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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Editor]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0315
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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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perchè non si possedevano notizie sicure sulla loro
associazione cogli altri monumenti, sia perchè non
se ne conoscevano allora altri identici a quelli. Re-
centemente però il Murray ne ritrovò degli esemplari
ad Enkomi in strati micenei piuttosto recenti (') e ci-
tando quelli sardi ne dedusse giustamente dei rap-
porti fra la Sardegna e Cipro da cui si esportavano,
come lo provano le lettere cipriotte incavate a fusione
nella massa del rame ; ultimamente poi 1' Halbherr
ne ha trovati altri a Creta, pur essi riferivili al pe-
riodo miceneo (2); sappiamo così qual'era la via se-
guita dalle navi che al chiudersi del periodo miceneo
e quindi all'alba del I periodo della età del ferro,
da Cipro esportavano il rame grezzo nei paesi occi-
dentali del Mediterraneo (3).

Questa via marittima fu largamente frequentata
in tutta la età del ferro, in cui le navi da Cipro o
dalle spiagge meridionali dell'Asia minore per il lido
settentrionale africano e per Creta toccavano le coste
tirrene e laziali, prima di giungere alle bocche del
Rodano, o ai porti dell' Iberia, come lo provano degli
elementi cretesi o cipriotti nella civiltà allora fiorente
a nord ed a sud del Tevere.

Alcuni sepolcri dell' Esquilino hanno restituito dei
sarcofagi in pietra, cubici, montati su quattro piedi,
chiusi in alto con un coperchio che imita le forme di
un tetto a due pioventi (fig. 78). Sulla età di questi
monumenti non abbiamo disgraziatamente dati nume-
rosi e sicuri ; è del tutto probabile che risalgano all' ul-
tima fase della prima età del ferro, ma tale conclusione
è alquanto infirmata dal fatto che altri esemplari si-
mili dell' Etruria, si ritrovarono talora in sepolture
del 111 o del IV secolo a. C. (4). 11 tipo ad ogni
modo risale certamente a quella età, alla quale deve
riferirsi ad esempio la ricca urna in metallo rive-
stita d'argento rinvenuta a Vetulonia nel sepolcro del

(1) Murray, Excavations in Cyprus, p. 17, fig. 25, n° 1535.

(2) Pigorini, nel Bull, di palet. italiana, 1904, p. 91 e seg.

(3) Uno dei lingotti di Enkomi è di rame quasi puro (98/ioo)
con poche impurità naturali.

(4) Cfr. ad esempio Not. scavi, 1900, p. 555, fig. 3. Più
antichi sono quelli del territorio orvietano, alcuni dei quali si
conservano nel cortile della casa del sig. Riccardo Mancini.
Questo tipo è persistito con leggere varianti nella ornamenta-
zione esterna sino ai tempi dell'impero romano, cui spetta ad
esempio un bell'esemplare in marmo del Museo vaticano.

Duce (fig. 189 6) ('). Simili ma meno ricche ed ese-
guite in bronzo sono un'urna di Orvieto, oggi nel Museo
del Duomo di quella città (tìg. 189 c) (2), una fìttile
di Corneto edita dal Montelius (3) ed un'altra del ter-
ritorio falisco conservata nel Museo romano di Papa
Giulio (fig. 189 <i) la quale ultima imita con numerosi
dettagli una delle coeve abitazioni.

Come le urne a capanna in terracotta, sempre a
pianta circolare od ellittica, riproducono idealmente
le capanne abitate dalla plebe, costruite per lo più
con rami strame o paglia, forse intonacata di argilla,
così quelle urne rettangolari imitano le più sontuose
abitazioni dei ricchi ed i coevi tempi a pianta ret-
tangolare, edificati con blocchi di tufo squadrati e
sovrapposti in modo da costituire le pareti dell'edi-
ficio ; ma se ciò spiega l'uso piuttosto largo di queste
urne, non dà una spiegazione logica e sufficiente del
fatto che i particolari che vi si osservano, non sono
così svariati come si potrebbe attendere da una di-
retta imitazione dal vero, sia pure stilizzata, di edifìci
relativamente sontuosi, nei quali la fantasia dell'ar-
chitetto dovette avere una parte importante. Più
che alla imitazione indipendente degli elementi ar-
chitettonici che cadevano sotto l'occhio di coloro che
le fabbricavano, mi sembra per ciò che le urne tir-
rene della età del ferro si debbano alla riproduzione
servile di un tipo esotico che ebbe larga fortuna, ap-
punto perchè corrispondeva a quel concetto cui ho din-
nanzi accennato.

Ed invero un'urna fittile di questa forma ornata
a pittura rossastra o bruna sul fondo biancastro del
vaso, si rinvenne nell' Italia meridionale e si con-
serva oggi nel Louvre (4) (tìg. 189 e), e la regione da
cui proviene ci fa sospettare che i modelli da cui
deriva provengano per mare dall' Oriente. La Beozia
ha restituito alcune urne in terracotta analoghe a que-
st'ultima, provenienti da sepolture del periodo geo-
metrico locale; ma questi esemplari si discostano da
quelli rinvenuti in Italia per la forma del coperchio

(') Not. scavi, 1887, tav. XVIII, fig. 2; Falchi, Vetulonia,
tav. XII, fig. 2.

(2) La fotografia da cui è stata tratta l'incisione mi è stata
favorita dall' ing. Mengarelli.

(3) Montelius, La civilisation primitive, I, pi. 302, fig. 1.

(4) Pottier, Vases antiques du Louvre, I, pi. XXIX,
fig. D, 32.
 
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