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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0190
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363

IL PALAZZO DI PIIAESTOS

364

I fori quadrangolari, disposti lungo quasi tutta la
soglia, sembrerebbero aver servito per l'incastro di
paletti.

II corridoio 41, mentre conserva in ottimo stato
tutte le placche calcaree del pavimento, nel mezzo ha
un solco profondo, largo m. 0,40 circa, che corre da
nord a sud, per tutta la lunghezza dei passaggio, fino
a che incontra la soglia del portone sopra descritta
(tav. XXXI, 2). Un canale simile non poteva servire che

(m. 0,70 X m. 0,70), alti da m. 0,20 a m. 0,26, in-
terposti fra i primi.

Una base piccola, in rispondenza al sedile sotto
il portico, manca, ma osservando attentamente se ne
vede il segno sullo stilobate.

Sulla faccia superiore delle basi piccole è apparso
poi evidentissimo un segno circolare (diam. m. 0,55),
il quale indica il posto occupato da fusti di colonne
in legno.

Fig. 19. — Soglia della porta d'ingresso da sud al quartiere privato.

allo smaltimento delle acque piovane, quindi bisogna
veramente riconoscere nell'area 48, un cortile scoperto,
donde prendevano aria e luce i vani circostanti.

Le acque piovane del cortile, non potendo passare
immediatamente nel sottosuolo, perchè ivi la roccia
si trova a pochissima profondità ('), scorrevano attra-
verso il solco del corridoio, e di qui riuscivano in
qualche canale sotterraneo, connesso molto probabil-
mente con quello di cui si scopri lo sbocco, intagliato
nella roccia, all'angolo sud-est del colle

Il portico sul lato orientale della corte conserva,
della sua facciata, una serie di basi quadrangolari,
allineate sopra lo stilobate, costituito da lastroni di
calcare.

La prima a nord non è propriamente una base,
ma la testata del muro che divideva il portico da!
corridoio 62, e infatti consta di due blocchi sovrap-
posti e misura in altezza m. 1,15. Le vere basi sono
quattro blocchi quadrangolari, d'un metro di lato,
alti da m. 0,42 a m. 0,65, e tre blocchi più piccoli

La facciata del portico era dunque fatta a pilastri
quadrati in legno e muratura, poggiati sulle basi grandi,
e a colonne rotonde, aventi per zoccolo i blocchi di
minori dimensioni; l'impiego delle colonne correggeva
l'aspetto troppo pesante di un portico a pilastri e lo
rendeva più luminoso e più gaio (').

Nella parte settentrionale del portico esistono due
bacini che, per essere rivestiti nell'interno di forte
cemento, sembrano aver servito come vasche e, addos-
sato a uno di questi, un sedile in gesso (fig. 20).

La relazione fra la porta che si apre verso est
accanto a questo, e i vani 63, situati a oriente del
portico, a m. 0,70 più in alto, rimaneva oscura. Per
chiarirla aprimmo una fossa di saggio ad est della
parete di fondo del portico (2), e incontrammo un pavi-
mento alla profondità di m. 0,70, cioè allo stesso livello
di quello del portico.

(') Cfr. Reni, della R. Accad. dei Lincei, XI, p. 527.
(2) Mon. Aut., XII, p. 59 e fig. 1G.

(') Un portico simile, a pilastri e colonne alternate, si
ritrova nel palazzotto miceneo dell'acropoli di Goumia, recen-
temente scavato dalla Missione Americana. Cfr. H. A. Boyd,
Transactions ofthe department of Archaeology dell'Università
di Pensilvania, 1904, voi. I, parts I and II, p. 38, e fig. 23.

(2) Cfr. Reni, della R. Accad. dei Lincei, XI, p. 520.
 
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