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CAM ARINA

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torace nell'esemplare camarinese non è tale da permet-
tere la integrazione della statua col capo rivolto in
alto, verso il cielo.

Escluse del paro le statue, integre o mutile, in
situazione analoga, come l'Ares di villa Ludovisi, il
cestiario delle terme, ed i torsi in posa consimile rac-
colti dal Reinach nel suo Répertoire, II, 545, 607,
633, 812, ecc.; io non trovo nella serie delle statue
divulgate fin qui una che faccia esatto riscontro alla
nostra, additandoci la genesi del tipo. Mantengo perciò
la determinazione vaga di efebo in riposo, soggiun-
gendo, quanto al motivo, che secondo ogni probabilità,
come tosto vedremo, esso non fu creato ed inventato
dal modesto scultore camarinese, ma copiato. Ed in-
vero, nel IV sec, chè non più in su ci è consentito
portare la statua, il repertorio dei tipi plastici nei
più svariati atteggiamenti era già siffattamente co-
pioso, che ben poteva attingere ad esso, come a ricca
miniera, anche un umile'scultore, variando a capriccio
il modello.

Tali prototipi poi venivano divulgati e resi acces-
sibili anche nei minori centri artistici e politici non
solo da schizzi grafici, di cui non ci pervenne traccia,
ma anche e sopratutto dalla larga diffusione della pit-
tura attica. A dimostrare che il nostro motivo non è
una novità, basta volgere il pensiero a quel prezioso
repertorio di motivi svariatissimi ma tutti nobili e
dignitosi, che è il fregio del Partenone. Quivi nel lato
orientale, alla quarta piastra, Ares seminudo, siede
col dorso arcato, reggendo con ambo le mani intrec-
ciate sul ginocchio la gamba sinistra sollevata obli-
quamente (').

Ma a noi è dato risalire ancora quasi mezzo secolo
più indietro colla ricerca dell'origine di siffatto schema
plastico. Il più antico documento del quale parrai
s'abbia a riconoscere in opere del pittore vasco-
lare Biygos, che ce lo dà tre volte in alcune sue
tazze (2) ; cronologicamente Brygos è di molto ante-
riore a Fidia, perocché egli era in piena attività già

prima del 480; e di solito si colloca un tre lustri
dopo Eufronio (').

Questo motivo tolto dalla vita famigliare venne
così, direi quasi, consecrato e nobilitato da qualche
pittore dello stile rosso severo, che lo applicò alla
figura di Ulisse nudo, in contrasto a quella di Achille,
pure seduto, ma tutto avvolto nel mantello (2).

Esso quindi come nel campo della plastica è an-
teriore a Fidia, in quello della pittura precede Poli-
gnoto; ond'è che l'invenzione ne rivendica uno di
quegli abili e così fecondi pittori ceramici, che nella
prima metà del sec. V nobilitarono la piccola arte
greca.

Dopo Fidia, che solennemente lo adottò nella pla-
stica, dovremo crederlo andato in disuso; perocché
anche nei rilievi attici, così ricchi di pose e movenze,
non troviamo veruna diretta analogia colla figura ca-
marinese, tranne appena, e solo parzialmente, nel pic-
colo schiavo, accoccolato ai piedi del padrone defunto,
di un solo di essi (3).

In sostanza è una posa tanto semplice e naturale,
che lo scultore siceliota l'avrà fors'anche liberamente
e direttamente appresa dai bei garzoni della palestra
di Camarina, uno dei quali, penso io, venne da lui
effigiato in riposo, dopo l'aspra lotta di una gara, da
cui uscito vincitore volle con modesto ricordo serbarne
gratitudine al dio, che gli fu secondo. In tal caso la
statua apparterebbe alla categoria degli àvÒQiàvieg—
ófioicog àva&ijiiaxa, come quelli visti da Pausania
sull'acropoli di Atene (V, 21, 1) (4). Assai più mo-
desta e per mole e per arte, la nostra statuetta ci
raffigura un efebo camarinese, nell'atteggiamento del
riposo, àvanavói.uvog, dopo la corsa o la lotta, come
il magnifico bronzo del pugillista del Museo delle
Terme.

(') Tale riferimento al Partenone era già stato scorto dal
Robert, a proposito di uno dei vasi colla nQSOfieta di Ulisse, dei
quali mi occupo tosto, e che egli assegna al 450 circa (Arch.
Zeitung. 1881, p. 145).

(2) Due con figure niantellate sedute, una con figura nuda;
Hartvvig, Meistersvhalen, testo, pp. 343 e 350.

(') Hartwig, op. cit., p. 308; Klein, Gr. Vasen mit Mei-
stersignaturen, p. 175 e seg.

(2) Codesto rappresentanze di Achille ed Ulisse vennero
raccolte e discusse dal Laurent in un geniale articolo della
Revue Arckéol, 1898 (voi. XXXIII, p. 155 segg.). — Il me-
daglione di una tazza a f. r. severo edito nei Wiener Vorlege-
blaetter, 1889, Vili, fig. 6, mostra Edipo con una posa analoga
delle gambe, ma diversa delle braccia, incrociate sul petto, a
regger la testa.

(3) Friederisch-Wolters, Gipsal/gùssc zu Berlin, n. 1011 -
Conze, Attische Grabreliefs, n. 1054, tav. CCX.

(4) Cfr. rassegna di statue agostiche in Reisch, Griechischc
Weihgeschenke, p. 35 segg.
 
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