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243

NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

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delle spalle e che, distaccandosi dalla mica, indica a
parer mio tma lunga capigliatura disciolta.

Come bisogna interpretare questa figura? Le no-
stre stele non ci rappresentano mai il defunto, bensì
la divinità sotto la cui tutela egli come tale si trova,
sia indicata per simboli ed immagini betiliche, sia
in figura antropomorfa. Non si può quindi credere che
questa adorante sia una mortale. In tutte le stele
finora esaminate, cioè nella quasi totalità della serie
norense, la divinità tutrice del defunto è identificabile
con la Grande Madre degli antichissimi culti d'Asia
Minore; ma abbiamo anche visto che essa è talora
accompagnata da sue emanazioni le quali, assumendo
forma umana, diventano korai, figlie e ierodule insieme,
secondo le citate interpretazioni del Milani cui ade-
riamo pienamente nella parte sostanziale, e secondo
le vediamo librate attorno al botilo materno nella no-
stra stela n. 51, con atto che è di culto alla divinità
madre, non altrimenti che nell'arte greca: basta ram-
mentare gli eroti volitanti intorno ad Afrodite nella
notissima tazza di Hieron con la rappresentanza del
giudizio di Paride ('). Nella nostra adorante divina noi
riconosciamo adunque la prima Kora della Madre, che
è probabilmente rappresentata dalla stela stessa in
forma betilica. È notevole questa sopravvivenza di
concezioni religiose preelleniche e prefenicie nei ri-
flessi del mondo punico : v' è poi appena bisogno di
rammentare, nei riflessi greci di tali concezioni, che
a Persefone figlia di Demeter finisce per esser dato
in cura speciale il regno dei morti, e che essa porta
per eccellenza il nome di KÓQrj.

Se abbondanti sono nella serie delle stele funebri
di Nora le rappresentanze, in forme varie, della dea
madre detta dai Fonici occidentali Tanìt, scarsissime
sono invece le rappresentanze di figure virili, che
senza dubbio vanno anch'esse ritenute come immagini
di divinità, di quel Baal del quale, secondo l'ap-
pellativo consueto delle epigrafi puniche dedicatorie,

(■) Diverso è il valore che a questo motivo dà il Milani
(St. e M. cit., I, p. 233), ma a mio avviso i concetti di amori
fra gli Eroti ed Afrodite non sono la base della rappresen-
tanza di Hieron più che non siano di quella delle Madonne
circondate di angioletti; pel materiale punico toglie ogni dub-
bio la stela cartaginese di Abdeschmun, ove le due emana-
zioni di Tanìt sono rappresentate in forma di colombe volanti
intorno all'idolo betilo-antropoide (Gaz. archèol., 1880, tav. Ili;
Perrot et Chipiez, ffist. de VArt, III, p. 253, flg. 192).

Tanìt è la faccia; si vede adunque che se la religione
ufficiale aveva adottato, anche in questa formula sacra,
l'ordinamento o gerarchia patriarcale, in pratica si
rimaneva fedeli al culto della dea madre.

Con rappresentanza di Baal si hanno dunque sol-
tanto le quattro stele qui appresso :

78. Stela di panchina, rastremata, alta m. 0,75
(tav. XXIII, 2 a). Edicola nella quale è scolpita in
rilievo una figura virile nuda (testa consunta) gra-
diente a destra, con la destra abbassata e la sinistra
protesa, appoggiata ad un'asta.

79. Frammento di stela in tramezzano, alto attual-
mente m. 0,27, in cui avanza la parte inferiore di
una figura simile e dell'asta.

80. Stela di panchina compatta, rastremata, alta
m. 0,90. Esecuzione rozza e cattiva conservazione.
Figura simile, munita di un grembialino e col brac-
cio dr. raccolto al petto. Sull'edicola fregio con disco
alato, cornice di urei senza disco.

81. Stela di panchina, alta m. 0,42 (tav. XXIII,
2 b). In edicola, su gradino, divinità virile con grem-
bialino, gradiente a sinistra e reggente nella dr. pro-
tesa un oggetto poco chiaro (avanzo d'arco? cultro
o falcetto? serpente?).

Aggiungiamo in ultimo due frammenti di stele
che erano certamente anch'esse figurate ; essi vennero
raccolti perchè vi avanza la sola iscrizione.

82. Frammento di stela di arenaria, alto m. 0,43,
recante un nome proprio che il prof. I.' Guidi lesse
nel calco : « pjj *n, Bod Magon, forse preceduto da
un ^ ». Il Bod, che precede parecchi nomi di divi-
nità, è d'incerto significato; da molti è ritenuto abbre-
viazione di servo.

83. Frammento simile, alto m. 0,30. Il profes-
sore Guidi legge nel calco, con qualche incertezza, il
nome Abd Koh ed altre lettere che non danno senso :

21 rt2 1217

2*1 (?)

Le stele figurate di Nora, guardate nel loro com-
plesso, ci appariscono più antiche, o almeno di stile
più antico che non quelle cartaginesi o in genere
dell'Africa punica, sia le poche che io ho potuto ve-
dere in originale, sia le non molte (relativamente al
 
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