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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0189

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301

IL PALAZZO PI PIIAESTOS

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Piano della scala 39 era chiusa da ima porta a due
^attenti, dei quali si vedono, sulla soglia di pietra,
le cavità circolari pei cardini.

§ 7. — Nuove scoperte nella grande corte e nel
portico orientale.

Il pavimento della grande corte è costituito da
Placche di calcare bene squadrate a rettangoli e ac-
curatamente connesse. Siccome queste non hanno tutte
le medesime dimensioni, le loro commessure non co-
stituiscono delle linee continue, ma spezzate, e in
alcune lastre si osservano pure dei denti, nei quali
altro sono incastrate.

E un fatto notevole che sul lato occidentale della
c°rte, il lastricato non arriva fino al listone che forma
'1 limite da quella parte, ma termina invece lungo
una linea retta che corre da nord a sud, distante dal
listone stesso m. 2,12 a nord, e m. 4 circa all'estremità
s"d (tav. XXIX, 2); nella zona in cui il lastricato
"lanca, il pavimento consiste in uno strato di calce
e argilla, mescolata a sassolini e ricoperta originaria-
mente di stucco fino, del quale noi osservammo note-
voli tracce specialmente presso il listone e intorno al
^aiico in calcare dell'angolo nord-ovest.

Che la orando area lastricata della corte fosse
Coperta non v'ha dubbio; e poiché osserviamo nel
Palazzo che le aree libere ordinariamente sono pavi-
mentate con lastre di calcare, viene da pensare che
la zona, in cui il pavimento è ricoperto di stucco,
stesse sotto un riparo. Forse il tetto dei vani alli-
neati lungo il lato occidentale della grande corte,
aveva una sporgenza così considerevole da proteggere
l'iella zona e permettere che pure lungo il lato occi-
dentale della corte si andasse al riparo dalla pioggia
e dal sole.

L'estensione della corte fra il grande muro a nord
e gli avanzi del listone meridionale è di m. 46,50,
n'a il lastricato continua ancora verso sud, per un
tratto di quasi m. 5.

Inoltre vicino al pozzo che si trova all'angolo sud-
ovest della corte, appoggiata al murello che lo fian-
cheggia ad est, è venuta in luce una grossa lastra
quadrangolare di calcare (m. 1,35 X m. 1,05), che po-
trebbe essere stata la base di un pilastro e aver fatto
Monumenti Antichi — Vol. XIV.

parte delle costruzioni del lato meridionale della corte.
Dna base di colonna in pietra calcare, che si trova
sulla stessa linea del pilastro, a m. 3,60 verso est,
non sembra aver avuto relazione con quello, rispetto
al quale è poco proporzionato, avendo un diametro di
soli m. 0,30.

Al più. tardo periodo edilizio dell'acropoli di
Phaestos appartiene finalmente un avanzo di condot-
tura in terracotta, il quale passa sull'antico pavi-
mento, a poca distanza dalla base di colonna.

L'ipotesi che l'ingresso principale al palazzo di
Phaestos fosse precisamente sul lato meridionale della
grande corte ('), si deve abbandonare in seguito alle
ultime scoperte.

Dopo quanto s'è detto innanzi (2), possiamo rite-
nere che la via ufficiale per entrare nel palazzo riu-
sciva sul piazzale occidentale, e di lì si passava nel
quartiere domestico attraverso il corridoio centrale (3).

Cosicché la grande corto, posta nel mezzo dell'abi-
tazione, aveva carattere privato e serviva per gli abi-
tatori della reggia come luogo di passeggio e di fa-
migliare ritrovo all'aperto.

Tra il grande muro settentrionale della corte
stessa e l'adiacente pilastro del portico 65 non v'era
un muro di chiusura, ma una porta, le cui fiancato
in muratura, ora non più esistenti, restringevano il
passaggio a m. 1,40. La cavità circolare pel cardine
e il segno lasciato sulla soglia in calcare dalle fian-
cate suddette, danno con precisione tale misura.

Anche il passaggio dalla corte al corridoio 41 era
originariamente chiuso da un portone. Sulla soglia
(fig. 19), fatta con più lastre di calcare, si osserva
il segno lasciato da due ante laterali e i buchi ro-
tondi dei cardini (diam. m. 0,15 e 0,17), distanti fra
loro m. 2.

(>) Mon. Aut., XII, p. 59. Cfr. ivi, p. 38.

(2) Vedi a p. 356.

(3) Sono lieto di poter confermare, con nuovi argomenti,
quest'opinione già sostenuta dal sig. Noack in ffomerische Pa-
laste, pp. 75 e 90. Che per gli estranei l'accesso al corridoio 7
fosse da ovest e non da est, ce lo prova indiscutibilmente il
fatto, che il pilastro, posto in mezzo al portone del corridoio
stesso, ha gl'intacchi per l'incastro dei battenti sul lato est —
come quello del megaton 69 — ; e ciò vuol dire che il por-
tone si apriva appunto da est. Il vestibolo occidentale del cor-
ridoio 7 non avrebbe del resto ragione d'essere, se l'ingresso
dal di fuori si trovasse dalla parte opposta.

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