesso, ir-
radiato dalla luna e dal sole che riscalda e vivifica
l'universo, che è fonte di ogni vita terrena. L'astro
diviene nel concetto la manifestazione completa, nel-
l'arte il simbolo o l'attributo della divinità.

In tali concetti religiosi trova radice il tipo tanto
amato dai Fenici occidentali e che già abbiamo in-
contrato nelle terrecotte, della dea che tiene il disco,
senza dubbio astrale; ed a questo tipo si riferiscono
anche le seguenti tra le nostre stele:

69. Stela di panchina, alta m. 0,79, mal conser-
vata. Edicola sormontata da un fregio di urei e con-
 
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