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VASI INEDITI DEL MUSEO KIRCHERIANO

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male informati sul luogo di trovamento, e sugli oggetti
con cui si rinvennero associati.

Per gli scavi di Kamiros che ne diedero, come
abbiamo veduto, un certo numero, non abbiamo che
le scarse notizie che diede il Salzmann (') e quelle
che potè raccogliere molti anni dopo il Loschke (2).
Quello stesso di Thera fu ritrovato in uno scarico di
cocciame, e non in una tomba conservata (1. e, p. 19).
I tre che per quanto io so, provengono da scavi rego-
lari o per lo meno regolarmente sorvegliati, sono quello
di Siracusa pubblicato dall' Orsi (3), di Vetulonia pub-
blicato dal Talchi (4) e quello di Sovana pubblicato
dal Pellegrini (5). Ora tutti e tre sono stati rinve-
nuti insieme a vasi protocorintii o corintii arcaici
e a vasi d'impasto italico. Le tombe del Fusco vanno
dall' VIIT al VI sec. (vedi Orsi, 1. c. p. 109) e quella,
dove fu rinvenuto il nostro vasetto è del VII. Per
le tombe di Sovana il Pellegrini giustamente ritiene,
non possano essere posteriori alla seconda metà del
secolo VII, e presso a poco la stessa data dovrà asse-
gnarsi a quella di Vetulonia (°). Anche gli scavi di
Kamiros hanno in parte dato oggetti che rimontano
a questa età (7), e nulla impedisce di credere, che tra
questi debbano esser computati i vasetti a testa ga-
leata del Brit. Museum.

Sicché la nessuna ragione, che il vasetto con la
cartuccia del re Apriès debba essere il più antico
della serie, e la suppellettile associata nei trovamenti
meglio documentati ci sforzano a rialzare un po' la
data di questi eleganti oggettini.

Si aggiunga il fatto, che la forma dell'elmo è, come
abbia veduto, antichissima, e che le decorazioni di-
pinte o graffite su questi vasetti rimontano tutte a tipi
assai arcaici. Tale ad esempio la palmetta inserita
nella doppia spirale che appare nel nostro e in molti
altri della serie (8) e che è uno dei motivi favoriti

(») Revue Arch., 1861, II, p. 467; 1863, II, p. 1.

(2) Ath. Mitth., 1881, p. I.

(3) Not. scavi 1895, p. 182.

(4) Ibid., 1894, p. 347.

(5) Ibid., 1902, p. 500.

(G) Sulla data delle tombe di Vetulonia cfr. Milani, Museo
topografico, p. 20 ; Karo, Oreficerie di Vetulonia in Studi e
Materiali, I, p. 237.

C) Cfr. LOschke, 1. c.

(8) Purtwangler, Beri. Vasensammlung, n. 1304. Not. scavi,
1894, p. 347 etc.

dell'arte greco-orientale più antica ; tale l'antichissima
rosetta a punti bianchi segnata sulle paragnathi-
des etc.

2. (Inv. 499). Altro balsamario a foggia di testa
barbata e cornuta, rotta anch'essa alla sommità, in
modo che non appare la originale apertura (fig. 3 e 4).

FlG.

Il vaso non poteva reggersi se non poggiato sulla pa-
rete liscia che è opposta a quella su cui è rappre-
sentata la faccia, talché, poggiato, doveva presentare
la figura volta in aria.

Il viso ha il colore naturale della terracotta ; per
gli occhi, per la barba e per i capelli è usato il nero
e il bianco. Il taglio degli occhi non è ovale, come nel
vasetto ora descritto, ma a forma di romboide allun-
gato, ed è non solo segnato dal colore, ma staccato
con un solco a punta. Le sopracciglia nere sono assai
sollevate, e si allontanano sempre più dagli occhi,
man mano che si discostano dal loro punto di incontro.
Le ciglia e le pupille sono nere, la sclerotica bianca.
La fronte piuttosto ampia è fittamente coperta di punti
neri; al di sopra di essi s'alza la massa dei capelli
 
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