Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0175

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

338

pimento li avesse salvati ; ma invece è evidente che in
tal caso i vasi sarebbero stati certamente schiacciati
dal peso dei materiali sovrapposti, è quindi più pro-
babile che la terra cui accenna, sia dovuta alle po-
steriori infiltrazioni, e che le pietre cadute sulla
deposizione costituissero originariamente al disopra di
quest'ultima una rozza volta, analoga a quelle dell'E-
squilino e dell' Argileto in Roma, di vigna Giusti presso

prima eseguita la carcassa dell'urna, che si lasciò seccare
per poi ingubbiarla con argilla pura e lisciarla a stecco.
Invero qualcuna delle parti sporgenti si ricavò dalla
massa stessa dell' impasto costituente la carcassa e fu
ingubbiata con quest'ultima, ma i rilievi meno volumi-
nosi, ad esempio quelli che si notano al di sopra della
porta e della finestra, si ottennero modellando a mano
con dell'argilla pura delle sottili asticelle a sezione

Fig. 126.

Grottaferrata e della necropoli arcaica di Palestrina.

Nella villa Monteverde a Monte Cucco, si ritrova-
rono due tombe a cremazione coi corredi, oggi confusi,
racchiusi in doli del tipo edito nella tav. VII, fig. 5.

Il 2U luglio 1894 il Museo di Villa Giulia acqui-
stava dal sig. Andreoli i corredi di un sepolcro rin-
venuto nei colli albani, e li cedeva quindi di recente
al Museo preistorico, nel quale attualmente si conser-
vano. Raccolgo qui appresso le relative notizie.

Tomba CXGIII. Sulla sua architettura non si
posseggono precisi particolari; ma è certo che era
a pozzo e conteneva i resti cremati di un cadavere
coi relativi corredi. Le ceneri erano raccolte in un ci-
nerario a capanna, il quale ci fornisce dei particolari
interessanti sulla architettura delle coeve abitazioni
laziali che imita.

a) Cotesto cinerario, riprodotto nella tav. XVIII,
tìgg. 17 e 17 a, è plasmato colla solita argilla tufacea
mista a tritume di rocce locali, col quale impasto fu dap-
Monumenti Antichi — Vol. XV.

circolare, che furono poi applicate sulla carcassa già
in parte disseccata, come può desumersi dallo stato
attuale dell'argilla in quei luoghi in cui queste ag-
giunte a rilievo si staccarono, poiché quivi si mani-
festa chiaramente la tecnica seguita nell'applicarle.

La cottura del vaso non fu molto intensa, cosicché
la maggior parte della superficie restò nera e si arros-
sarono soltanto i rilievi più sporgenti maggiormente
esposti all'azione del calore.

La pianta di questa capanna è ellittica; intorno
alla base gira un listello sporgente, che raffigura il
terreno sul quale sorge l'abitazione. Le pareti sono
liscie e verticali ed in esse, sul prolungamento del-
l'asse maggiore, si apre la porta, relativamente spaziosa.
Gli stipiti, alquanto ricurvi, sono rappresentati da un
rilievo molto pronunciato e sopportano le solite spor-
genze, col consueto foro destinato al passaggio della
spranghete che tratteneva il portello nei suoi incastri
quando l'uscio era chiuso. Sull'architrave della porta

22
 
Annotationen