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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO
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(flg, 194 a), è un lavoro indigeno in argilla abbastanza
fina, rossastra, scialbata di bianco in modo da imitare
l'aspetto dei vasi di importazione; su cotesta scial-
batura fu poi dipinta a guazzo con colore bruno, la
decorazione geometrica.
Un altro simile è stato restituito dalla Beozia ('),
a
ma degli esemplari più numerosi ed uno anzi identico
quasi a quello vetuloniese (fig. 194 b-c) si rinvennero
a Cipro (2), donde provengono forse in ultima analisi
i modelli imitati sul Tirreno.
Altri esemplari di fabbricazione indigena, eseguiti
con tecniche diverse o di importazione, si rinvennero
a Cervetri (3), a Corneto ad Orvieto ed alle porte del
Lazio e nella stessa valle del Tevere nel territorio fa-
lisco (4) ; sono del tutto simili agli esemplari descritti
(') Jahrbuch, 1888, p. 341. n. G6, fig. 22.
(2) Pottier, Vases antiques du Louvre, I, p. 5, tav. V,
fig. A, 47 ; Cesnola, Salaminia, IIa ed. p. 234, fig. 276" ; Cesnola,
A descriptive Atlas ecc. pi. XCV, fig. 818. Per gli esemplari
acefali cfr. quella troiano edito dal Rayet e Collignon, Hist.
de la ceramique grecque, p. 5, fig. 9.
(3) Montelius, La civilisation primitive, II, fig. 2.
(4) Not. scavi, 1885, p. 116, tav. IX, fig. 15; 1887, tav. IX.
figg. 14 e 15; Gsell, Fouilles, p. 388; Inventario Campana,
n. 2468, e Pottier, Vases antiques du Louvre, I, pi. XXXII,
precedentemente, soltanto se ne discostano per la com-
pleta assenza della protome animale, sostituita da un
collo a tromba. La distribuzione degli esemplari citati
lascia supporre che il tipo dovesse essere noto anche al
di qua del fiume nel Lazio antico. I modelli imitati
sono già noti in Etruria.
c
Una brocca dell' Esquilino (tav. X, fig. 4) è di
un tipo certamente esotico, I modelli imitati non si
rinvennero ancora nel Tirreno, giacché alquanto di-
verso è l'esemplare falisco edito dal Montelius (');
ma un esemplare molto simile si ritrovò a Thera (2),
un altro identico (fig. 195 a) ed uno simile per la
forma si ritrovarono a Cipro (3), ove altri esemplari
hanno il caratteristico foro centrale imitato a pittura
(fig. 195*) (4).
0, 114; Not. scavi, 1885, p. 504 e Milani, Museo topografico
dell'Etruria, p. 47. Questo esemplare si distingue dagli altri
per aver il labbro trilobato e non a proteine zooniorfa.
(*) Montelius, La civilisation primitive, II, 2, tav. 324,
fig. 2.
(2) Thera, II, p. 314, fig. 501.
(3) Cesnola, A descriptive Alias ecc., pi. CXXXIII, fig. 982.
(*) Ohnefalsch-Richter, Kupros B. //.taf. CLXXVffl, fig. 2,
esemplare di età relativamente tarda.
MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO
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(flg, 194 a), è un lavoro indigeno in argilla abbastanza
fina, rossastra, scialbata di bianco in modo da imitare
l'aspetto dei vasi di importazione; su cotesta scial-
batura fu poi dipinta a guazzo con colore bruno, la
decorazione geometrica.
Un altro simile è stato restituito dalla Beozia ('),
a
ma degli esemplari più numerosi ed uno anzi identico
quasi a quello vetuloniese (fig. 194 b-c) si rinvennero
a Cipro (2), donde provengono forse in ultima analisi
i modelli imitati sul Tirreno.
Altri esemplari di fabbricazione indigena, eseguiti
con tecniche diverse o di importazione, si rinvennero
a Cervetri (3), a Corneto ad Orvieto ed alle porte del
Lazio e nella stessa valle del Tevere nel territorio fa-
lisco (4) ; sono del tutto simili agli esemplari descritti
(') Jahrbuch, 1888, p. 341. n. G6, fig. 22.
(2) Pottier, Vases antiques du Louvre, I, p. 5, tav. V,
fig. A, 47 ; Cesnola, Salaminia, IIa ed. p. 234, fig. 276" ; Cesnola,
A descriptive Atlas ecc. pi. XCV, fig. 818. Per gli esemplari
acefali cfr. quella troiano edito dal Rayet e Collignon, Hist.
de la ceramique grecque, p. 5, fig. 9.
(3) Montelius, La civilisation primitive, II, fig. 2.
(4) Not. scavi, 1885, p. 116, tav. IX, fig. 15; 1887, tav. IX.
figg. 14 e 15; Gsell, Fouilles, p. 388; Inventario Campana,
n. 2468, e Pottier, Vases antiques du Louvre, I, pi. XXXII,
precedentemente, soltanto se ne discostano per la com-
pleta assenza della protome animale, sostituita da un
collo a tromba. La distribuzione degli esemplari citati
lascia supporre che il tipo dovesse essere noto anche al
di qua del fiume nel Lazio antico. I modelli imitati
sono già noti in Etruria.
c
Una brocca dell' Esquilino (tav. X, fig. 4) è di
un tipo certamente esotico, I modelli imitati non si
rinvennero ancora nel Tirreno, giacché alquanto di-
verso è l'esemplare falisco edito dal Montelius (');
ma un esemplare molto simile si ritrovò a Thera (2),
un altro identico (fig. 195 a) ed uno simile per la
forma si ritrovarono a Cipro (3), ove altri esemplari
hanno il caratteristico foro centrale imitato a pittura
(fig. 195*) (4).
0, 114; Not. scavi, 1885, p. 504 e Milani, Museo topografico
dell'Etruria, p. 47. Questo esemplare si distingue dagli altri
per aver il labbro trilobato e non a proteine zooniorfa.
(*) Montelius, La civilisation primitive, II, 2, tav. 324,
fig. 2.
(2) Thera, II, p. 314, fig. 501.
(3) Cesnola, A descriptive Alias ecc., pi. CXXXIII, fig. 982.
(*) Ohnefalsch-Richter, Kupros B. //.taf. CLXXVffl, fig. 2,
esemplare di età relativamente tarda.