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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Paribeni, Roberto: Ricerche nel sepolcreto di Haghia Triada presso Phaestos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0362

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RICERCHE NEL SEPOLCRETO DI HAGHIA TRIADA

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cropoli festia di H. Onuphrios ('), altri della stessa
materia, ma cilindrici si rinvennero in tombe di Pa-
laekastro associati con ceramica di Kamares (-) e
molti altri ancora si rinvennero negli scavi del 1904
in tombe assai arcaiche, non lungi dal palazzo di
Haghia Triada. L' Evans ha posto in luce l'impor-
tanza di questi oggettiui rari in Creta, comuni nella
stessa forma e materia sulle coste di Siria, e testi
perciò di relazioni commerciali tra le due regioni (3).

La suppellettile rinvenuta in questo ossario quasi
tutta ci riporta a un'età assai remota. Abbiamo ve-
duto tra essa piuttosto frequenti i vasi di Kamares
e i vasi di pietra di forme semplici, e privi di quelle
decorazioni a rilievo, che essi hanno frequentemente
nel bel fiorire del periodo miceneo (4). Con essi si
associa il sigillo d'avorio rinvenuto, come vedemmo,
solo in strati assai antichi. Gli oggetti meno antichi,
quale il singolare vasetto di fig. 14, sono in minoranza,
e si dovranno riferire a seppellimenti più recenti.

La posizione dell' ossario ci permette di fissare
la data anche della costruzione della tholos, per la
quale lievi indizi cronologici potevano offrire i pochi
oggetti rinvenutivi. È infatti indubitabile, che la fossa
alle spalle della tholos è stata aperta dopo la costru-
zione di questa. Invero il murollo occidentale della
fòssa si appoggia al muro della tholos, e per raggiun-
gere questo appoggio scavalca lo stretto corridoio, di
cui si è parlato sopra, tagliato tra la roccia e il muro
circolare. (Vedi fig. 7, lett. A).

Di più nò il murello, nè gli avanzi scheletrici
scendono fino al fondo roccioso D (fig. stessa) che
forma il piano primitivo del corridoio, ma si arrestano
ad un mezzo metro su questo fondo. Ora siccome non
può pensarsi, che si cavasse un buco di pochi centi-
metri sotto il murello A e sotto il sepolcreto, per
continuare quel corridoio che gira intorno alla tholos,
devesi ammettere, che questo fosse già cavato e riem-
pito di terra, e la tholos perciò già costruita, quando si
pensò di addossarle il sepolcreto a fossa. E siccome

molti oggetti rinvenuti in questo accennano a un'anti-
chità molto remota, la stessa per lo meno antichità do-
vremo riconoscere alla tholos, come d'altra parte è ri-
chiesto dal frammento di vaso di Kamares rinvenuto
dentro la tomba, e dal vaso e frammenti dello stesso
genere apparsi nel tratto di corridoio esterno, non
compreso entro la fossa.

La tholos è pertanto una delle più antiche, o la
più antica forse delle conosciute finora. Anche la sua
costruzione favorisce questa ipotesi. È vero, che molte
altre tholoi si rinvennero rozzamente costruite (') nè
ardirei dare un valore cronologico alla minore o mag-
giore accuratezza nella costruzione. Tale accuratezza
può dipendere dai mezzi, di cui l'architetto disponeva,
dalla ricchezza di chi faceva costruire il monumento,
dal materiale che si aveva sotto mano ecc. (2). Ma
qui alla rozzezza si aggiungono altre note caratteri-
stiche.

La tholos tra le conosciute finora è delle pic-
cole (3) e sebbene anche questo non possa dirsi un
argomento decisivo (4) è non di meno certo, che le
grandi tholoi sembrano esigere tali doti di abilità
tettonica, che non possono certo essere state costruite,
se non dopo lunghe e ripetute prove in un periodo
di piena fioritura del mondo miceneo. Così pure straor-
dinario segno di rozzezza è la nessuna cura presa per
sottofondare, o per uguagliare il suolo, su cui l'edifìcio
doveva sorgere. Insomma più che alle splendide opere
così accuratamente condotte a finitezza in ogni più
piccolo particolare, quali sono le tholoi più illustri
del continente, la nostra sembra richiamare alla me-
moria le rozze tombe premicenee delle Cicladi, illu-
strate principalmente dallo Tsundas (5) nelle quali si

(') Evans, The H. Onuphrios Deposti,?. 108, flgg. 85-87.

(2) Bosanquet, Excavations at Palaikastro in Brit. Sch.
Annual, Vili, p. 296, fig. 13.

(3) Nel libro sopra citato alla stessa pagina, e in Cretan
Pictographs, p. 64. Cfr. anche Perrot-Chipiez, [list, de l'Art.
HI, p. 408.

(4) Erans, The H. Onuphrios Deposti, p. 116 seg.

(') Per es. quelle di Arkinae (Tsundas, 'l'.cp. Hqx-, 1889,
p. 132), di Eleusis (Lenorrnant, Gazette Archéol., 1883, p. 248)
di Thoricos (Stais, .liXrlov Jq/., 1890, p. 159) di Diinini,
(Ath. Mitth.,1886, p. 435; 1887, p. 138) ecc. Anche quella di
Menidi è alquanto irregolare, ma con tendenza al parallelismo
(Belger, Beitràge, p. 5).

(*) Perrot-Chipiez. [list, de VArt, VI, p. 608.

(3) Ricordo tra le minori quella di Arkinae diam. m. 4,70,
di Eleusis m. 3.20, di Praesos m. 4,07 ecc.

(4) Anche le geometriche sono piccole; cfr. quelle di Sku-
riasmenos m. 2,90 (Boyd in Am. Journ., 1901, p. 143), e quelle
più piccole di Kourtes (Halbherr, Tìiree Cretan Necrop in
Amerio. Journal, 1901, p. 259; Taramelli, Notes on the necrop.
of Kourtes, ibid., p. 294) e di Kavusi (Boj-d, Excav. at Kavusi
ibid., p. 125).

(5) KvxXuàixd in 'E<p. 'Jg/., 1899, p. 80.
 
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